Dopo quattro anni, Rafael Nadal è di nuovo in semifinale allo Us Open. Superate le fatiche della prima settimana, il maiorchino ha svoltato: lascia appena cinque game a un Andrey Rublev tradito da fretta e scarsa abitudine a certi incontri, e prenota l’attesissimo duello con Roger Federer. Lui ci sarà, e in condizioni fisiche migliori rispetto a quanto successe a Melbourne…Quando, dopo la vittoria contro Aleksandr Dolgopolov, in conferenza stampa hanno chiesto a Rafael Nadal un commento sul suo incontro successivo, il numero uno del mondo si è sorpreso degli appena 19 anni di Andrey Rublev. Ha detto che avrebbe fatto volentieri cambio coi suoi 31, anche se nel tennis di oggi l’esperienza paga molto di più della freschezza fisica. L’ha dimostrato anche il 6-1 6-2 6-2 con cui il maiorchino si è sbarazzato del giovane russo, che ha tutti i mezzi per diventare un ottimo giocatore e finalmente sta mettendo qualche muscolo, ma per il momento non è ancora pronto per dare sul serio del filo da torcere ai grandissimi, o almeno non in un torneo del Grande Slam, o nello stadio di tennis più grande del mondo. Conoscendolo, Nadal sarebbe disposto sul serio a tornare indietro di una dozzina d’anni, per provare a vincere ancora di più, magari provando a evitare almeno alcuni dei tanti infortuni che gli hanno negato una carriera ancora più soddisfacente. Tuttavia, il presente sembra dalla sua parte: è appena tornato in testa al ranking ATP e sta giocando il suo miglior Us Open dal 2013, anno del secondo e ultimo titolo sui campi di Flushing Meadows. Era da allora che non arrivava in semifinale, e l’ha fatto con un match perfetto, una passeggiata di un’oretta e mezza ma a intensità 100%, che non ha lasciato alcuna chance al russo. Rublev si è fatto vedere solo nel terzo game del match, quando con tre diritti-bomba ha recuperato il break subito nel gioco precedente, dando l’idea di poter almeno provare a fare partita. Aveva motivi per crederlo: il battesimo di tanti altri giovani era arrivato proprio contro lo spagnolo, da Kyrgios e Coric fino a Shapovalov, e se avesse pescato il Nadal della prima settimana il suo compito sarebbe stato più semplice. Invece si è trovato di fronte un “Rafa” in forma Slam, quello che si dispiace perché manca due risposte di fila sul 6-1 6-2 5-1 e 0-30, e ha raccolto le briciole.NADAL ATTENDE ROGER, PIÙ FRESCO CHE A MELBOURNE
Il secondo set della sfida di terzo turno contro Leonardo Mayer è stato seriamente un punto di svolta. Nadal ha dovuto alzare il livello per non complicarsi la vita, l’ha fatto e poi ha iniziato a dominare, fino a raccogliere una delle sue vittorie Slam più semplici a livello di quarti di finale. A Rublev non è bastato nemmeno il tetto chiuso, che ha velocizzato un tantino le condizioni di gioco sull’Ashe: Nadal l’ha obbligato a giocare al 110% per conquistare ogni singolo punto, il risultato della roulette ha detto 18 vincenti e 40 gratuiti, e la scoppola è maturata in fretta, la stessa fretta che è stata spesso cattiva consigliera nel gioco del 19enne di Mosca. Invece che rilassarsi e godersi un quarto Slam raccolto prima del coetaneo Alexander Zverev, l’allievo di Fernando Vicente e Igor Kunitsyn si è lasciato prendere dalla foga di voler fare bella figura a tutti i costi, finendo per ricevere l’effetto contrario. Nadal l’ha capito, ha scherzato con la sua difficoltà e ha giocato a un ritmo troppo alto, come se sotto ai piedi avesse la terra del Philippe Chatrier. Nella sua metà campo funzionava tutto, in quella di Rublev non andava bene quasi nulla e il sipario sul gran torneo del russo è calato più velocemente del previsto. Ma Rublev, che esattamente due anni fa si dilettava con progetti ben distanti dal tennis, si farà, e si è fatto apprezzare molto per il comportamento a fine match. Nadal ne ha accompagnato l’uscita dal campo con un applauso, e lui si è fermato per un selfie con una spettatrice e qualche autografo. Facile farlo dopo una vittoria, meno dopo aver raccolto cinque game davanti a 24.000 persone, quando il desiderio è solo di sparire dal campo nel minor tempo possibile. Proverà a tornarci fra dodici mesi, mentre Nadal lo farà fra 48 ore, con la speranza (di tutti, ma forse non sua) che dall’altra parte della rete ci sia Roger Federer. Una sfida attesa a tal punto che nella sua conferenza stampa post-match il successo su Rublev è stato archiviato con tre domande. In tutte le restanti c’era la parola Federer. Ora la palla passa a lui, mentre “Rafa” la sua parte l’ha fatta. E venerdì si presenterà in campo molto più fresco rispetto all’Australian Open.
US OPEN 2017 – Quarti di finale uomini
Rafael Nadal (ESP) b. Andrey Rublev (RUS) 6-1 6-2 6-2
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