Nonostante abbia saltato i Masters 1000 di Indian Wells e Miami, un paio di settimane fa Rafael Nadal ha scavalcato Roger Federer in cima al ranking ATP. Tuttavia, per restare al comando nell'immediato, Rafa dovrà fare filotto tra Monte Carlo, Barcellona e Madrid. L'addetto ai lavori comprende le dinamiche che portano a certi incastri di classifica, mentre un semplice appassionato potrebbe rimanere disorientato: com'è possibile che un giocatore inattivo possa superare uno che sta giocando (magari bene?). E allora è il caso di riaprire il dibattito sul sistema di classifica. Come è noto, l'attuale ranking ATP tiene conto dei risultati raccolti nelle ultime 52 settimane, con l'obbligo di inserire quelli ottenuti negli eventi più importanti, per un totale di 18 tornei. Un sistema che è un grande compromesso per soddisfare le esigenze degli atleti e dei tornei, i quali hanno la necessità di avere un campo di partecipazione il più competitivo possibile. Tuttavia, è legittimo domandarsi se esiste un sistema di classifica ancora migliore. Forse sì. Si chiama Universal Tennis Rating (UTR) e ha già invaso il tennis giovanile e quello universitario. L'UTR valuta i giocatori in una scala che va da 1 (principiante assoluto) a 16,5. Per intenderci, Roger Federer vale 16,22. I criteri UTR sono abbastanza diversi rispetto al ranking tradizionale, ma non portano a risultati così differenti. In questo momento la top-five ATP è così composta: Nadal, Federer, Cilic, Zverev e Dimitrov. Con il sistema UTR, la classifica sarebbe Nadal, Federer, Del Potro, Goffin e Kyrgios. Una delle differenze principali è che UTR prende in considerazione gli ultimi trenta match giocati nei dodici mesi, con il trend aggiornato ogni tre mesi.
I MATCH "COMPETITIVI"
Per intenderci, al recente Miami Open avrebbe dato favorito Hyeon Chung contro John Isner. Nonostante la classifica ATP fosse favorevole all'americano, prima del match, il coreano era n.7 UTR mentre Isner era in ventesima posizione, avendo vinto solo due match in stagione prima del Miami Open. Ma come funziona esattamente il ranking UTR? Facile: tiene in considerazione gli ultimi 30 match giocati da un tennista, utilizzando un sofisticato algoritmo che tiene conto della qualità dell'avversario e i punteggi. Non conta soltanto vincere o perdere, ma anche i game conquistati in una singola partita. Chiunque può registrarsi e iniziare a valutarsi, ma da qualche tempo sono stati inseriti tutti i giocatori presenti nelle classifiche ATP-WTA. Un acceso sostenitore di questo sistema di classifica è Kamau Murray, coach di Sloane Stephens ma soprattutto amministratore delegato di XS Tennis, il programma pensato per avvicinare al tennis le minoranze disagiate di Chicago. “I nostri ragazzi amano questo sistema – ha detto Murray – è un sistema per migliorare la propria valutazione e magari ottenere una borsa di studio senza avere le risorse per viaggiare in tutto il paese, a caccia di punti”. Universal Tennis Rating è stato lanciato nel 2008 da Dave Howell, giocatore professionista proveniente dalla Virginia. Analizzando i risultati dei tornei, si era reso conto che soltanto il 27% dei match giovanili era “competitivo”. Un match raggiunge la soglia della “competitività” se lo sconfitto arriva almeno al 6-3 6-4 . Si saliva al 40% a livello nazionale. A suo dire, una percentuale troppo bassa. Il sistema è nato utilizzando un sistema simile a quello utilizzato in Francia, sia pure utilizzando alcune modifiche.
FOGNINI SAREBBE 43ESIMO
Attualmente, il proprietario di UTR è l'imprenditore Mark Leschly: parlando con ESPN, ha detto che il ranking funziona in modo simile all'handicap del golf. A suo dire, potrebbe diventare il sistema capace di legare i tennisti di tutto il mondo su un'unica piattaforma digitale. Attualmente viene utilizzato dai coach universitari per valutare e reclutare i talenti. “I percorsi di un giocatore sono diversi in tutti i paesi – dice Leschly – come puoi paragonare un ragazzo ben piazzato nella classifica della federazione croata, qualcuno che ha esperienza nel circuito ITF, o magari un giovane impegnato nei tornei USTA della California del Nord? Adesso si può fare grazie all'UTR”. Tuttavia, almeno per adesso, non c'è l'obiettivo di sostituire le classifiche ATP e WTA. “Penso che le classifiche raccontino due storie diverse – ha detto Leschly – l'ATP racconta cosa hai fatto nei più grandi tornei negli ultimi dodici mesi. Il nostro sistema racconta come stai gareggiando, soprattutto in relazione agli altri giocatori”. Da quando ATP e WTA hanno preso in mano il tennis professionistico, i criteri di classifica sono rimasti più o meno invariati, sia pure con qualche aggiustamento. Il “Best 14”, sistema in voga negli anni 90, faceva felici gli organizzatori dei tornei perché spingeva i tennisti a giocare più tornei possibili. Tenendo in considerazione i soli migliori 14 risultati, si poteva perdere al primo turno in varie occasioni senza reali penalità. Adesso ci sono dei paletti più rigidi, ma la partecipazione a più tornei possibili è comunque incentivata. Secondo Leschly, sarebbe possibile sviluppare un sistema ancora più sofisticato, prendendo in considerazioni più variabili e utilizzare la matematica applicata. “Ma non è il nostro obiettivo principale: per noi è un sistema che consenta a tutti di valutare e capire a che livello si trovano”. In questo momento, il database UTR tiene in considerazione 6 milioni di partite giocare in 202 paesi e comprende ben 600.000 giocatori. Non sarebbe troppo felice Fabio Fognini, che è numero 20 nella classifica ATP, mentre con il sistema UTR sarebbe in 43esima posizione. Con questo criterio, la classifica italiana sarebbe rivoluzionata. Guardate un po' come saremmo messi….
Fabio Fognini – 43
Andreas Seppi – 74
Simone Bolelli – 105
Lorenzo Sonego – 111
Stefano Travaglia – 125
Matteo Berrettini – 125