Lo Us Open è il torneo che conosce meglio di tutti le logiche del marketing. Tra diritti televisive e vendita di biglietti, ottiene guadagni straordinari. Anche se non tutte le scelte vanno incontro ai giocatori.
Il Billie Jean King National Tennis Center di Flushing Meadows

Di Riccardo Bisti – 21 agosto 2012

 
L’Open degli Stati Uniti è uno dei migliori prodotti di marketing, non solo del tennis ma di tutto lo sport. Ogni aspetto – dalla vendita dei biglietti alla diffusione televisiva – è curato secondo la logica del guadagno. La voglia di dollari ha portato alla nascita del Super Saturday, straordinaria idea di marketing anche se contraria agli interessi dei giocatori, con la finale del singolare maschile meno di 24 ore dopo le semifinali. Gli Stati Uniti sono la patria del marketing, e gli americani sono maestri nel raggiungere il maggior numero possibile di spettatori e vendere il prodotto al prezzo più alto. La fonte principale di incassi riguarda i diritti televisivi. I pacchetti vengono venduti separatamente e nei primi giorni si può negoziare la trasmissione dei match campo per campo, se non addirittura partita per partita. Non è un caso che gli host broadcaster siano tre: la storica CBS, il colosso ESPN e il monotematico Tennis Channel, ben contento di prendere le fasce meno interessanti pur di trasmettere lo Us Open. La possibilità di trattare con tre emittenti consente alla USTA di ottimizzare gli incassi e offrire una copertura TV eccezionale. Da quest’anno, come detto nei giorni scorsi, saranno trasmesse addirittura le qualificazioni grazie a CBS Sports Network. Ovviamente, ogni paese interessato a trasmettere il torneo può negoziare l’acquisizione dei diritti. Eurosport, emittente paneuropea che già trasmetteva Roland Garros e Australian Open, si è assicurata i diritti dello Us Open una decina d’anni fa e non ha nessuna intenzione di mollarli. Attualmente, Eurosport è l’unica TV che trasmette il torneo in Italia.
 
Gli americani sono molto attenti anche alla vendita dei biglietti. Lo Us Open è lo Slam dall’offerta più ampia. Da quando c’è internet è ancora tutto più facile, perché si possono conoscere in tempo reale le varie disponibilità e i prezzi. Non solo l’Arthur Ashe, ma anche il Louis Armstrong e i campi secondari. Gli americani hanno poi deciso di dividere le giornate in due sessioni, diurna e notturna. Solo l’Australian Open offre una programmazione simile, mentre i due Slam europei hanno ancora le vetuste interruzioni per oscurità. A Wimbledon hanno (parzialmente) risolto con il tetto retrattile sul Campo Centrale che consente di giocare anche con il buio (ma non oltre le 23 locali…) mentre il Roland Garros si metterà in “pari” dal 2017, quando sarà pronto il nuovo impianto e dovrebbero arrivare anche le sessioni serali. I prezzi per i posti migliori sono altissimi: si va dai 700 dollari per la sessione notturna delle prime giornate fino a 1500 dollari che si raggiungono (con agilità) per le fasi finali. Ma il capolavoro (di marketing) e la bestialità (tecnica) è il Super-Saturday, con semifinali maschili e finale femminile nello stesso giorno. Fino a qualche anno fa, la finale donne era compressa tra le due semifinali uomini, con il rischio che il vincitore dell’ultima semifinale scendesse in campo molto più stanco del suo avversario. Adesso le donne sono state messe in night session, ma l’irregolarità resta. L’obiettivo era quello di favorire la giornata del sabato (più appetibile per sponsor, pubblico e televisioni) rispetto al venerdì, solitamente dedicato alle semifinali maschili. A New York hanno spostato tutto di un giorno. I pressi sono altissimi, ma le richieste sono molte di più delle offerte. Nonostante la crisi, la gente continua a bramare il suo posto a Flushing Meadows.
 
Comprando in anticipo i biglietti per le ultime due giornate, si ha la certezza di far parte di un grande spettacolo. Non solo tennistico, ma anche mondano. I prezzi per le ultime due giornate sono stratosferici: 1.850 dollari, comprensivi di un posto VIP, l’accesso all’Aces Restaurent o al Championships Bar and Grill, nonché un buono spesa di 200 dollari (ottimo per incitare ulteriori acquisti). I giocatori hanno accettato in silenzio, ma negli ultimi anni le cose sono cambiate. Nelle ultime quattro edizioni, la finale maschile si è giocata di lunedì a causa del maltempo. L’assenza di un tetto retrattile (la cui costruzione non è prevista nel nuovo progetto) ha creato una serie di imbarazzi, tanto da mandare in campo i giocatori in condizioni di sicurezza precarie. E’ passata alla storia una furiosa intervista di Nadal, sotto l’ombrello, in cui si faceva portavoce del malcontento dei giocatori. Ma lo Us Open è più forte, vince sempre lui. Gli interessi economici vengono prima di tutto.