Un anno fa, Serena Williams subiva l'unica sconfitta al primo turno di uno Slam. Da allora, è diventata imbattibile. Virginie Razzano vinceva tra le lacrime, ma non ne ha più azzeccata una.
Virginie Razzano nel giorno della commovente vittoria su Serena Williams
Di Riccardo Bisti – 25 maggio 2013
“Una cosa è chiara: quel giorno non ero sola”. Parola di Virginie Razzano, autrice di una delle più belle imprese del 2012. Mentre a Parigi calavano le ombre, sbattè Serena Williams fuori dal Roland Garros. Ancora oggi, è l'unica sconfitta dell'americana al primo turno di uno Slam. Accanto a Virginie, in una storia da favola, lacrime e pianti neanche celati, c’era l’ex compagno Stephane Vidal, morto un anno prima a causa di un tumore al cervello. L’ha lasciata sola con il corpo, ma non con lo spirito. In quel folle 4-6 7-6 6-3 le permise di recuperare da 1-5 nel tie-break del secondo set, e le fece vincere il nono game del terzo set, uno dei più emozionanti della storia. Virginie era salita 5-0 ma i fantasmi avevano riportato la Williams fino al 5-3. In quel game ci fu tutta la vita della Razzano. 30 punti, due palle disturbate, otto matchpoint scivolati come acqua tra le dita. Ma quel giorno poteva esserci il Padreterno…e avrebbe perso lo stesso. Quella partita ha segnato due destini. Serena Williams ha messo il turbo, mentre Virginie l’ha pagata tutta, fino all’ultimo centesimo. “Li pago tutti, io, i miei debiti / se rompo pago per tre” cantava Luciano Ligabue una ventina d’anni fa. La Razzano si rispecchia come pochi in questa frase. Dopo quel match, Serena Williams ha incontrato Patrick Mouratoglu che le ha cambiato la carriera, forse la vita. Si è presa 10 tornei, tra cui due Slam, e vanta un bilancio di 67 vittorie e tre sconfitte. Un dominio. Da allora, la Razzano ha vinto la miserie di tre partite nel circuito maggiore. Da numero 111 è scesa al numero 178, classifica insufficiente anche solo per giocare le qualificazioni in diversi tornei WTA. E i problemi all’anca la perseguitano. Oggi ha 30 anni e non vuole mollare. La FFT le ha concesso una wild card, dandole l’ennesima chance per rinascere.
Il sorteggio le ha dato una mano, perchè aveva paura di affrontare di nuovo Serena. “Speriamo di non pescarla di nuovo! Sarebbe una sfortuna atroce. Lo scorso anno ho perso moltissime energie nel giocare con lei, preferirei un’altra avversaria”. L'urna le ha messo di fronte la connazionale Claire Feuerstein, pure lei ammessa con una wild card: non male. In caso di vittoria, al secondo turno ci sarebbe Julia Goerges o la qualificata Zuzana Kucova. Lo scontro con Serena Williams arriverebbe soltanto in semifinale: fantascienza. Dopo la partita dell’anno scorso, Williams e Razzano non si sono parlate. Tuttavia, si sono incrociate un paio di volte, a Wimbledon e allo Us Open. La francese ricorda lo sguardo torvo dell’avversaria, la cui memoria è più selettiva. “E’ vero, mi ha guardato con occhi tutt’altro che amichevoli – ricorda la Razzano – ma lo capisco. Mettendomi nei suoi panni, lo posso capire. E’ stata una sconfitta dura da digerire. Penso che abbia vissuto un momento difficile. Non so se sia migliorata, secondo me si. Il suo tennis è ancora più completo. Ma non ho un cattivo rapporto con Serena. Nel 2011, dopo la morte di Stephane, si è avvicinata a me nella palestra di Wimbledon e mi ha fatto le condoglianze. Abbiamo anche parlato qualche minuto. Se vorrà di nuovo parlarmi, per me non ci sono problemi. Ma dipenderà solo da lei”. Da parte sua, la Williams sembra non sentire alcun tipo di astio. “Virginie è una donna forte. In quel momento, ovviamente, non ero contenta per lei perchè vivevo la mia sconfitta”. Quella partita ha cambiato la vita di entrambe. La Razzano dice che le ha regalato una grande popolarità. I francesi la fermano ancora per strada, vogliono complimentarsi. Paradossalmente, è cambiato tutto per la Williams. Era talmente scoraggiata che pensò di affidarsi – prima volta in assoluto – a un coach al di fuori della sua famiglia: Patrick Mouratoglu.
“Mi ha costretto a fare delle scelte che normalmente non facevo – ammette Serenona – è stato come arrivare a un bivio: dovevo girare a destra o sinistra. Ho sempre pensato che avrei potuto andare dritta, invece sono stata costretta a prendere una decisione”. Mouratoglu gestisce un’Accademia nei pressi di Parigi, tra le più rinomate al mondo, ma prima del Roland Garros 2012 non aveva praticamente avuto contatti con la Williams. “Eravamo appena conoscenti – dice la Williams – gli ho scritto un messaggio per dirgli che avevo bisogno di un posto dove allenarmi. Lui mi ha invitato nella sua Accademia e mi ha trovato qualcuno per palleggiare. E’ nata così, non c’era niente di programmato”. Appena ha messo piede in Accademia, ha iniziato a sfogare la sua rabbia per la sconfitta con la Razzano. Mouratoglu l’ha osservata in silenzio, ma alla richiesta di un parere l’ha fulminata. “In tutta la partita, non hai giocato un solo colpo in condizioni di equilibrio. Sei sempre stata fuori equilibrio”. Quando Serena è sotto pressione, commette errori di questo tipo. “Quando hai il tuo equilibrio nella vita, lo trovi anche sul campo da tennis” dice Mouratoglu. La collaborazione è diventata ufficiale solo dopo il successo a Wimbledon e dura ancora oggi. I due hanno anche una relazione sentimentale, è un segreto di Pulcinella. Per la prima volta, Serena ha effettuato una corretta preparazione invernale (allla Mauritius) e i risultati si vedono. Quest’anno ha perso solo dalla Stephens in Australia (ma stava male) e dalla Azarenka a Doha. Adesso vuole trionfare al Roland Garros, laddove è partita la sua rinascita. In questi 11 anni, dall’unico successo a Parigi, ogni volta che ha messo piede a Bois de Boulogne gliene sono successi di tutti i colori. Ma nessuna sconfitta a paragonabile a quella contro la Razzano. Da parte sua, la francese si accontenterebbe di vincere un paio di partite. In fondo, ci crede ancora. Pensa di poter raggiungere quella 16esima posizione WTA vecchia di anni. “Ho voltato pagina. L’anno scorso è stato bello, ma questo è un nuovo Roland Garros. Anche per me”.
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