Di Riccardo Bisti – 29 ottobre 2014
C'è solo una buona notizia: il 2014 è finito. O meglio, il 2014 internazionale. Perchè Fabio Fognini potrebbe ancora giocare in Serie A1, dove il suo Park Genova è quasi certo di arrivare in semifinale e sogna di giocare in casa le finali del 7-8 dicembre. Una gara a squadre, dove si è sempre trovato a suo agio, può essere un aiuto per riordinare le idee dopo un periodo difficile, ai limiti del disastroso. Fabio ha raccolto più del 75% dei suoi punti fino al Roland Garros, poi è entrato in una spirale negativa, interrotta soltanto dai quarti di finale al Masters 1000 di Cincinnati. Troppo poco per un ragazzo che a inizio anno si era avvicinato ai top-10 e sembrava aver trovato la quadratura. La sconfitta contro Lucas Pouille al secondo turno del Masters 1000 di Parigi Bercy fa male perchè il tabellone era interessante e affascinante. Il francese era l'avversario ideale, certamente più comodo del bombardiere Ivo Karlovic. Invece, nel palestrone del Palais Omnisport, coraggiosamente definito “Campo 1”, l'azzurro si è arreso con un doppio 7-6 al termine di una prestazione insipida, rovinata dal comportamento nel finale. Sul 7-7 del secondo tie-break, dopo aver sciupato un setpoint, Fabio ha recriminato per un “net” non chiamato sul servizio di Pouille. Si è innervosito con il giudice di sedia Carlos Bernardes, è volata qualche parolina di troppo, la rabbia ha preso il sopravvento….e un doppio fallo ha segnato la fine della partita e del suo 2014. Dopo la stretta di mano con Pouille, Fognini ha continuato a recriminare e Bernardes non gli ha stretto la mano fino a quando non ha ottenuto le scuse del ligure, che continuava a chiedergli di ammettere l'errore. I due sono poi usciti insieme dal campo, ricucendo lo strappo. Certo, Fabio non ci ha fatto una gran figura: l'errore, se c'è stato, non era così grave da giustificare una tale reazione.
SALTA L'APPUNTAMENTO CON FEDERER
Fognini ha perso la partita perchè ha giocato a sprazzi, senza mai togliersi di dosso un avversario volenteroso, ordinato e molto motivato. Per la prima volta da inizio torneo, il Campo 1 era pieno. Si è anche vista qualche bandiera francese e qualche ragazzo aveva addirittura il tricolore d'oltralpe dipinto sulla guancia. Dopo uno scambio di break in avvio, Fabio ha brekkato sul 5-5 ma sul 6-5 si è fatto riacchiappare e ha sciupato un vantaggio di 3-0 nel primo tie-break. Nel secondo sembrava finalmente tranquillo, volando sul 5-2. Ma si è fatto riprendere e per poco non finiva sotto 5-6. Si salvava, peraltro con un paio di belle giocate, e sembrava favorito al tie-break. Anche lì ha commesso qualche pasticcio, ma poi ha annullato un matchpoint con un bel dritto in avanzamento. Saliva 7-6 ma non bastava, prima della protesta che ha chiuso la sua stagione. Il 2014 di Fabio resta positivo: se le recenti sconfitte sono più fresche nella memoria, è sbagliato dimenticare quanto di buono fatto a inizio stagione. Adesso c'è da rimettersi a lavorare, con calma, aiutare il Park Genova a vincere lo scudetto (ci tiene da matti: domenica, a Maglie, si è caricato sulle spalle Gianluca Naso per vincere un doppio a risultato acquisito) e trovare quella benedetta continuità che sembrava aver trovato nei primi mesi dell'anno e poi è volata via. Resta l'amarezza per questa sconfitta, perchè negli ottavi avrebbe trovato un Roger Federer che non è parso così brillante contro Jeremy Chardy. Motivato dalla lotta per il numero 1 ATP, lo svizzero ha lottato duramente per imporsi col punteggio di 7-6 6-7 6-4. Ha vinto la 36esima partita sulle ultime 39 giocate, rimontando da 2-5 nel primo set, mostrando una grinta che ha saputo andare oltre la stanchezza. Contro questo Federer, memore dell'ottimo terzo set in Coppa Davis, Fognini avrebbe potuto fare una bella figura. E' uno dei tanti rimpianti di questa strana stagione. Ma recriminare non serve a nulla: adesso è tempo di vacanze e Serie A.