foto Ray GiubiloIn
stretta osservanza in pieno stile Usa del Super Saturday e degli dei della
tivù, oggi si giocherano solo le semifinali femminili, e nessun match
maschile
foto Ray Giubilo
In
stretta osservanza in pieno stile Usa del Super Saturday e degli dei della
tivù, oggi si giocherano solo le semifinali femminili, e nessun match
maschile.
Gli ultimi quattro uomini infatti faranno da traino (sempre per restare
nei gerghi televisivi) alle due donzelle che si giocheranno il titolo sabato
sera. I loro nomi usciranno appunto dagli incontri di questa sera, il primo
in ordine cronologico è quello che vede di fronte due russe Svetlana
Kuznetsova
e Anna Chakvetadze mentre la seconda, che in Italia
vedremo
sugli schermi intorno alle 21, è quella più fascinosa, senza
dubbio la
più nobile. E’ infatti quella che vede di fronte la prima giocatrice al
mondo Justine Henin e la Venere Nera, la più grande
delle Williams
Sisters, Venus. Le due si sono incontrate fino a oggi ben 8 volte e
in sette occasioni l’ha spuntata la statunitense. E’ molto però che le
due non incrociano le racchette, l’ultima volta è successo, sempre in uno
Slam, a Melbourne 2003. Dopo più di 4 anni dunque ecco un’altra occasione
per la "piccola" Justine di invertire un trend per lei così
negativo.
Per quanto riguarda invece il tabellone
maschile si sono giocati gli ultimi due quarti di finale. Entrambe partite
veloci, corse via sulla scia dei tre set. Nella prima lo spagnolo David
Ferrer ha superato in fretta e senza patemi l’argentino Juan
Ignacio
Chela, e ora (dopo aver preso il posto della testa di serie numero 2 avendo
battuto Nadal) incontrerà Novak Djokovic per un posto al gran
galà
di domenica. L’ostacolo Moya, per il serbo era tutt’altro che semplice.
Erano tre infatti i precedenti tra i due e l’iberico era in vantaggio per
due a uno (l’ultimo proprio a Cincinnati, sul cemento, qualche settimana
fa). Era però vero che Nole aveva appena trionfato a Montreal e
così, un
po’ scarico, aveva lasciato via libera al bel Carlos. Qui, dove la partita
conta davvero e il cemento sotto i piedi scotta da morire, il risultato
è stato ben diverso. Straight sets, dicono gli americani, ovvero sia tre
set a zero. Domani dunque le due semifinali maschili, una, appena ricordata
e l’altra, più nobile, tra Roger Federer e Nikolay Davydenko (unico a non
aver ancora perso un set lungo il torneo newyorchese).
Post correlati
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...