Sette anni dopo, la USTA cancella i National PlayOffs che mettevano in palio delle wild card per lo Us Open, l’iniziativa che ha ispirato la FIT per le pre-qualificazioni degli Internazionali. "Sono diventate troppo professionistiche e troppo poco amatoriali", si legge nel comunicato.Nell’ideare la formula delle pre-qualificazioni, con tornei Open sparsi in tutto il territorio nazionale, gli organizzatori degli Internazionali d’Italia non hanno mai nascosto di aver preso spunto dagli Us Open National PlayOffs, nati nel 2010 con l’obiettivo di dare a tutti la possibilità di sognare un posto in uno dei quattro tornei del Grande Slam. In Italia il successo è diventato sempre più importante, fino a superare nel 2017 (grazie anche a corposi montepremi) la quota di 15.000 partecipanti, ben sei volte superiore al record fatto registrare dalla competizione americana, mentre negli States il progetto non è andato a buon fine. Con una breve nota diffusa nella giornata di ieri, la USTA ha comunicato che l’edizione 2016 resterà – per il momento – l’ultima dei play-off, che mettevano in palio cinque wild card (qualificazioni maschili e femminili, doppio maschile, femminile e misto) in dei tabelloni finali che accoglievano i vincitori delle quindici tappe sparse in altrettanti stati. I tornei erano aperti a chiunque avesse compiuto i 14 anni d’età, dai professionisti agli amatori, tanto da accogliere anche personaggi noti come lo sciatore Bode Miller, il cantante Redfoo e anche Chris Evert, scesa in campo in doppio misto in coppia con Mike Greenberg, noto conduttore di ESPN.
Tuttavia, un eccessivo utilizzo delle competizioni da parte dei professionisti, a caccia di una wild card un tantino più facile, ha spinto la USTA a cambiare rotta. “Dopo un’analisi dettagliata – si legge nel comunicato – la USTA ha deciso che non organizzerà più gli Us Open National PlayOffs. Quando sono stati introdotti erano pensati per dare a tutti i giocatori, dagli amatori della domenica a ex giocatori di college e tutti gli altri, la chance di qualificarsi per lo Us Open. Tuttavia, nelle competizioni più recenti i PlayOff sono stati utilizzati da giocatori professionisti come una scorciatoia per accedere allo Us Open. Non il fine per il quale la competizione è stata pensata. Di conseguenza non verranno ripetuti, e le risorse utilizzare per il progetto verranno reindirizzate sul tennis giovanile”. Nel 2017 le wild card per i tabelloni di singolari finirono nelle mani della giovane Sophie Chang e del neozelandese Josè Statham, che si presentò a uno dei tornei di pre-qualificazione, lo vinse e poi conquistò anche l’appuntamento finale, giocato nel Connecticut a pochi giorni dal via dello Us Open vero e proprio. Non potendole riservare ai soli atleti statunitensi, che abbiano deciso di cancellare il tutto piuttosto che trovarsi di nuovo costretti a dare delle wild card a giocatori stranieri?
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