Prima il sudore e le difficoltà, condivise col pubblico, poi il sorriso, gli occhi pieni di gioia e un bacio spedito in tribuna verso la fidanzata Francesca, quindi le lacrime. Quelle Alessandro Giannessi ha voluto tenersele tutte per sé. Si è seduto, ha avvolto la testa nell’asciugamano e si è lasciato andare: ha sfogato tutta la tensione dell’esordio Slam, ma anche tutte le difficoltà di una carriera che sembrava svoltata nel 2012, quando arrivò vicino ai primi 100 del mondo, invece sta ancora aspettando il clic. Chissà che non sia arrivato oggi allo Us Open, quando le fatiche e gli infortuni combattuti (e sconfitti) nelle scorse stagioni l’hanno ripagato con il pass per un torneo del Grande Slam, e lui ha subito lasciato il segno, superando in cinque set lo statunitense Denis Kudla. Sono state 2 ore e 48 minuti da montagne russe: prima ha dominato il 24enne di origini ucraine, poi lui, quindi di nuovo Kudla, ma nel tennis ride bene chi ride ultimo, e alla fine ha avuto ragione il ventiseienne di La Spezia: 0-6 6-4 6-1 1-6 6-0, con lancio di racchetta finale e braccia al cielo, a godersi una vittoria che finisce dritta dritta sul podio della sua carriera. Aveva già battuto giocatori più forti di Kudla, aveva già giocato davanti a più persone di quelle trovate sul Campo 12 del Billy Jean King National Tennis Centre, ma il primo successo in uno Slam ha un valore inestimabile. Paolo Lorenzi l’ha inseguito per 14 tornei, altri lo stanno ancora aspettando, altri ancora non lo troveranno mai, mentre lui l’ha colto alla prima occasione, impreziosendolo col modo in cui se l’è regalato. C’era un super concentrato di prime volte: primo match Slam, primo match sul cemento nel circuito maggiore, primo match di cinque set; c’è da scommettere che l’azzurro avrebbe firmato per non sfigurare. Ma col passare dei minuti si è accorto che si poteva fare, ha preso sicurezze e ne ha tolte a Kudla, che ha due anni in meno ma una dozzina di esperienze Slam in più (compreso un ottavo di finale a Wimbledon), e il piccolo miracolo ha preso forma.
UN PASSANTE PER GIRARE IL MATCH
Lo statunitense è numero 128 del mondo, ma la sua classifica è bugiarda: in primavera era a ridosso dei primi 50, e contro Giannessi ci aveva vinto al Foro Italico, sulla terra, la superficie su cui l’azzurro ha disputato l’80% degli incontri della sua carriera. Kudla invece, da buon americano è uno specialista del cemento, il che lo indicava come ancor più favorito, sensazione confermata dai primi minuti della sfida. Per uno abituato al clima tranquillo dei tornei Challenger, trovarsi catapultato in uno Slam non è mai semplice, specialmente a Flushing Meadows: c’è molto più disordine, rumore, gente che si muove durante i punti. Insomma, serve una concentrazione extra. L’azzurro non l’ha trovata nel primo set, raccogliendo appena 11 punti e un 6-0 che ha reso tutto ancor più difficile. Lo schema di Kudla era chiaro: sapeva di dover attaccare Giannessi sul rovescio – il colpo con cui l’azzurro è meno incisivo – e quello ha fatto, spingendo per aprirsi il campo e raccoglierne i frutti. All’inizio è andato tutto liscio, ma già dal primo “quindici” del secondo set è cambiato tutto. Kudla ha fatto il solito, ma invece che vincere il punto si è beccato un passante di rovescio. Tanto è bastato per mandarlo in tilt, dare la scossa a Giannessi e farlo finalmente entrare in partita. L’azzurro si è preso subito il primo break, difeso fino al 6-4, e poi ha dominato il terzo set. I colpi di Kudla facevano sempre meno male, Giannessi non sbagliava più, il dritto mancino è diventato più pungente, e allora è entrato in gioco anche il periodo negativo dello statunitense, che si è presentato allo Slam di casa con sette sconfitte di fila sul groppone. L’accoppiamento con un giocatore alla prima esperienza Slam pareva l’occasione per ripartire, ma questo Us Open è il torneo dei qualificati. Hanno già superato il primo turno in tantissimi, e fra loro ha trovato la forza per inserirsi anche l’azzurro.
PRIMA WAWRINKA, POI LA RINCORSA AI TOP-100
Una brutta partenza (e un fastidio all’avambraccio) è costata a Giannessi il quarto set, ma nel quinto ha dominato di nuovo, confermando una qualità vista e rivista negli anni, che nel tennis vale oro. Quando annusa di potercela fare, quando la vittoria passa vicino alle sue mani, il ligure sa benissimo come andarsela a prendere. Così è ripartito forte, prima un break, poi due, quindi addirittura il terzo, per restituire il 6-0 e volare al secondo turno, con 70 punti in cassaforte (45, più i 25 delle “quali”) e 77mila dollari in tasca, praticamente il quadruplo di quanto guadagnato in tutto il 2015. Forse è proprio l’assegno a dare la dimensione del valore di una vittoria così, per un ragazzo che ha sempre avuto la mentalità e la dedizione giusta, e pure tanta voglia di lavorare. Tutti ne parlano un gran bene, dai colleghi ai tecnici di Tirrenia (dove si allena dal 2004!), ma negli Slam ci aveva giocato solamente da under 18, e il tennis che conta l’ha solo annusato. Poi, prima per problemi al ginocchio e poi per una polmonite, per un paio di stagioni era addirittura uscito dal giro delle qualificazioni Slam, e poco più di un anno fa si era trovato a dover ripartire quasi da zero, fuori dai primi 500 del mondo grazie (si fa per dire) a 8 mesi di stop per un’operazione al polso sinistro. Dopo tanta sfortuna aveva addirittura paura a parlare di obiettivi, ma è ripartito fortissimo e in pochi mesi si è riportato vicino ai primi 150. Negli Slam, però, poco da fare. Fuori al primo turno delle “quali” a Melbourne, idem a Parigi e di nuovo a Wimbledon, prima della magia nella Grande Mela. Tre vittorie per garantirsi il main draw, un’altra per andare a sfidare un due volte campione Slam come Wawrinka e trovare la conferma tanto attesa: a questi livelli c’è ancora posto anche per lui. “Gianna” lo sapeva, ha sempre creduto in sé stesso più di chiunque altro, lo si percepiva in ogni intervista. Ma ora l’hanno capito anche tutti gli altri.
US OPEN – Primo turno uomini
Alessandro Giannessi (ITA) b. Denis Kudla (USA) 0-6 6-4 6-1 1-6 6-0
Una prima volta di difficoltà, sorrisi, lacrime di gioia
Il tennis italiano (ri)scopre Alessandro Giannessi: a 26 anni si è regalato il primo Slam a New York e ha lasciato subito il segno: superato in 5 set lo statunitense Kudla e secondo turno da favola con Wawrinka. Un successo che cancella anni difficili e rilancia il sogno top-100. (Foto Tonelli / FIT)