Botta e risposta fra Nadal e Federer nella serata dell’Arthur Ashe. Il maiorchino soffre per due ore contro un ottimo Leonardo Mayer, ma mostra la solita forza mentale senza precedenti, la spunta in quattro set e parla di "turning point". Federer, invece, sfrutta l’avversario perfetto nel momento perfetto, batte in tre set Feliciano Lopez e si prende gli ottavi.La prima notizia è che Federer è vivo, e a New York ha ancora nel mirino il suo Slam numero 20. Prima del match contro Feliciano Lopez, il più vecchio allo Us Open da un Connors-Lendl del 1992, era addirittura circolata la voce che lo svizzero potesse dare forfait, per i problemi alla schiena che sta provando a celare il più possibile, ma nelle prime due uscite sono parsi piuttosto evidenti. Invece, non solo Federer è sceso in campo nella notte dell’Arthur Ashe, ma finalmente ha anche convinto, spuntandola per 6-3 6-3 7-5 in un match guidato dall’inizio alla fine. Contro Lopez aveva vinto 12 volte su 12, e ha avuto bisogno di appena un’ora e 46 minuti per fare 13, approfittando dell’avversario perfetto nel momento perfetto. Non tanto per lo storico dei loro confronti, quanto per lo stile di gioco del 35enne di Toledo, che col suo serve&volley e ripetuti attacchi ha tolto a Federer il problema di dover scambiare troppo da fondo campo, buttandola sulla battaglia servizio-risposta. Federer fa meglio entrambe le cose, è sicuramente cresciuto rispetto al match contro Mikhail Youzhny e ha agguantato senza difficoltà l’obiettivo minimo della seconda settimana. “Sono felice – ha raccontato – perché ho avuto tutta l’energia di cui avevo bisogno. Era la mia più grande preoccupazione, temevo che dopo due match di cinque set mi sarei sentito un po’ lento. Invece non è successo, e ho avuto un’ottima partenza”. Volendo credere alle sue parole, i problemi incontrati con Tiafoe e Youzhny sarebbero dovuti solamente alla mancata possibilità di preparare il torneo a dovere a causa dell’infortunio di Montreal, difficoltà evidente soprattutto in servizio e risposta. Fosse veramente così, la prestazione con Lopez cancellerebbe le perplessità. “Magari avevo solo bisogno di giocare un po’ di più. Nel primo match avevo un po’ di paura per la schiena, nel secondo ho avuto un problema di condizione, mentre ora mi muovo meglio, il mio servizio funziona, mentalmente sono focus, e finalmente posso concentrarsi su ciò che verrà, e non sul passato”.
NADAL: PRIMA LA TESTA, POI ANCHE IL TENNIS
Per ora, il sogno dei tifosi di vedere il primo Federer-Nadal con sfondo Us Open resta vivo, distante solamente due incontri. Il primo Roger lo giocherà contro Philipp Kohlschreiber, un altro in doppio cifra di sconfitte e senza mai una vittoria (11-0 Federer), mentre per Nadal ci sarà un duello delicato contro un Aleksandr Dolgopolov caricato a molla dalle polemiche sul presunto match-fixing di Winston Salem. L’ucraino ha lasciato le briciole a Troicki e si frega le mani in vista di un duello molto interessante, contro un avversario battuto in due delle ultime tre sfide, e che non ha convinto fino in fondo nelle prime tre uscite newyorkesi. Tuttavia, il 6-7 6-3 6-1 6-4 imposto a Leonardo Mayer è stato di gran lunga il suo match migliore, nel quale non avrà brillato a livello di gioco, ma ha mostrato ancora una volta come dal punto di vista mentale non abbia avversari. Per due ore, la sfida sembrava una maledizione. “Rafa” ha provato l’allungo in tutti i modi, ma il sudamericano – in tabellone come lucky loser – non mollava di un centimetro. Sei palle-break nel primo set, ma nulla da fare e tie-break perso, con un paio di errori di troppo. Altre tre palle-break nel quinto game del secondo set, di nuovo niente da fare. Altre quattro nel settimo, idem. Ma Nadal è rimasto lì, se ne è costruita una quattordicesima e finalmente l’ha convertita, piazzando il primo break del match dopo quasi due ore di battaglia serrata. Quando il diritto di Mayer è terminato lungo, lo spagnolo ha esultato come se avesse vinto il set: aveva già capito che sarebbe finita lì, e così è stato. L’argentino, tornato di prepotenza fra i top-100 col titolo ad Amburgo, ha perso lo smalto, lui ha guadagnato mezzo metro di campo e la partita è girata con un parziale di sei giochi a zero, molto più determinante nella testa dei due giocatori che nel punteggio. “Quando ti costruisci così tante opportunità ma non riesci a sfruttarne neanche una – ha detto Nadal in conferenza stampa – diventa stressante. Quando finalmente ci sono riuscito è cambiato tutto. Ho giocato più libero, ho iniziato a colpire meglio col diritto e usare di più il lungolinea, e ho colpito anche meglio col rovescio. Dal break in avanti il livello del mio tennis è stato molto positivo. Spero che secondo, terzo e quarto set possano diventare il “turning point” del mio torneo, ho giocato molto meglio rispetto ai due turni precedenti, e avevo bisogno di un match come questo”. I prossimi avversari sono avvisati.

US OPEN UOMINI – Terzo turno
Roger Federer (SUI) b. Feliciano Lopez (ESP) 6-3 6-3 7-5
Rafael Nadal (ESP) b. Leonardo Mayer (ARG) 6-7 6-3 6-1 6-4