WIMBLEDON. Sorpresa nel derby azzurro: la giovane Camila supera in due set Flavia Pennetta e dà il via all’assalto alle top 100. Le potenzialità sono enormi. Starace si ritira.
Camila Giorgi è nata a Macerata il 31 dicembre 1991
Di Riccardo Bisti – 25 giugno 2012
Il risultato fa sensazione: Camila Giorgi, nata il 31 dicembre 1991, ha battuto Flavia Pennetta, nata il 25 febbraio 1982. L’inerzia era tutta a favore dell’italoargentina, ma si pensava che la classe e l’esperienza della Pennetta avrebbero fatto la differenza. Almeno per questa volta. Invece Wimbledon 2012 si apre con il botto: la numero 145 WTA ha superato la numero 17 e lo ha fatto con autorità, senza tremare. Ed è questo il fattore che dovrebbe rendere più contento Sergio Giorgi, papà-coach di Camila che la protegge da anni, convinto che nessun coach sia in grado di dirle cose che lui non è in grado di suggerirgli. La ragazza è nata a Macerata ma ha iniziato a viaggiare sin da piccola. Dopo aver soggiornato a Parigi, adesso risiede a Miami. Per questo opta per una programmazione prevalentemente “americana”. Dalle nostre parti la si vede poco, e non è detto che sia un male. Intervistato da Alessandro Nizegorodcew durante il Roland Garros, Giorgi senior ha detto che la figlia deve imparare ad essere più rilassata sul campo e non andare in corto circuito, il che significa sparare pallate qua e là. Di sicuro non ha commesso questo errore contro la Pennetta. E’ vero che Flavia arrivava da una dura sconfitta a ‘s-Hertogenbosch (1-6 1-6 contro Urszula Radwanska) e la Giorgi era rodata da tre turni di qualificazioni, peraltro passate con agio, ma era difficile pensare a una vittoria. Invece la Giorgi ha condotto dal primo all’ultimo punto. Subito in vantaggio, si è fatta riprendere ma sul 5-4 ha strappato il servizio alla Pennetta per aggiudicarsi il primo set. Vita ancora più facile nel secondo, dove un break al sesto game è stato sufficiente per sigillare il 6-4 6-3 finale. E al secondo turno ci sarà un’avversaria tutt’altro che irresistibile: la georgiana Anna Tatishvili, che al primo round ha superato l’eterna (ma un po’ logora) Tamarine Tanasugarn. Un’occasione più unica che rara per farsi conoscere da tutti gli appassionati (i fanatici la conoscono – e la aspettano – già da qualche anno) e dare l’assalto alle top 100.
Per la Giorgi è la seconda apparizione consecutiva a Wimbledon, nonché la seconda stagionale in un torneo WTA. Quest’anno si era fatta notare a Memphis, dove aveva superato le qualificazioni e battuto Nadia Petrova. Camila è ancora giovanissima, ma la sua crescita è stata ritardata da una tragedia familiare: lo scorso anno è tragicamente scomparsa la sorella Antonella, cui era legatissima. Ha tenuto mentalmente fino a Wimbledon, poi si è “sciolta” e non ha ottenuto grandi risultati. Significa che da oggi in poi non avrà granchè da difendere e può puntare alle top-100, forse qualcosa di più. Perché dopo Wimbledon arriva la stagione sul cemento americano, la superficie su cui si trova meglio e dove si allena a Miami, tra i campi di Key Biscayne e l’Accademia di Andrei Kozlov, lo stesso che papà Sergio definisce: “Il miglior allenatore che io abbia mai conosciuto”. Rischiamo di ripeterci, ma con una Schiavone che ha appena compiuto 32 anni e una Pennetta quantomeno discontinua, l’Italtennis al femminile ha bisogno di ricambi. Accanto a Sara Errani possiamo sperare nel pieno recupero di Karin Knapp, poi ci sono quattro anni di “buco” fino al 1991, anno di nascita della Giorgi, e al 1992 (anno di Nastassja Burnett). Inutile sottolineare che la Giorgi è decisamente la più futuribile, almeno in termini di potenzialità. Nel torneo maschile si registra l’eliminazione di Potito Starace, ritiratosi contro Ryan Sweeting quando era in svantaggio 6-2 2-0. Il campano ha alzato bandiera bianca per i soliti problemi alla schiena che già lo avevano messo KO a ‘s-Hertogenbosch. Per lui, in nove partecipazioni a Wimbledon, c’è solo una presenza al secondo turno.
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