Nonostante le spese terrificanti, la federtennis americana gode di una salute finanziaria invidiabile. Secondo l’ultima dichiarazione dei redditi (quella del 2011). Il patrimonio è di oltre 200 milioni di dollari. 
Il progetto di ampliamento del Billie Jean King National Tennis Center

Di Riccardo Bisti – 11 settembre 2013

 
Vincendo lo Us Open, Serena Williams e Rafael Nadal hanno intascato la bellezza di 3,6 milioni di dollari a testa (un milione è il bonus relativo alla vittoria nella Us Open Series). Ok, la cifra è al lordo delle tasse, ma l’esborso della USTA è stato impressionante. Senza contare che la federtennis americana ha in programma un maxi-investimento per migliorare l’impianto di Flushing Meadows, compresa la costruzione di un tetto retrattile. Dando un’occhiata alla dichiarazione dei redditi del 2011, si evince che i 12 funzionari principali intascano la bellezza di 9 milioni di dollari, con una media di 765.542 a testa. Più in generale, il libro paga annuo della federazione è di 39 milioni di dollari per un totale di circa 600 dipendenti e 500 volontari. C’è poi un episodio che fa capire l’ottima situazione economica: il lunedì della seconda settimana, buona parte del programma non è stato completato a causa della pioggia. Senza battere ciglio, hanno consentito ai possessori del biglietto di poter assistere alla medesima sessione nel 2014. Un gesto di civiltà che però costerà un paio di milioni di dollari. Insomma, ci si potrebbe aspettare che il direttore esecutivo Gordon Smith parli di un potafoglio talmente grosso da far esplodere le banconote. Ovviamente, non lo ha fatto. “Non mi sembra che la USTA abbia chissà quali risorse – ha detto – semplicemente, dobbiamo tenere il passo con il mercato dello sport. E i soldi per i miglioramenti dell’impianto arriveranno in prestito. Credo che il prize money dello US Open sia corretto: inoltre, non abbiamo chissà quanto denaro in contanti”.
 
Mettiamola così: se la USTA non ha un mucchio di denaro cash, non c’è dubbio che abbia un flusso di entrate molto importante. I diritti televisivi, ceduti a ESPN per i prossimi 11 anni, frutteranno 800 milioni di dollari. Nel solo 2011 (anno dell’ultima dichiarazione dei redditi disponibile), l’utile dei vari tornei sotto l’egida USTA è stato di 190 milioni di dollari. Facile ipotizzare che sia stato ancora maggiore nel 2012 e nel 2013. Senza contare i 21 milioni di dollari incassati in quote e tasse federali. Per chiudere, il patrimonio della USTA, il suo “tesoretto”, è stimato in 223.316.514 dollari. E’ normale che con cifre del genere ci siano ben quattro banche candidate a offrire il prestito per i miglioramenti infrastrutturali dei prossimi anni. La USTA può essere considerata un organo senza scopo di lucro, ma non c’è dubbio che si stia muovendo alla grande sul piano finanziario. Questa salute economica porta un paio di conseguenze. La prima coinvolgerà tutti i fans che varcheranno i cancelli del Billie Jean King National Tennis Center negli anni a venire: non sono previsti particolari aumenti nei prezzi dei biglietti. “Questo è fuori discussione. Non posso ancora parlare degli aumenti fisiologici, ma non abbiamo intenzione di finanziare i miglioramenti mettendo le mani nelle tasche degli appassionati”. Il nuovo Flushing Meadows consentirà un afflusso di 10.000 persone in più al giorno, dando una mano anche all’indotto turistico ed economico della città di New York. Secondo la USTA, lo US Open regala ogni anno 750 milioni di dollari alla città. Mica male.
 
L'altra notizia riguarda il tetto retrattile che sarà costruito sull’Arthur Ashe, e che dovrebbe essere pronto per il 2017. La sua vita si estenderà di almeno 25 anni. Nel frattempo, i vertici USTA continuano a intascare cifre importanti. Nel 2008, l’organizzazione con sede a White Plains ha pagato un’impressionante buonuscita ad Arlen Kantarian, ex general manager. E’ vero che fu lui a far compiere il salto di qualità al torneo, ma non c’è dubbio che abbia guadagnato fino all’ultimo centesimo: 9,1 milioni di dollari. Si resero conto che la cifra era eccessiva, tanto che Gordon Smith intasca 1,5 milioni l’anno, cifra non trascendentale (per certi standard, obviously), anche se di gran lunga superiore agli altri funzionari. Nel 2011, oltre allo stipendio di Smith, la USTA ha pagato oltre 1 milione a testa a James Curley, ex presidente dello US Open, e ad Harlan Stone, ex numero 1 nel settore del marketing. “I nostri stipendi non sono eccessivi – dice Smith – vogliamo che siano competitivi, ma facciamo in modo che la gente non sia pagata più del dovuto”. I compensi sono stabiliti da un’agenzia di consulenza indipendente, il Mercer Group. Altre spese? Per i viaggi sono andati via 8,46 milioni, mentre 2,89 sono stati spesi in convegni e meeting. E per i giocatori? Il programma di sviluppo , guidato da Patrick McEnroe (peraltro fresco di rinnovo) è costato 17.286.188 dollari, più ben 65 milioni in borse edi studio per i giovani più interessanti sparsi per il territoro. “Nel 2013 le cose sono andata piuttosto bene, sia sul piano economico che su quello logistico – ha concluso Smith – lavoriamo duro per avere successo”. Eppure i risultati stentano ad arrivare, almeno nel settore maschile. Forse dovrebbero pensare anche a questo.