Indiscrezioni giornalistiche dicono che il Masters femminile potrebbe giocarsi a Singapore dal 2014, con buona pace delle altre città candidate. La WTA non conferma né smentisce.
Serena Williams e Maria Sharapova hanno giocato l’ultima finale del Masters WTA
 
Di Riccardo Bisti – 24 dicembre 2012

 
La nuova sede del Masters femminile sarà annunciata a fine marzo, ma c'è già una favorita. Dopo l’iniziale scrematura, che ha ridotto a 4 le città candidate (sulle 43 che avevano manifestato il loro interessamento), sono rimaste Città del Messico, Kazan (Russia), Tianjin (Cina) e Singapore. Sarebbe quest’ultima la favorita per ospitare l’happening di fine anno, molto importante per le casse della WTA. Dopo le pessime edizioni di Los Angeles e Doha, dove gli spalti erano desolatamente vuoti (è andato un po' meglio il biennio di Madrid, nel 2006 e nel 2007) il torneo si è spostato a Istanbul, presso la splendida Sinan Erdem Arena. La risposta del pubblico è stata straordinaria. Impianto quasi sempre esaurito, entusiasmo alle stelle. Tuttavia, qualcosa non deve essere andato per il verso giusto perché i turchi non hanno rinnovato l’accordo in scadenza nel 2013. Dopo la prossima edizione ci sarà l’inevitabile trasloco. Va meglio all’ATP, che ha prolungato l’accordo con la O2 Arena di Londra fino a tutto il 2015. Singapore, dicevano. La località del sud-est asiatico è stata menzionata dal noto giornalista Jon Wertheim nel suo settimanale “Mailbag”, in cui dialoga con i lettori. “Più fonti indicano Singapore come città favorita per ospitare i WTA Championships dal 2014”. Da tempo, la WTA strizza l’occhio al mercato asiatico. In verità, medio oriente e Golfo Persico sembravano le destinazioni preferite, non fosse altro perché il sito WTA è una delle poche pagine web, non censurate da quelle parti, in cui si possono ammirare donne e ragazze in abiti succinti.
 
L’esperienza a Doha, tuttavia, non è stata delle migliori. Il pubblico non ha risposto e la WTA ha preferito traslocare, pur inserendo il Qatar in calendario con un torneo Premier. Singapore ha i requisiti per accogliere le migliori otto tenniste (più le prime otto coppie, a differenza delle quattro che si qualificano oggi). Prima di tutto, Messico, Cina e Russia ospitano già uno o più tornei WTA. Andare a Singapore significherebbe portare il tennis laddove non sarebbe possibile vederlo dal vivo. C’è poi una questione da non sottovalutare: sul piano burocratico, a Singapore ci sarebbero meno formalità amministrative rispetto a Turchia e Qatar. Senza considerare che offre una delle economie più stabili e floride del pianeta. Caratteristiche che lo rendono appetibile per una WTA sempre a caccia di risorse, tanto da rinunciare all’accordo con Eurosport per intascare più soldi dai diritti televisivi. Non ci sono dubbi sul fatto che le giocatrici sarebbero trattate come regine. Singapore è il paese con la più alta percentuale di milionari: un cittadino su sei fa una dichiarazione dei redditi a sei zeri. Non c’è dubbio che il paragone con Istanbul sarebbe duro: non era mai successo, neanche nei gloriosi anni del Masters di New York, che i WTA Championships avessero un pubblico così entusiasta. I turchi si sono tuffati nel tennis con la speranza di mostrare al mondo le loro capacità organizzative, nella speranza di prendersi le Olimpiadi del 2020. Voci di corridoio, tuttavia, dicono che l’organizzazione locale non fosse così impeccabile. Le giocatrici hanno avuto sistemazioni migliori, ma si sono dimenticate dei disagi quando hanno sentito l’urlo della Sinan Erdem Arena.
 
A Singapore stanno effettuando grandi lavori per ultimare il “Singapore Sports Hub”, maxi-polo sportivo di cui fa parte (esiste già) un’arena da 12.000 posti a sedere, che verrebbe affiancata da uno stadio da 55.000 posti con tanto di tetto retrattile e da altri tre impianti indoor rispettivamente da 6.000, 3.000 e 3.000 spettatori. Il complesso, tra l’altro, si trova ad appena 15 minuti dall’aeroporto. E si sa quanto WTA e giocatrici siano attente alla logistica. Quando la notizia si è diffusa, la WTA si è affrettata a diramare un comunicato a Sports Illustrated (la testata per cui lavora Wertheim). “Siamo lieti dalla quantità di città interessate ad ospitare i WTA Championships e soddisfatti delle quattro finaliste: Kazan, Città del Messico, Singapore e Tianjin. Non vediamo l’ora di lavorare con ciascun candidato per poi effettuare l’annuncio verso la fine del primo trimestre 2013. Il nostro Masters è il più importante evento sportivo femminile al mondo”. Non potevano mica scoraggiare le altre tre città…