WIMBLEDON – La numero uno del mondo vince in tre set un match d’intensità elevatissima con la Azarenka. Un dato su tutti? Il + 34 nel saldo vincenti-errori: un livello da Grande Slam. Semifinale con la Sharapova, a segno senza brillare su CoCo Vandeweghe.L’intervistatore ci ha provato, nel salottino adiacente al Centre Court, a stuzzicarla sull’argomento, ma Serena Williams non è caduta nel tranello. “Ve l’ho già detto, non si parla di Grande Slam”, ha spiegato sorridente, come se non volesse affrontare l’argomento per scaramanzia. Sa benissimo che l’obiettivo è alla sua portata, e raggiungendo la semifinale ai Championships ha scalato un altro gradino. Non solo perché le manca un incontro in meno per mettere in bacheca il suo sesto trofeo di Wimbledon, ma soprattutto per il tennis espresso contro Victoria Azarenka, semplicemente spaziale. Il merito è anche della bielorussa, che per la terza volta in poche settimane l’ha obbligata a rincorrere e tirare fuori il meglio di sé. Ma se a Madrid e Parigi era bastato anche qualcosina in meno, nel 3-6 6-2 6-3 del martedì londinese c’è tutta la superiorità della più forte giocatrice dell’ultimo ventennio, e forse non solo. La rivale esce di nuovo battuta ma ancora una volta a testa alta, dopo un sincero abbraccio nei pressi della rete. Lei la sua parte l’ha fatta bene, giocando vicino al campo e servendo il maggior numero di prime possibile. Sino al 6-3 2-2 sembrava poter bastare, poi Serena ha inserito una marcia insostenibile per chiunque. Quella che non sempre riesce a trovare, ma quando la ingrana raggiunge un livello ai limiti del credibile. Nelle prime fasi del secondo set l’intensità dell’incontro si è impennata: la statunitense ha spinto per andarsene, la bielorussa ha fatto di tutto per tenerla a portata di mano, obbligandola agli straordinari. Serena ci ha provato a ripetizione, ma serviva qualcosa in più, una giocata da campionessa, il classico coniglio dal cilindro in grado di ribaltare la situazione emotiva. Ha continuato a crederci e l’ha estratto, insieme al delizioso passante incrociato di rovescio le ha dato il primo break del match e il 4-2.
UN +34 CHE PARLA DA SOLO
A quel punto, la Williams ha capito che non avrebbe più perso. Il punteggio era ancora in bilico, ma la storia dell’incontro aveva già voltato pagina, come dimostrato nei giochi seguenti. Salvate due palle dell’immediato contro-break, ha finito per infilare un parziale di sette giochi consecutivi: 2-2 a 6-2 3-0, coi titoli di coda pronti a scorrere, avvicinati a passi da gigante con una lunga serie di ace e “come on”. Ma prima l’ultima paura, al servizio per il match sul 5-3, in un game diventato l’occasione per offrire l’ennesima dimostrazione di forza. Con un paio d’errori si è trovata prima 0-30 e poi 30-40, ma sulla palla che avrebbe rimesso tutto in discussione ha freddato la rivale col diciassettesimo ace, prima di chiudere due punti più in là. Quando gioca così vien da chiedersi come possa perdere. Lo certifica una statistica incredibile, che racconta di una delle migliori Serena degli ultimi anni. Alla fine del match, solo 12 errori gratuiti a fronte di 46 vincenti, per un + 34 che si vede molto molto raramente, ancor di più fra le donne. In breve, un rendimento da una che merita il Grande Slam. E pensare che per il primo set e mezzo l’avversaria l’ha messa sotto comunque, a dimostrazione di come ‘Vika’ sia pronta per tornare fra le grandi. I picchi di rendimento ci sono, ora serve la continuità, ma di questo passo il circuito WTA potrebbe ritrovare presto una protagonista. Tuttavia, fino a quando Serena sarà quella vista oggi, che al momento di andare a vincere il match ha alzato ancor di più un livello già altissimo, per le altre ci sarà sempre poco spazio. La difficile vittoria di venerdì contro Heater Watson aveva spaventato non poco, invece si è rivelata perfetta per affilare le armi, e graffiare prima la sorella Venus e poi una grande Azarenka.
‘MASHA’ PIÙ FORTE ALLA DISTANZA
Vien da pensare che dopo la vittoria di oggi non la possa fermare più nessuna, tantomeno la prossima avversaria Maria Sharapova, che non la batte addirittura dal 2004. Quell’anno ci riuscì due volte, prima proprio a Wimbledon e quindi alle WTA Finals, ma dopo quel successo ha rimediato 16 sconfitte di fila. Ecco perché la spaventa ben poco, ancor di meno alla luce della sua difficile vittoria odierna contro CoCo Vandeweghe, domata 6-3 6-7 6-2 dopo una durissima battaglia. Per la russa è filato tutto liscio fino al 6-3 5-3, quando la rivale ha deciso di darsi un’altra chance, e lei non ha retto il cambio di passo. Con nulla da perdere, la 23enne newyorkese ha tirato fuori tutta la personalità di una ragazza che ha tanta voglia di riscatto, iniziando a picchiare forte col drittone e approfittando del calo al servizio della russa, chiave di volta nella prima fase del match. Quando credeva di avercela ormai fatta, ‘Masha’ si è improvvisamente trovata costretta alla difensiva, e invece di tirar fuori l’animo da tigre che l’ha resa grande è parsa frustrata, quasi svogliata. Il servizio non andava più, i colpi rimbalzavano a metà campo, e il set le è scappato di mano al tie-break, contro una rivale via via più carica. Addirittura, al termine del parziale ha aizzato il pubblico del Centrale alzando tre volte le braccia al cielo, come a voler raccogliere tutto l’affetto dei fans, ma per battere la Sharapova in uno Slam la grinta non basta. La russa è subito scappata 3-0 nel terzo, ha lasciato due game e poi è ripartita a razzo, andando a prendersi la semifinale. Ma se vorrà avere qualche chance con la Williams non basterà giocare bene a sprazzi, servirà un atteggiamento diverso. E soprattutto, ci vorrà una Serena diversa da quella odierna.
WIMBLEDON – Quarti di finale
Serena Williams (USA) b. Victoria Azarenka (BLR) 3-6 6-2 6-3
Maria Sharapova (RUS) b. CoCo Vandeweghe (USA) 6-3 6-7 6-2
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