Ecco la terza puntata con la storia dello Slam newyorkese. I lampi di Edberg e Courier, la rivalità Sampras-Agassi, i successi di Steffi Graf e il ciclone Williams…

di Daniele Rossi – foto Getty Images

1990-1996

PETE CONTRO ANDRE, IRROMPE MONICA

Uno ha i capelli neri e ricci, le sopracciglia folte, veste sempre di bianco, gioca serve and volley ed è il bravo ragazzo della porta accanto; l'altro porta i capelli lunghissimi di tre colori diversi, veste di giallo fosforescente, è piantato alla linea di fondo ed è il nuovo personaggio del tennis mondiale. Pete Sampras e Andre Agassi si sfidano nel primo grande match della loro rivalità nella finale degli Us Open 1990. Pete segna subito il passo vincendo nettamente e portandosi a casa il primo di 14 Slam. Andre per vincere un major dovrà ancora aspettare due anni e altre due sconfitte in finale.

Tra le donne si prende la rivincita Gabriela Sabatini, che vince il suo primo e unico Slam battendo in finale proprio Steffi Graf.

I ragazzi americani però sono ancora acerbi e quindi si fa spazio il talento di Stefan Edberg. Lo svedese centra il bis nel 1991 e nel 1992. Nella prima finale annienta Jim Courier, mentre nella seconda piega in quattro set proprio Sampras. L'edizione del 1991 verrà però ricordata non tanto per la vittoria di Edberg, ma quanto per le imprese di Jimmy Connors. A 39 anni, Jimbo ha rimontato Patrick McEnroe nel primo turno sotto di due set e 3-0 nel terzo, poi si è liberato di Schapers e Novacek, prima di battere al quinto set Krickstein in una partita storica, ricordata da tutti come una delle più belle giocate agli Us Open. Nei quarti ha rimontato anche Haarhuis centrando un'incredibile semifinale a 17 anni di distanza dal primo successo a Forest Hills. Courier poi non ha avuto pietà, ma la vittoria morale è tutta sicuramente del vecchio Jimbo.

Doppietta anche per Monica Seles, che inizia ad imporre la sua dittatura sul circuito femminile: prima la solita Navratilova, poi la Sanchez Vicario, sono costrette ad arrendersi di fronte ai colpi bimani della nativa di Novi Sad.

Nel 1993 cambia tutto. La Seles è ancora alle prese col post-coltellata di Amburgo, mentre Sampras si è fatto uomo e campione affermato. Pete vince passeggiando su Pioline in finale, così come la Graf che torna al successo (sulla Sukova) dopo il dominio di Monica.

Il 1994 è l'anno delle rivincite, di Andre Agassi e di Arantxa Sanchez. Il kid di Las Vegas conquista il suo primo Us Open battendo il tedesco Michael Stich, in un torneo quasi perfetto e che ha visto Sampras perdere clamorosamente agli ottavi di finale con Yzaga. La regolarista spagnola riesce finalmente a battere la Graf, partita fortissimo ma spentasi alla distanza.

Un Agassi pelato e maturo raggiunge la sua seconda finale consecutiva agli Us Open nell'Estate della Vendetta 1995. Agassi dà l'anima per sconfiggere l'odiato Becker in semifinale e arriva un po' scarico nell'atto conclusivo, che Sampras porta a casa da par suo, vendicandosi così della sconfitta di Melbourne.

Sono anni d'oro per il tennis, che oltre alla rivalità fra Andre e Pete, può godere di quella tra Graf e Seles. L'ex jugoslava, ritrovata dopo innumerevoli sofferenze, raggiunge la finale, ma una più lucida Graf la spunta per 6-3 al terzo.

Ancora Sampras e ancora Graf nel 1996, che si confermano indiscussi dominatori del decennio. Pete questa volta passeggia in finale su Michael Chang, bravo a battere in semi un distratto Agassi.

Stessa finale dell'anno prima ma meno pathos tra le fanciulle, dove è ancora la tedesca ad alzare la coppia in faccia a Monica.

1997-2002

GLI ULTIMI SQUILLI DI PETE, ARRIVANO LE WILLIAMS

Piace alle donne per la sua avvenenza, ma anche gli addetti ai lavori per quel suo spumeggiante serve and volley, a cui ha aggiunto una notevole solidità di fondo.

L’australiano Pat Rafter nel biennio ‘97-’98, piazza una doppietta agli Us Open che lo proietta di diritto nell’olimpo dei campioni. Nel 1997, Pat in finale spegne le velleità del bombardiere anglo-canadese Greg Rusedski, che si deve accontentare di un solo set, mentre l’anno successivo l’australiano compie un capolavoro battendo Sampras in semifinale, prima di schiacciare il connazionale Philippoussis nel title-match.

Il 1997 è l’anno dell’esplosione del fenomeno Williams. Con i capelli raccolti in treccine bianche, rosse e blu, la 17enne Venus giunge alla sua prima finale di Slam, dove però trova una pari età altrettanto terribile, Martina Hingis, che si impone per 6-0 6-4.

Nel 1998, la svizzera di origini slovacche si deve poi arrendere di fronte ad un'altra americana dai colpi pesantissimi, Lindsay Davenport, che vince qui il suo primo di tre titoli dello Slam.

Nel 1999, un risorto Agassi coglie il suo secondo Us Open, approfittando anche dell’assenza di Pete e del ritiro di Rafter. In finale trova il gigante Todd Martin, che vince i due tie-break del secondo e terzo set, prima di arrendersi nettamente alla distanza.

Non Venus, ma Serena. Il primo Slam entra a casa Williams tra le mani della sorella minore, che vince il suo primo major battendo in finale la solita Hingis. Venus si rifarà nel 2000, sconfiggendo nell’atto conclusivo la Davenport, avviando un dominio che si concluderà nel 2002.

Tra il 2000 e il 2002, il torneo maschile trova il minimo comun denominatore nel vecchio Sampras. Nonostante l’età e gli acciacchi, Pete riesce a trovare forma e motivazioni negli appuntamenti più importanti.

Gli anni però passano per tutti e nel 2000 e nel 2001, deve incassare due nette sconfitte in finale per mano di Marat Safin e Lleyton Hewitt. Entrambi sembravano destinati a dominare la scena per anni, la storia è stata di parere contrario.

Il 2001 è il teatro della prima finale tutta in famiglia tra le “Ghetto Sisters”. Uno spettacolo di brutto tennis, che alla fine arride a Venus. I ruoli si ribalteranno l’anno successivo, quando sarà Serena ad avere la meglio sulla sorella maggiore.

Il 2002 però è ancora l’anno di Pete e Andre. 31 primavere Sampras e 32 Agassi, gli eterni rivali arrivano in finale per il redde rationem delle due carriere. Andre parte favorito, ma “Sweet Pete” quando vede Agassi dall’altra parte della rete si trasforma. Va avanti di due set, perde il terzo in volata, si salva più volte col servizio nel quarto, prima di chiudere per 6-4.

Una vittoria leggendaria che chiude in modo perfetto la sua strepitosa carriera a 14 Slam.