MIAMI – L’azzurro mostra tutte le sue qualità e schianta alla distanza un Thomaz Bellucci con tutto il pubblico a favore. E’ il primo azzurro negli ottavi a Miami dopo 13 anni.
Andreas Seppi è negli ottavi a Miami. L’ultimo azzurro a riuscirci era stato Gianluca Pozzi
Di Riccardo Bisti – 26 marzo 2013
Le ombre di Maceiò sono lontane. I tanti brasiliani che erano sul campo 1 di Miami, in quel lontano 1992, non erano ancora nati. Ma hanno provato ugualmente a creare un’atmosfera da Coppa Davis nel match tra Andreas Seppi e il loro connazionale Thomaz Bellucci, penultimo latinoamericano rimasto in gara al Sony Open (l’altro è Alejandro Falla). C'erano magliette del Flamengo, del San Paolo, del Corinthians…ma Il carattere dell’azzurro, così tranquillo, si è rivelato perfetto per fronteggiare una situazione complicata, che un paio di giorni fa aveva consentito a Bellucci di superare il bombardiere Janowicz. L’azzurro avrebbe potuto disunirsi dopo aver perso il secondo set. Poteva mettersi male, soprattutto in avvio di terzo, quando Bellucci era in totale fiducia. Spazzolava le righe con il dritto mancino a uscire. Andreas ha continuato a correre come una trottola, mostrando una condizione fisica strepitosa. La popolarità regalata al preparatore atletico Dalibor Sirola è più che meritata. Quando nelle interviste dice di essere più “sciolto”, afferma il vero. Si piega bene, usa lo slice con disinvoltura, sa anche prendere la rete con più agio. Non si è fatto travolgere quando Bellucci era in erezione agonistica, e h cancellato due pericolose palle break in avvio di terzo. Sulla prima ha tirato un gran dritto in diagonale, sulla seconda è stato omaggiato da Bellucci. Ma poi ha conquistato il game e ha trovato il break spacca-partita sul 2-1, alla quarta palla break di un game eterno. Bellucci ha cancellato tre palle con altrettanti missili di dritto, ma poi ha ceduto. Ed è uscito mentalmente dalla partita, lasciando strada a Seppi, vincitore con il punteggio di 7-5 4-6 6-2.
A suo modo, è un risultato storico. Non solo perché Seppi non era mai andato così avanti a Miami, ma anche perché l’Italia non ha un grossa tradizione in questo torneo, anzi. L’ultima volta che avevamo piazzato un giocatore negli ottavi risale al 2000, quando Gianluca Pozzi superò Bjorkman, Koubek e Novak prima di giocare un ottimo match contro Gustavo Kuerten. Per il resto abbiamo ottenuto pochissimo: vantano piazzamenti al terzo turno Simone Bolelli (due volte, nel 2007 e nel 2008), Davide Sanguinetti (2003), Renzo Furlan e Stefano Pescosolido (entrambi nel 1996). Il miglior risultato risale al 1992 e fu colto, pensate un po’, da Diego Nargiso. Il napoletano trovò la settimana di grazia e vinse quattro belle partite contro Carsten Arriens, Aaron Krickstein, Petr Korda (allora n. 10) e Jonathan Stark prima di affrontare Jim Courer, all’epoca numero 1 ATP. Perse 6-7 6-2 6-0, ispirando una delle più famose frasi di Rino Tommasi: “Ha giocato per un set come McEnroe, gli altri due come Nargiso”. Seppi non ha la genialità di Diego (oggi direttore di una bella accademia a due passi da Monte Carlo), ma è in grado di giocare decine di set come…Seppi. E oggi, giocare come Seppi, è un’ottima cosa. Gli ottavi a Miami gli garantiscono 90 punti ATP, insufficienti per migliorare la classifica (anche in virtù delle ottime prestazioni di Haas), ma ottimi per la fiducia e per portare avanti il “Project 17” che lo renderebbe il miglior italiano degli ultimi 30 anni, anche per i calcoli del computer. Se la vedrà con Andy Murray, uscito indenne dal match contro Grigor Dimitrov, che ha buttato via un primo set giocato ottimamente prima di perdere 7-6 6-3.
In campo femminile c’è stata la grande paura per Serena Williams. Opposta a Dominika Cibulkova, la numero 1 WTA si è trovata in svantaggio 6-2 4-1. Era indolente, svogliata, ma ha recuperato la motivazione appena in tempo, conquistando sei giochi consecutivi che le hanno permesso di rovesciare il destino e chiudere con il punteggio di 2-6 6-4 6-2. Ha vinto di carisma, approfittando delle debolezze della Cibulkova, una delle più note “chokers” del circuito. Lo scorso anno, la slovacca perse una partita ancora più clamorosa contro Victoria Azarenka. Alla fine Serena commetterà 52 errori gratuiti, di cui 27 con il rovescio. Le è andata bene, ma non potrà permettersi di giocare così nei quarti contro Na Li, che nel primo match di giornata aveva spento gli ardori di Garbine Muguruza Blanco.
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