Come previsto da lui stesso, la battaglia di sabato contro Leonardo Mayer è servita a Rafael Nadal ad alzare il livello. Il numero uno del mondo trova finalmente il suo miglior tennis e lascia le briciole ad Aleksandr Dolgopolov, ricevendo un grande aiuto dal servizio. La stessa arma che a New York gli ha permesso di vincere nel 2010 e nel 2013. Potrebbe non essere un caso.In uno Us Open alla rovescia, che lascia a casa tanti big ed elegge a protagonisti dei giocatori che di solito negli Slam trovano poco spazio, anche il cammino di Rafael Nadal va al contrario. Quello contro Aleksandr Dolgopolov doveva essere il match più difficile di quelli giocati sin qui, e i volti tesi del clan di “Rafa” a inizio match ne erano la conferma. Invece è diventato in fretta il più facile, cancellando in un colpo solo i dubbi delle prime tre uscite newyorkesi, e ribadendo una vecchia legge: quando riesce a non perdersi nei primi round, il maiorchino diventa via via sempre più pericoloso. Lo sa benissimo anche lui, tanto che dopo il successo di sabato contro Leonardo Mayer aveva detto in conferenza stampa di augurarsi che secondo, terzo e quarto set del duello contro l’argentino potessero diventare il turning point del suo torneo. Sentiva che la battaglia serrata con lo “Yacarè” gli sarebbe servita per alzare il livello, così si è sbilanciato (e non lo fa praticamente mai) e ha avuto ragione. Una ragione riassunta da un match perfetto, un 6-2 6-4 6-1 in cui di spettacolo se n’è visto gran poco. Più del Pliskova-Brady da 45 minuti che ha fatto da antipasto, ma si spera meno di ciò che seguirà nel programma dell’Arthur Ashe, con Federer-Kohlschreiber come portata principale. Il motivo è semplice: il genio di Dolgopolov ha faticato a uscire dal guscio, andando a sbattere sulla tattica perfetta di Nadal, che dopo le alterne sofferenze dei turni precedenti ha deciso che coi regali poteva bastare così. Il tennis di Dolgopolov vive sul filo: se la miccia di sana follia si accende, l’ucraino diventa un giocatore meraviglioso, in grado di ubriacare tutti i top player. Ma quando non riesce a dar sfogo al suo enorme estro (cioè sempre più spesso) è un avversario normale, che gioca un punto bene e due no. Nadal lo sa benissimo, così non gli ha dato spazio e l’ha tenuto al guinzaglio mettendoci un’attenzione da finale.
DOLGOPOLOV RESTA SENZA ARMI
Sabato, contro Mayer, dopo due ore di battaglia “Rafa” stava ancora lottando per convertire finalmente una delle innumerevoli palle-break passate dalla sua Babolat, mentre due giorni dopo ha fatto centro alla prima e gli è bastata un’ora e 41 minuti per spedire il rivale a casa dal torneo, non lasciandogli mai il pallino del gioco in mano. Magari arrivava qualche numero, qualche rovescio supersonico da far saltare sul seggiolino gli spettatori, ma mentre “Dolgo” badava allo spettacolo il numero uno ha pensato alla sostanza, commettendo appena 11 errori gratuiti in tre set e concedendo due sole palle-break, entrambe cancellate. Il vantaggio nel punteggio l’ha aiutato a giocare senza preoccupazioni, così ne è venuto fuori il miglior Nadal del post Roland Garros. E non è un caso che sia arrivato all’inizio della seconda settimana. La chiave di tutto è stata il servizio, la stessa arma che aveva dovuto appuntire il più possibile per vincere proprio a New York, prima nel 2010 e poi nel 2013. In tre set ha lasciato solo dodici punti, togliendo a Dolgopolov anche la possibilità di aggredirlo dalla risposta, fino a lasciarlo praticamente a secco di opzioni. Chi l’aveva già dato per morto vedendolo soffrire il rovescio di Lajovic, o lasciare un set al modesto Taro Daniel, deve ricredersi. Nadal è vivo, è tornato ai quarti di finale nella Grande Mela dopo quattro anni, e grazie agli acciacchi di Goffin troverà un match da metterci la firma contro il ventenne russo Andrey Rublev, che diventerà fortissimo ma non è ancora pronto per firmare un exploit del genere in uno Slam. Tradotto: lui alla tanto attesa semifinale contro Roger Federer ci arriverà. Ora la palla passa allo svizzero.

US OPEN 2017 – Ottavi di finale uomini
Rafael Nadal (ESP) b. Aleksandr Dolgopolov (UKR) 6-2 6-4 6-1
Andrey Rublev (RUS) b. David Goffin (BEL) 7-5 7-6 6-3