Il caldo record di New York crea qualche problema a Novak Djokovic, costretto a chiedere anche l'intervento del medico, ma il suo ottavo di finale contro Joao Sousa scivola comunque via in tre comodi set. Le noie legate alle temperature lasciano qualche perplessità, ma il suo tennis sta funzionando molto bene. Attende Federer, e sarà favorito.Novak Djokovic più forte del caldo, della fatica e delle sofferenze fisiche. L’incontro con Joao Sousa, al suo primo ottavo di finale di carriera in un torneo del Grande Slam, doveva essere dei più semplici, e dei più semplici è stato. Sempre uscito vincente nei quattro precedenti, concedendo giusto una manciata di game, quest’oggi il campione di Belgrado non ha rischiato praticamente nulla, spuntandola per 6-3 6-4 6-3. Ma nonostante un incontro condotto dall’inizio alla fine, ha patito più del dovuto le condizioni climatiche di questo caldissimo Us Open, tanto da lasciare il campo accompagnato dai medici nel corso del terzo set. Dopo aver passeggiato nel primo, vinto con due break, Nole comincia a dare quale segnale non troppo rassicurante nel secondo. Nel terzo game, con un doppio fallo, eccolo regalare un insperato break a Sousa. Novak si rivolge ironicamente al pubblico, rivolgendogli un plauso. Ma attinge dal suo talento per rientrare subito nel set. Il portoghese, pur autore di un ottimo incontro, inaugura il game successivo con un doppio fallo, e poi nulla può al cospetto del forcing del serbo, che ottiene il controbreak con irrisoria facilità. Sousa ci sta mettendo l’anima, pur da vittima sacrificale. E cerca in ogni modo di far sudare a Nole tutti i punti giocati. Ma al momento decisivo eccolo eclissarsi. Il portoghese serve per rimanere nel secondo set, ma tre errori non forzati mettono la parola fine al parziale, senza che Djokovic si debba dannare più di tanto.IL CALDO È L’UNICO PROBLEMA
Tutto troppo facile. Ma ecco che Novak comincia a destare più di una preoccupazione, al suo angolo e ai tifosi. Prima dell’inizio del terzo set lascia il campo per qualche minuto, e al rientro la sua è ben lungi dall’essere una bella cera. Non passano tre game ed ecco il medico che lo accompagna fuori dal campo. Il serbo deve aver sentito qualcosa che non va dentro di sé, e non c’è nulla di strategico visto che l’incontro è praticamente vinto. Djokovic rientra di lì a poco, con il medico che rimane guardingo in tribuna. E se da una parte Sousa s’inventa polemiche dal nulla con il giudice di sedia, forse per deconcentrare il rivale, lo stesso Nole sa che è ora di chiudere baracca e burattini. I tre game che infila dal 3-3, inanellando vincenti su vincenti, sono il momento più spettacolare del match. Una repentina salita in cattedra per poter velocemente infilarsi sotto la doccia e riposare, in attesa di giocarsi l’undicesimo quarto di finale in carriera a New York, ottenuto in altrettanti ottavi di finale raggiunti. Segno che non ha mai perso agli ottavi, e in realtà nemmeno nei quarti. Per sapere come andrà l’undicesima volta c’è da attendere il vincitore dell’incontro tra Roger Federer e John Millman. Per Nole rimane comunque la sensazione che i patemi degli scorsi mesi siano solo un pallido ricordo. Il vincitore di Wimbledon ha intenzioni serie, serissime di ripetersi anche a Flushing Meadows. E solo il clima, fin’ora, pare avergli creato qualche difficoltà.
US OPEN UOMINI – Ottavi di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Joao Sousa (POR) 6-3 6-4 6-3
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