Svelati i 71 giocatori dell’International Premier Tennis League. Ci sono tutti i migliori tranne Federer, Del Potro e Sharapova. Tutti gli altri non hanno resistito.
Mahesh Bhupathi si è dedicato con grande impegno al progetto IPTL
Di Riccardo Bisti – 28 febbraio 2014
Il mistero attorno all’International Premier Tennis League aveva acceso un grosso punto interrogativo: stanno preparando il botto oppure hanno dei problemi? A quanto pare, era valida la prima ipotesi. Quando domenica sarà effettuato l’atteso draft (la selezione dei giocatori da parte delle varie franchigie), ci saranno praticamente tutti i migliori. Dando una scorsa all’impressionante campo di partecipazione, ci accorgiamo che mancano soltanto Roger Federer, Juan Martin Del Potro e Kei Nishikori. L’assenza di quest’ultimo è piuttosto pesante, visto che è il miglior giocatore asiatico del circuito ATP, e l’obiettivo dell’IPTL è proprio diffondere il tennis in quell’area geografica. Ma il giapponese, che nel periodo giocherà una maxi-esibizione nel suo paese, ha resistito alla tentazione. Non è così per gli altri top-player. Un’adesione del genere è clamorosa. Ma prima di ogni riflessione, è opportuno dare un’occhiata alla lista. I giocatori sono stati divisi in sei categorie. Dal 28 novembre al 20 dicembre, vedremo i seguenti giocatori:
ICON PLAYERS: Rafael Nadal, Novak Djokovic, Andy Murray, Serena Williams, Stanislas Wawrinka, Pete Sampras, Andre Agassi, Victoria Azarenka, Caroline Wozniacki.
PAST CHAMPIONS: Patrick Rafter, Mark Philipoussis, Michael Chang, Goran Ivanisevic, Fabrice Santoro, Rainer Schuettler, Carlos Moya, Juan Carlos Ferrero.
CATEGORIA A: David Ferrer, Tomas Berdych, Jo-Wilfried Tsonga, Agnieszka Radwanska.
CATEGORIA B: Richard Gasquet, Milos Raonic, Tommy Haas, John Isner, Gaël Monfils, Lleyton Hewitt, Ana Ivanovic, Samantha Stosur, Sloane Stephens.
CATEGORIA C: Jerzy Janowicz, Philipp Kohlschreiber, Alexandr Dolgopolov, Marcos Baghdatis, Fabio Fognini, Feliciano Lopez, Fernando Verdasco, Sara Errani, Jelena Jankovic, Angelique Kerber, Svetlana Kuznetsova, Martina Hingis, Daniela Hantuchova.
CATEGORIA D: Kevin Anderson, Marinko Matosevic, Sam Querrey, Marcel Granollers, Dmitry Tursunov, Somdev Devvarman, Janko Tipsarevic, Yen Hsun Lu, Sabine Lisicki, Kirsten Flipkens, Alizé Cornet, Kristina Mladenovic, Su-Wei Hsieh, Francesca Schiavone, Flavia Pennetta, Sania Mirza, Donna Vekic.
A questi, si aggiungono una serie di doppisti che saranno a disposizione nel draft. Sono soltanto uomini, perché la formula del torneo non prevede il doppio femminile, ma soltanto un doppio maschile e un misto. I giocatori a disposizione sono Bruno Soares, Alexander Peya, Aisam-ul-Haq Qureshi, Marcin Matkowski, Marcelo Melo, Marc Lopez, Rohan Bopanna, Nenad Zimonjic, Marius Fyrstenberg, Daniel Nestor e Robert Lindstedt.
Un campo di partecipazione impressionante, sia in termini qualitativi che quantitativi. Ci saranno ben 71 giocatori (60 singolaristi e 11 doppisti). Volendo escludere le 10 “leggende” (11 considerando Martina Hingis, curiosamente inserita nella categoria C), una sessantina di giocatori hanno risposto al richiamo dei soldi. Lasciamo perdere l’ipocrisia: non ci sono ragioni per cui giocare questo evento, se non quelle economiche. Il che va benissimo, per carità, ma l’incoerenza dei giocatori è evidente. Tutti i migliori si lamentano della lunghezza della stagione, troppo faticosa, zeppa di impegni obbligatori. Invocano un accorciamento per riposarsi, andare in vacanza ed effettuare una lunga preparazione. E invece, appena arriva un Mahesh Bhupathi con alle spalle vagonate di milioni, si lasciano convincere. Ogni squadra potrà spendere tra i 4 e i 10 milioni di dollari, ma si è già diffusa la voce di possibili maxi-ingaggi. Pare che Rafael Nadal possa intascare 1 milione di dollari per una singola presenza. Niente di strano: si sa che i top-players prendono quelle cifre per un’esibizione. Ciò che impressiona è la differenza tra le dichiarazioni dei giocatori (la stagione è massacrante, poco flessibile, cambiamo la Davis ecc…) con l’iperattività nel periodo di off-season. Vien quasi da applaudire l'ATP, che nel 2015 allungherà nuovamente la stagione, riportando la finale di Davis a fine novembre.
Andare nel sud-est asiatico è complicato dal punto di vista logistico. E’ faticoso, stancante. E allora vien da ridere pensando ai giocatori che rinunciano alle trasferte di Coppa Davis e Fed Cup, perché si giocano in luoghi scomodi o comunque lontani dalle rotte abituali dei circuiti ATP-WTA. Tenendo conto che i giocatori effettuano la preparazione principalmente in Europa o in Nord America, andare a Mumbai o Singapore non è la cosa più consigliabile. Ci saranno anche quattro italiani: Fabio Fognini, Francesca Schiavone, Sara Errani e Flavia Pennetta. Presenti anche i più forti: Djokovic, Nadal, Murray, Serena e Azarenka saranno della partita. Difficilmente i giocatori parteciperanno a tutte le partite. Anzi, è probabile che i più forti facciano un viaggetto di qualche giorno, giochino una partita o due e scappino a casa per riprendere la preparazione. Non è quello che si aspettano gli organizzatori, ma è inevitabile che andrà così. La prima edizione, probabilmente, sarà decisiva per comprendere futuro e destino di questo evento.
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...