dal nostro inviato a New York Gabriele Riva – foto Ray GiubiloNew York 2008 comincia con una grande novità

dal nostro inviato a New York Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

New York 2008 comincia con una grande novità. In cima al tabellone, lassù, c’è il nome di Rafael Nadal, n.1 del mondo dal 18 di agosto e fresco vincitore della medaglia olimpica più preziosa. Roger Federer è il 128esimo, l’ultimo in basso, il posto che spetta al numero 2 del ranking e che Rafa era abituato troppo bene ad occupare. Il programma vuole che sia lui ad aprire il duello a distanza (in cui è d’obbligo inserire anche il nome di Novak Djokovic) con Roger Federer. Allo spagnolo il compito di inaugurare il torneo maschile sul campo centrale, l’Arthur Ashe Stadium. Prima di Nadalito, opposto al tedesco Phau, due match femminili. Il primo in assoluto, alle ore 11 locali (le 17 in Italia) vedrà impegnata l’altra medagliata del metallo più prezioso, la russa Elena Dementieva (opposta alla uzbeka Akgul Amanmuradova).

Riposano Rogi e Djoko dunque, in attesa dei loro impegni (attesa molto calda visto che si sono già venduti 60.000 biglietti a torneo non ancora iniziato) ma in compenso la prima giornata dell’ultimo Slam annuale è zeppa di italiani. Sei. Quattro giocano in contemporanea, o quasi, essendo programmati tutti come secondo match a seguire, sempre delle 11.00 newyorchesi: uno è Simone Bolelli, atteso dal Stanislas Wawrinka (doppista placcato oro con Federer a Pechino) e finalista a sorpresa a Roma 2008, exploit che gli valse l’ingresso nei Top 10 a maggio. Incontro molto delicato per l’atleta di Budrio, che di certo non ha avuto nella fortuna un alleato importante per questo sorteggio. Gli altri sono Fabio Fognini, opposto allo statunitense Wayne Odesnik, e tre donne. Francesca Schiavone deve vedersela contro quella Lagostera Vives che fece aleggiare brutti spettri in Fed Cup. Sarita Errani cerca la conferma di un’estate che ha significato due titoli (Palermo e Portorose) contro la Kostanic. Infine, programmate come terzo e quarto match, Karin Knapp (opposta alla Benesova) e Maria Elena Camerin (che se la vedrà con la francese Emilie Loit). Per tutti dunque, italiani e superstar, gli esami di settembre cominciano con qualche giorno d’anticipo. I banchi sono quelli dello USTA Billie Jean King International Tennis Center di Flushing Meadows, nel cuore di New York City.


Sul numero correntemente in edicola de Il Tennis Italiano trovate le storie americane di 40 di Us Open a firma del grande Rino Tommasi. Qui, giorno dopo giorno, in questa prima settimana newyorchese… altri racconti, altri aneddoti e altre curiosità dalla Grande Mela

 

dal nostro inviato a New York Gabriele Riva – foto Ray Giubilo

Le Parker Meridien Hotel, sulla 57esima strada, a metà tra la quinta e la settima. E’ questo il luogo scelto per l’intervista a Mr Wta. Cioè Larry Scott, quello che decide e che muove i fili del circuito femminile. Se è vero che la prima regola è che non bisogna mai lasciare sguarniti “i posti di combattimento” (che per chi lavora a Tennis Italiano corrispondono alle prime file dei campi su cui sono impegnati gli azzurri, o al limite il desk in sala stampa), la possibilità di far quattro chiacchiere con un personaggio della caratura di Scott non si può perdere. E allora via sul pullman che dal Queens riporta a Manhattan, un po’ di fatica a superare il tunnel che guida all’interno di Midtown, al solito congestionato dal traffico, e finalmente si arriva sul 75esima. Con ampio anticipo perché, diamine, non si può far aspettare un personaggio così. Succede puntualmente che a farti aspettare sia lui, ma c’è da capirlo. E’ un momento molto importante per l’associazione che gestisce il tennis femminile e di conseguenza per lui. Tante cose da fare, tante riunioni e poco tempo libero. Ci dedica comunque un’ora del suo tempo.

Per chi non lo conoscesse è la persona che ha risistemato la Wta. Nel 2003 ha preso in mano un circuito che barcollava e lo ha risanato. Parola di BusinessWeek, edizione 2004. Non solo. Se SonyEricsson, principale sponsor mondiale del Tour ha deciso di investire così tanto su palline e racchette, grandi meriti sono suoi. Se in ogni angolo del mondo c’è una grande azienda che ha deciso di investire sulle donne con racchetta, gran parte del merito è suo. Con lui ci sono da discutere molte cose, in particolar modo due: la grande innovazione del circuito 2009 e la più grande campagna pubblicitaria mai fatta dalla Wta. Ma anche i Championships che si trasferiscono a Doha, Qatar, e molto altro. La Hall dell’Hotel è immensa, piena di colonne e archi, grandi tendaggi rossi. Una New York esageratamente (guarda un po’…) elegante. Arriva, si accomoda nel Coffee Bar vicino alla Hall. Sul tavolino un caffè americano, per chi ha il taccuino in mano, e un bicchiere d’acqua frizzante col limone per chi ha puntato di fronte il microfono. Registratore pronto e musica d’orchestra in sottofondo.
– Allora Signor Scott, cominciamo l’intervista. Grandi novità, tante cose di cui parlare. Da cosa cominciamo?
“Beh, direi di cominciare da…”. Eh no, da qui in poi tutto quello che viene detto esce dall’area di competenza di “New York Stories” ed entra in quella del numero di ottobre de Il Tennis Italiano. Insomma, in poche parole, appuntamento in edicola. Sorry!