COPPA DAVIS – Andy Murray si conferma imbattibile al Queen's e riporta il suo paese tra le prime quattro. Soffre contro Simon, poi domina alla distanza e si commuove. Clement capisce quanto sia difficile guidare la Francia. Semifinale a Wimbledon? 

Se l'anno scorso aveva sognato fino alla finale, il 2015 avrà insegnato ad Arnaud Clement quanto sia difficile occupare la panchina della Francia. Aspettative, l'obbligo di vincere e tante pressioni lo hanno travolto nella sfida del Queen's, che ha restituito alla Gran Bretagna una semifinale dopo 34 anni. Lo mitraglieranno per aver tenuto in panchina l'uomo più in forma di tutti, Richard Gasquet. Ma tant'è. Dopo il 2-1 della seconda giornata, l'esito sembrava scritto. Da quando perse con Tsonga all'Australian Open 2008, il leader britannico aveva vinto 66 partite su 72 contro i francesi, che diventava un terrificante 24 su 24 nei match al meglio dei cinque set. Lo ha confermato contro Gilles Simon, frantumato alla distanza dopo un inizio da incubo. E così la Gran Bretagna gode e guarda con ottimismo alla semifinale di settembre, dove avrà il vantaggio del fattore campo contro l'Australia. E' stato il successo di Murray, o forse DEI Murray. Ma se Jamie è stato fondamentale nel doppio, tutti i tre punti portano la firma di Andy. In una sola edizione, sta smentendo le accuse di chi lo riteneva poco attaccato alla causa. In carriera ha vinto 25 match su 32, ma il bilancio è diventato 17-1 da quando il team è guidato dal suo amico ed ex allenatore Leon Smith. Anche per questo, la vittoria di Fabio Fognini dell'anno scorso assume un valore particolare. Simon ha provato a imitare Fabio, ma non aveva l'aiuto del pubblico e nemmeno della superficie. Insomma, era molto più complicato. Eppure ha brekkato dopo appena 12 minuti con un gran dritto sulla linea. Ha tenuto bene fino all'ottavo game, quando è scivolato sull'erbetta del Queen's, particolarmente insidiosa in questi giorni.


IL QUEEN'S DIVENTA UNA BOLGIA

Murray ne ha approfittato e, con una palla corta perfida, è salito da 40-0 a palla break. I francesi si sono arrabbiati, memori di un episodio simile a Monte Carlo 2011. Stavolta non si è fatto distrarre, ma un rovescio lungo ha spedito Simon avanti di un set. L'allarme è diventato rosso quando il francese ha preso un break di vantaggio anche nel secondo. A quel punto era chiaro che Andy avrebbe avuto bisogno di qualcosa di speciale, di un colpo di genio come un mese fa, quando sullo stesso campo aveva cancellato Troicki e Anderson in poche ore. Aveva il busto inclinato, l'aria sofferente, spesso chiudeva gli occhi. E' l'atteggiamento un po' ingannevole di quando le cose non vanno bene, ma sta raccogliendo le idee. Le ha trovate appena in tempo e ha rimesso in piedi il set, poi al tie-break si è preso qualche aiutino del nizzardo e ha rimesso in piedi una partita che rischiava di scappargli via, con Gasquet che fremeva negli spogliatoi, nella stessa misura in cui James Ward tremava. L'atmosfera era nervosa, ma i buoi erano ormai scappati. Almeno per Simon. Sotto di due break nel terzo, ne ha recuperato uno (siamo pur sempre in Davis…), ma ormai la benzina stava finendo così come la fiducia. Un piccolo infortunio alla caviglia sinistra lo ha definitivamente messo KO e il quarto set era una passerella per Murray e per 7.000 britannici che hanno fatto un tifo d'inferno, rendendo una piccola bolgia un club solitamente snob come il Queen's. Ma questo è uno dei tanti poteri della Davis.


UNA FESTA PER TUTTI

“Sono orgoglioso di questo weekend – ha detto Murray, addirittura in lacrime dopo il successo – è stata una vittoria di squadra perchè mio fratello è stato decisivo in doppio e James Ward ha vinto partite importanti per portarci fino a qui. L'Australia ha giovani in grande ascesa e un giocatore esperto come Hewitt. Per questo mi aspetto una sfida divertente”. E qualcuno già sussurra che si potrebbero aprire le porte dell'All England Club. Chissà. Ospitare i canguri sull'erba potrebbe anche non essere una grande idea. Ma adesso non importa. Ciò che conta è festeggiare: la Gran Bretagna, perché ritrova il sapore del grande tennis, e forse non è un caso che tutto questo avvenga da quando le redini della LTA sono finite in mano a Michael Downey; Murray, perchè ha rapidamente lavato via l'onta della semifinale di Wimbledon contro Federer. Fino a venerdì, non gli era andata giù; Leon Smith, perchè ha preso la squadra in condizioni disperate, quando era in Serie C e c'era persino il rischio di finire più in basso. Adesso sono tra le prime quattro al mondo. Per carità, la Davis non è l'esatta rappresentazione del valore tennistico di una nazione, però è una vetrina affascinante e prestigiosa. Loro lo sanno, e non vogliono fermarsi qui.

 

COPPA DAVIS 2015 – QUARTI DI FINALE
Gran Bretagna – Francia 3-1
Gilles Simon (FRA) b. James Ward (FRA) 6-4 6-4 6-1
Andy Murray (GBR) b. Jo-Wilfried Tsonga (FRA) 7-5 7-6 6-2

A. Murray / J. Murray (GBR) b. Tsonga / Mahut 4-6 6-3 7-6 6-1

Andy Murray (GBR) b. Gilles Simon (FRA) 4-6 7-6 6-3 6-0