Il francese gioca una partita impressionante è lascia tre giochi all’altoatesino, battuto in appena 50 minuti. Tsonga ha tirato 24 vincenti e raccolto il 100% dei punti con la prima palla.
Jo Wilfried Tsonga ha giocato una delle se migliori partite
Di Riccardo Bisti – 23 settembre 2012
Prima di dedicarsi al tennis, Andreas Seppi era una promessa dello sci. Ma svegliarsi presto al mattino e andare nei ghiacciai non lo faceva impazzire, così ha scelto la racchetta. Però è rimasto pratico di frane e valanghe. Durante la finale del torneo ATP di Metz, Jo Wilfried Tsonga deve essergli sembrato una valanga blu. Il francese ha una specie di contratto a vita con questo torneo, di cui è “ambasciatore”, e ha onorato l’impegno nel migliore dei modi. In semifinale aveva dovuto sudare per battere Davydenko, e il buon Seppi visto contro Monfils alimentava qualche speranza. Invece è stato un match-sparatoria, in cui le recriminazioni lasciano spazio agli applausi per il francese. E’ più bello raccontare una partita soffermandosi sulle emozioni, sui grandi colpi…ma a volte è più efficace affidarsi ai numeri. Cifre impressionanti, che incoronano Tsonga ed evidenziano solo qualche errore di troppo per Seppi. Ma provateci voi, a giocare contro un Tsonga in erezione agonistica, indoor, e davanti alla sua gente. Il francese ha sparato 24 colpi vincenti a fronte di 11 errori. Seppi ne ha tirati 7 ma ha commesso 16 errori, troppi per evitare un passivo piuttosto pesante. L’azzurro non poteva vincere, magari poteva fare qualche game in più. Ma Tsonga è stato bravo nei (pochi) momenti delicati, e ha strozzato qualsiasi proposito di equilibrio. Inoltre è rimasto immacolato con la prima palla: ogni volta che l'ha messa, ha fatto il punto.
Sull’1-1 del primo set, Seppi è stato 40-40 sul servizio di Tsonga e ha fatto sperare in un match equilibrato. Ma nel game successivo arrivava il break: sul 30-40 Seppi attaccava bene, ma Tsonga teneva basso il passante. Andreas non è Edberg, e la volèe gli è rimasta sulla racchetta. A quel punto ha iniziato a grandinare, con 9 giochi consecutivi fino al 6-1 4-0. Le speranze di un secondo set equilibrato sono franate quando un dritto vincente in direzione anomala ha sancito il break in avvio. Sul 4-0, il match ha perso ogni tensione agonistica ed è diventato una specie di esibizione. Pochi minuti dopo, Tsonga festeggiava il nono titolo in carriera, il quinto indoor e il secondo di fila a Metz. Erano tutti contenti: il vincitore, il direttore del torneo Julien Boutter (ex ottimo giocatore, vincitore a Milano nel 2001) e Robert Emmanuel Pires, ex calciatore dell’Arsenal spesso inquadrato dalla TV francese. Grande appassionato di tennis (e nato a Reims, meno di 200 km da Metz), lo hanno fatto parlare durante della premiazione. Di certo non ha ricordato i contrasti con con l’ex CT della Francia, Raymond Domenech, appassionato di astrologia, che lo teneva spesso fuori…perché è del segno zodiacale dello Scorpione.
Tsonga è numero 7 del mondo, ma indoor vale di più. Il suo tennis fosforescente è perfetto per certe condizioni di gioco. Se poi aggiungiamo un tappeto molto veloce, prodotto da Greenset, sono davvero in pochi a poterlo battere. I precedenti erano stati piuttosto combattuti, ed anche l’anno scorso, a Parigi Bercy, Seppi aveva avuto le sue chance. Ma il campo era decisamente più lento. La dura sconfitta contro Tsonga non cancella una bella settimana, in cui Seppi ha incamerato punti preziosi nella scalata ai primi 20, ultimo grande obiettivo di una carriera che lo incorona miglior italiano degli ultimi 15 anni…e forse anche qualcosa di più. Adesso tornerà a casa, poi giocherà Pechino e Shanghai prima degli ultimi tornei indoor. Se non prende uno Tsonga scatenato, si sa, può dire la sua. La giornata storica del tennis italiano, con due finalisti in altrettanti tornei, si chiude con 8 giochi vinti e 24 persi. Certo, si poteva fare meglio. Ma è sempre meglio esserci, non pensate?
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