A meno di una settimana dal torneo, arriva una wild card per Francesca Schiavone: vi spieghiamo come è stato possibile inserire un invito addizionale, giustamente tributato alla milanese in un gesto di possibile distensione. Per lei e Roberta Vinci sarà un'emozionante passerella. Quest'anno Francesca non ha ancora vinto un match.

Ci eravamo abituati all'idea che una malinconica sconfitta contro Lucie Safarova, un paio d'anni fa, sarebbe stata l'ultima partita di Francesca Schiavone agli Internazionali BNL d'Italia. Sarebbe stato triste. Ancor più triste il rischio che la sua ultima apparizione fosse una comparsata per un suo sponsor, l'anno scorso, su un campo secondario. Per ragioni non ancora troppo chiare, la Leonessa è fuori dal giro delle wild card “ufficiali”: i tre inviti per l'edizione 2018 erano stati annunciati settimane fa: Sara Errani, Roberta Vinci (al suo ultimo torneo) e la vincitrice delle pre-qualificazioni. Ma una scappatoia regolamentare, denominata “Top 20 Wild Card” le offrirà la chance di giocare ancora una volta a Roma, in un torneo che le ha dato tanto e dove ha giocato per la prima volta 20 anni fa, ancora minorenne, quando perse nelle qualificazioni da Tara Snyder. Da allora c'è sempre stata fino al 2016, prima dei fatti dell'anno scorso che hanno acceso una piccola rivolta popolare, specie perché le fu preferita Maria Sharapova, di ritorno dalla squalifica. Nella sua apparizione romana, Francesca scelse il basso profilo. Lasciò intendere di avere una polemica in canna, ma che ne avrebbe parlato al momento opportuno, magari dopo il ritiro. Fedele alla sua imprevedibilità, non ha ancora dato comunicazioni in merito. E fedele al suo stile, ha scelto i social network per informare della wild card ricevuta per gli Internazionali. Un video di 30 secondi la vede disegnare sulla terra rossa la scritta “Roma, sto arrivando”. Ma come è stato possibile? Le risposte arrivano dall'immenso Rulebook WTA, un malloppo di 470 pagine. A pagina 62 ci spiegano tutto: per ogni torneo “non-Mandatory”, oltre alle wild card istituzionali, ci sono due spot per le “Top-20 Wild Card”, destinate a giocatrici che rispettano almeno uno dei seguenti requisiti.

  • Si trovano attualmente tra le top-10.

  • Hanno chiuso la stagione precedente tra il numero 11 e il numero 20 WTA.

  • Ex vincitrici di un torneo del Grande Slam.

  • Ex vincitrici delle WTA Finals.

  • Ex vincitrici di un torneo WTA Premier Mandatory (Indian Wells, Miami, Madrid, Pechino).

  • Ex numero 1 del mondo.

SCELTA DEGLI ORGANIZZATORI
Fino all'anno scorso, la regola era riservata ai tornei WTA International, i più piccoli. Dal 2018 è stata estesa a tutto il circuito WTA, ad eccezione dei Premier Mandatory
. Roma non ne fa parte e, paradossalmente, è stata la sua fortuna. Tuttavia, esistono normative specifiche per i WTA Premier 5 (categoria di cui fanno parte gli Internazionali BNL d'Italia). La priorità per le due wild card va alle top-10, scelte dalla WTA per permettere al torneo di rispettare la “Player Commitment Formula”. Di che si tratta? Semplicemente, il numero minimo di top-10 che devono comporre il tabellone. Per un Premier Five, il numero minimo è sette. Significa che Roma ha diritto ad avere almeno 7 top-10 in gara. Qualora non si arrivasse a tale numero, una o due Top-20 Wild Card andrebbero a top-10 non iscritte (ricordiamo che le più forti hanno l'obbligo di giocare quattro dei cinque Premier 5, quindi hanno diritto a saltarne uno). Per il “disturbo” è previsto un incentivo di 50.000 dollari. Se gli obblighi non vengono rispettati, i tornei ricevono un indennizzo: 100.000 dollari se ci sono 6 top-10, 200.000 se ce ne sono 5, 350.000 se ce ne sono quattro o meno. Non sarà il caso degli Internazionali, che possono contare su tutte le top-10 (più Serena Williams e Victoria Azarenka, che si sono iscritte con il ranking protetto, rispettivamente 1 e 6). Esaurita la priorità, la “Top 20 Wild Card” può essere data “dal direttore del torneo” a qualsiasi giocatrice che faccia parte della categoria che vi abbiamo descritto qualche riga fa. Fino all'anno scorso, la facoltà del direttore del torneo era limitata alle sole top-20 WTA. Adesso, le giocatrici selezionabili abbracciano molte più categorie, tra cui le "ex campionesse Slam", tra le quali rientra la Schiavone. Se WTA e torneo non utilizzano questa possibilità, il posto (o i posti) in tabellone va (vanno) alla/e prima/e giocatrice/i esclusa/e dal main draw. Si tratta di un passaggio importante perché, leggendo il regolamento, la scelta di consegnare la wild card alla Schiavone non sarebbe stata della WTA, bensì degli organizzatori. Un gesto di distensione dopo la freddezza dell'anno scorso. È chiaro che Francesca non avrà gradito di non essere stata tra le prime scelte, ma a caval donato non si guarda in bocca.

2018 SENZA VITTORIE
​Nel momento in cui si è aperto uno spiraglio regolamentare, il torneo ha pensato alla prima giocatrice italiana a vincere un torneo del Grande Slam, oltre ad essere quella con il miglior ranking in assoluto (n.4). Si tratta di un punto importante: qualora le nostre deduzioni fossero corrette, non è stata la WTA a imporre la presenza della Schiavone, bensì il torneo a sceglierla tra le tante giocatrici che rispettano i requisiti. In altre parole: la FIT non ha “subìto” la scelta esterna di far giocare la Schiavone, ma l'avrebbe proposta e incentivata. Se era giusto rimarcare le mancate wild card dell'anno scorso e di quest'anno, è onesto sottolineare questo punto. Sul piano tecnico, Francesca sta vivendo un momento durissimo: scesa al numero 262, quest'anno non ha ancora vinto una partita. Ne ha giocate cinque, perdendo cinque volte al primo turno. Ha giocato l'ultimo match due mesi fa a Indian Wells, dove si è arresa nelle qualificazioni a Jil Teichmann. Per trovare il suo ultimo successo bisogna scorrere fino allo scorso ottobre, quando batté l'americana Ashley Weinhold (n.784 WTA) al torneo di Macon, negli Stati Uniti. I dati statistici servono per non farci troppe illusioni sulla sua performance romana. Sarà interessante vedere che tipo di accoglienza le sarà riservata, tenendo conto che sono già pronti onori e lacrime per salutare Roberta Vinci. Se è vero che Francesca ci sorprende da 20 anni, ci sono buone ragioni per credere che sarà la sua ultima apparizione al Foro Italico. Lo meritava, ed è giusto che sia così. Diciamo che la wild card non è arrivata nel modo più lineare possibile, ma tra 10 anni nessuno ricorderà cosa significa “Top 20 Wild Card” e certe postille regolamentari. Ci si ricorderà dell'ovazione riservata a colei che, insieme a Flavia Pennetta, è stata la più forte tennista italiana di ogni tempo.