Signori e signore, ecco servito il bis
di Maria Sharapova: la sua seconda vittoria in un torneo dello
Slam
arriva agli Us Open 2006 superando Justine Henin che partiva
favorita
ma che accusava un dolore alla schiena
Signori e signore, ecco servito il bis
di
Maria Sharapova: la sua seconda vittoria in un torneo dello
Slam
arriva agli
Us Open 2006 superando Justine Henin che partiva
favorita
ma che accusava un dolore alla schiena. Per lei è la seconda vittoria su
altrettante finali nei majors. La finale del torneo maschile sarà invece
Federer-Roddick che hanno rispettivamente battuto Davydenko e
Youznhy

E’
stato un Super Staurday in tutti i sensi per
Maria Sharapova
che
ha messo le mani sul suo
secondo titolo dello Slam dopo quel
Wimbledon
2004, che vinto a 17 anni l’aveva riempita di responsabilità e di
pronostici
che la volevano più o meno dominatrice dell’universo-tennis. Poi una
lunga
assenza dalle finali dei tornei major, un sacco di semifinali, cinque,
tutte andate male, dal cemento americano, alla gomma australiana passando
per l’erba inglese. Nulla da fare fino a ieri quando, superata Amelie Mauresmo
(che l’aveva battuta precedentemente quattro volte su quattro) s’è
spianata
la strada verso la finale. Dove, per la cronaca, ha battuto un’altra con
cui non aveva un record molto incoraggiante, 5 a 0 per Justine Henin, una
molto più abituata a vincere titoli dello Slam, solo di Open di Francia
ne ha vinti tre! Però la belga non era al top, l’aveva detto alla
vigilia,
ormai i tornei dello Slam la sfiancano, questa volta è stata la schiena
a risentire di due settimane vissute sul filo. E così sono arrivati due
6-4 che hanno indirizzato la coppa verso la Madre Russia. Vittoria anche
più facile del previsto considerato che il gioco di
Justine Henin
dovrebbe dare molto fastidio a una mangiatrice di palle come la Sharapova,
la belga gioca di fioretto, taglia, cambia ritmo, allunga e accorcia lo
scambio a piacimento quasi fosse un elastico. Ma dal canto suo Maria non
ha sbagliato nulla o quasi, e con la concetrazione sempre alta è riuscita
a portare a casa il match. Lei, che in settimana diceva di ispirarsi a
Audrey Hepburn nel suo vestitino nero con tanto di paillettes argentee,
ha finalmente rotto quell’incatesimo che la vedeva senza vittorie in uno
Slam da due anni.
Niente di nuovo sulla costa orientale.
Roger Federer è ancora una volta in finale di un torneo dello
Slam,
la quarta quest’anno… Ed è andata male solo sulla terra rossa, casa
natale
o habitat proprio di Rafael Nadal, per il resto è stato solo lo svizzero,
che ora punta al tris stagionale. Dall’altra parte
Andy Roddick,
uno che qui può veramente consacrarsi risorto e rientrare così a
pieno
titolo nel circolo di quelli che possono contrastare la fantastica coppia
Rafa-Rogi.

Ci
sono voluti quattro set a
A-Rod per piegare la resistenza di Mikahil
Youzhny, con il primo che è volato in direzione russa dopo il
tie-break
ma alla fine è venuta fuori la rabbia del ragazzone del Nebraska che,
un’occasione
così, proprio non voleva lasciarsela sfugire di mano. Non tutto merito
suo, c’è da dire che Youzhny ha avuto un calo di rendimento e di livello
di gioco simile a quello di Wall Street nel ’29. Facile intuire come Andy
ci si sia buttato come lo squalo che sente l’odore del sangue. "Mi
sentivo bene, non avevo problemi e penso anche di non aver giocato male
soprattutto i punti importanti – ha detto A-Rod – comunque è stata dura,
devo riconoscerlo. Per fortuna nel quarto set sono riuscito a chiuderla
lì". Sì, però ora c’è il Signor Federer di
fronte. Un dato su tutti,
undici incontri tra i due, vittorie Roddick: una! "Lo so, lo so. Ma
ci proverò, voglio vincerlo questo torneo – replica Andy – gli
tirerò indietro
tutto quello che potrò, non so come si mette in difficoltà un
giocatore
così, vedremo. Con uno così bisogna semplificare il tutto, io
giocherò
come so fare e proverò a farlo al meglio se poi lui gioca troppo bene,
allora non c’è nulla da fare".
Tutto più facile, come da copione per
Rogi.
Intanto ecco per cosa giocherà lo svizzero: no, non solo per uno Us Open
ma diventare il primo e l’unico uomo nell’era open ad aver vinto per tre
anni consecutivi Wimbledon e gli Open degli Stati Uniti in successione,
un bel risultatino, che ne dite? Certo, ogni parola è superflua. Intanto,
per quel che riguarda il capitolo semifinale, il basilese ha superato in
tre set comodi comodi l’altro russo in gara, Nikolay
Davydenko,
testa di serie numero sette del tabellone. Eccovi il riassunto della partita
in un dato, anzi due: Roger Federer ha commesso 17 errori gratuiti ma mettendo
a segno 30 vincenti, 30 come gli unforced errors del suo avversario che
invece sotto la ventina è andata nella casella dei winners, facile capire
perché non ci sia stato bisogno di più di tre set…
di Gabriele Riva
US OPEN’S ARCHIVE
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RISULTATI E TABELLONI DEGLI US OPEN
2006
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