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“Flavia ama questo torneo, mentre a me non piace, ci arrivo sempre un po’ stanco e non riesco a esprimere il mio tennis”, aveva detto martedì Fabio in conferenza stampa, e due giorni dopo l’ha ribadito in campo, in una partita iniziata un’ora e mezza più tardi del previsto. L’ora gliel’hanno concessa gli organizzatori, visto che mercoledì aveva giocato fino a tardi in doppio, mentre la mezz’ora se l’è presa lui, raccogliendo appena tre punti nei primi cinque game e regalando al 29enne del Queensland un set di vantaggio. La partita di Fognini è iniziata (e finita?) nel secondo set: ha attivato il diritto, ha dato un segnale all’avversario scappando sul 3-0, e anche se si è lasciato riprendere ha continuato a fare le cose giuste. Si è reso conto che alzare la traiettoria sul diritto di Millman poteva essere una buona soluzione, ed è a quella che si è affidato quando ha avuto bisogno di raccogliere punti importanti, contro un avversario dai colpi un po’ grezzi ma dalle scelte tattiche sempre precise. Con un nuovo break Fognini è andato a servire sul 5-3, ha perso di nuovo la battuta ma ha reagito con un pizzico d’orgoglio, chiudendo il set con uno dei migliori game della sua partita. Ma quello che aveva l’aria di un nuovo inizio è rimasto un nulla di fatto, per colpe sue ma anche – va detto – per i meriti di un Millman molto solido, specialmente col rovescio, e soprattutto capace di vincere quasi tutti gli scambi prolungati. Di solito sono terreno di conquista di Fognini, mentre oggi il primo a sbagliare era sempre lui, condizione che l’ha obbligato a cercare (invano) un’altra soluzione.
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La frase “non ho proprio voglia di giocare a tennis”, spuntata con rabbia alla fine di un terzo set che dall’1-3 l’aveva visto vincere tre game di fila grazie all’aiuto di un rivale misteriosamente nervoso, è stata il prologo di un quarto set praticamente non giocato. Nemmeno i dieci minuti di pausa per la “heat policy” sono serviti a schiarirgli le idee, e a ricordargli che dall’altra parte c’era pur sempre un giocatore normale, di quelli che nelle sue giornate migliori possono fargli a malapena il solletico. Al rientro sul Campo 5 il numero uno azzurro ha retto solamente fino all’1-1, poi ha regalato l’ennesimo break commettendo tre errori di fila (77 i gratuiti a fine match!) e da quel momento ha praticamente gettato la spugna, non raccogliendo più neanche un game e contribuendo a rendere lo Us Open il peggior Slam stagionale del tennis tricolore. Nel tabellone maschile erano al via ben otto azzurri, cifra record, ma nessuno di loro è riuscito ad andare oltre il secondo turno. Non è solamente colpa sua, ma col buon tabellone ricevuto dal sorteggio, diventato ancora migliore quando Mikhail Kukushkin ha approfittato delle difficoltà di Hyeon Chung prendendosi il terzo turno, c’era una chance importante per mettere i piedi agli ottavi di finale per la seconda volta. Invece, è arrivato il nono stop fra primo e secondo turno in undici partecipazioni al torneo. Il 2018 resta comunque la miglior stagione di sempre di Fognini nei tornei del Grande Slam, con due ottavi di finale e un totale di nove vittorie fra Melbourne, Parigi, Londra e New York, una in più delle otto del 2014. Ma, specialmente fra Wimbledon e Us Open, a farla da padroni sono soprattutto i rimpianti.
US OPEN UOMINI – Secondo turno
John Millman (AUS) b. Fabio Fognini (ITA) 6-1 4-6 6-4 6-1