Anche tra le donne si è alzata parecchio l’età media delle top-players. A parte le norme WTA, sono tutte concordi nel dire che la ragione è un tennis più fisico. Ma la Hingis prova ad andare in controtendenza. 
A quasi 33 anni, Martina Hingis è tornata a giocare in doppio. Sta facendo coppia con la 30enne Daniela Hantuchova

Di Riccardo Bisti – 10 agosto 2013

 
Non c’erano molte restrizioni quando Martina Hingis è diventata una giocatrice professionista. Pochi giorni dopo il 14esimo compleanno, giocò il suo primo match al torneo WTA di Zurigo. Tre mesi dopo sarebbe diventata la più giovane di sempre a vincere un match in un torneo del Grande Slam. E a meno di 15 anni sarebbe diventata la più giovane vincitrice del doppio a Wimbledon. Era sponsorizzata da Opel, ma avrebbe dovuto aspettare ancora qualche anno per fare la scuola guida. In quegli anni giocò tutte le partite che il suo giovane corpo le consentiva. La prima carriera finì nel 2002, tra mille acciacchi e qualche ripicca con il suo vecchio sponsor Sergio Tacchini. Secondo Martina, le calzature italiane erano la causa dei problemi ai piedi e alle caviglie. Al di là di questo, la Hingis si era bruciata. Il corpo non rispondeva più e la mente era un disastro. Lo sport che aveva riempito infanzia e adolescenza non era più piacevole. Aveva bisogno di staccare. “Voglio giocare a tennis solo per divertimento – disse nel 2003 – voglio concentrarmi sull’equitazione e finire gli studi”. Per ricaricarsi, ha avuto bisogno di tre anni. Nulla di troppo diverso da quanto era accaduto ad altre baby prodigio: Tracy Austin, Andrea Jaeger, Jennifer Capriati, Mirjana Lucic, Jelena Dokic ed altre ancora. In questi giorni, la Hingis ha iniziato la sua terza carriera. A 32 anni, ha deciso di giocare in doppio. Tuttavia, non è l’unica “vecchietta” che dice la sua nel tennis femminile. Basti pensare a Serena Williams, la sorella Venus, Na Li, la nostra Francesca Schiavone e la “mitologica” Kimiko Date, agilmente tra le top 100 a quasi 43 anni. Insomma, “vecchio è bello” anche tra le donne.
 
“Ma io sono vecchia?” si domanda Na Li, semifinalista al Canadian Open al pari di Serena Williams. La cinese ha vinto il Roland Garros nel 2011, quando aveva quasi 30 anni. “Tante persone mi fanno domande sull’età. Ma io mi sento sana e forte, tanto da non pensare per quanto tempo potrò ancora giocare”. I fatti le danno ragione, perché l’età media delle giocatrici si è decisamente alzata. Prendiamo Marion Bartoli, vincitrice a Wimbledon a 28 aanni. Anche la Stosur non era più una ragazzina quando ha vinto lo Us Open. Senza contare le grandi imprese di Serena Williams: più invecchia, più diventa forte. Ma da cosa dipende “l’invecchiamento” del tennis femminile? Di certo è una questione tecnica, perché il tennis è diventato più potente e le giocatrici hanno bisogno della piena formazione fisica per rendere al massimo. Tuttavia, c’è anche una progettazione. Stufa di vedere baby prodigio vincere prima dei 20 anni e poi bruciarsi ancora giovanissime, la WTA ha lanciato un programma di sviluppo in cui le teenagers vengono supportate in vari modi nel passaggio verso il professionismo. Il grosso cambiamento ha riguardato i requisiti di idoneità per giocare tornei professionistici. La Hingis è stata l’ultima a sfuggire a una regola che prevede otto tornei per le 14enni, dodici per le 16enni e un massimo di sedici per le ragazze comprese tra i 16 e i 18 anni di età. Risultato? Sono diminuite drasticamente le teenagers in grado di competere ad alti livelli. Le ultime vincitrici di uno Slam sono state la 17enne Maria Sharapova e la 19enne Svetlana Kuznetsova, entrambe nel 2004. Ma soprattutto le carriere si sono allungate: nel 1995, il 7% delle giocatrici si ritiravano prima dei 22 anni. Oggi la percentuale è scesa all’1%.
 
“Siamo stati in grado di allungare da 12 a 15 anni la lunghezza media della carriera di una giocatrice" ha detto Stacey Allaster, grande capo WTA. A parte qualche eccezione, sembra che oggi le giocatrici trovino il picco del rendimento in età più avanzata. “Con la potenza di oggi, le giocatrici si sviluppano più tardi – dice Billie Jean King – devono essere più forti, fisicamente pronte. Questa è la ragione per cui esplodono intorno ai 25 anni. Ai miei tempi potevi essere una campionessa a 16-17 anni. Oggi non succede più. Tracy Austin era un fenomeno a 16 anni, poi ha smesso a 18. Quando aveva 16 anni, sembrava che ne avesse 26”. Ovviamente ci vuole un grande sforzo anche per restare ad alti livelli. La King è andata avanti fino a 40 anni. Ha obbligato le giovani ad andare in sala pesi e fare fisioterapia. “Non volevano farlo, c’era una mentalità completamente diversa”. Oggi le tenniste sono super-preparate, forti e potenti. Anche volendo, come può una 14enne rispondere alle sassate di Williams, Stosur, Ivanovic, Kvitova…La Hingis è stata l’ultima a far valere tecnica e intelligenza. Oggi, a 32 anni, con un fisico più che mai definito, ci prova di nuovo. “Per vedere se certe doti possono ancora essere efficaci”. Parte col doppio, poi si vedrà.