BRINDISI – Che sospiro di sollievo. Tra cambi di formula e alti e bassi di popolarità, l'Italia di Fed Cup non conosce la Serie B da 18 anni. Sarebbe stata una beffa terminarci quando abbiamo tante ottime giocatrici, con più di un trasbordo alla voce “campionessa”. Abbiamo rischiato di finirci a Brindisi, Casa Pennetta, in un weekend che aveva assunto i contorni della maledizione quando Serena Williams si è svegliata dal torpore a due punti dalla sconfitta contro Sara Errani. Si è ripresa e ha portato gli iu-es-ei sul 2-1, proprio come due anni fa a Rimini. All'epoca, la mattatrice fu Varvara Lepchenko. Poi ci fu la rimonta. Ma quando hai di fronte una delle più grandi di sempre, beh, provi Paura con la P maiuscola. Invece l'Italia è uscita da dominatrice, perdendo cinque game nelle ultime due partite: 6-1 6-1 di Flavia Pennetta contro Christina McHale, 6-0 6-3 di Errani-Pennetta contro Williams-Riske, doppio talmente male assortito da risultare imbarazzante. Vedendo giocare la Riske, francamente, ci si domanda come abbia fatto a entrare con le top-50 in singolare. Ma l'Italia ha meritato, a partire da un nuovo doppio che potrebbe inaugurare un progetto nuovo, che Corrado Barazzutti si è augurato nella gioiosa conferenza stampa finale, durante la quale c'è stata l'“irruzione” di Sergio Palmieri che ha portato un gustoso panino alla Errani. “Eh, lei è così, ha bisogno del carburante, sennò non riesce ad andare avanti” ha scherzato Corrado, che però era serio quando ha detto: “Credo che queste ragazze possano andare avanti ancora a lungo. Dipenderà da loro, fin quando ne avranno voglia. Oggi le avete viste…speriamo che si possa andare avanti fino alle Olimpiadi di Rio”. Non ha fatto nomi né cognomi, ma l'equazione è facile: Pennetta-Errani è la nostra nuova coppia d'oro? “Non facciamo progetti così a lungo termine…” ha chiosato la Pennetta, strafelice per aver dato una gioia alla sua gente, da protagonista, dopo una prima giornata seduta in panchina. Chissà che tra qualche settimana non possa esserci qualche novità, almeno nell'immediato.
DUE MURAGLIE UMANE
Su un punto Barazzutti ha ragione: gli anni passano, ma questo gruppo non molla mai. A parte l'inevitabile calo di Francesca Schiavone, le altre restano su ottimi livelli. E l'Italia riesce quasi sempre a mettere in campo la formazione migliore. La qualità media del gruppo è stata fondamentale nel weekend di Brindisi, dove abbiamo stritolato le compagne di Serena. E per poco non battevamo anche lei, soprattutto nel singolare di Sara Errani. La romagnola non ha nulla da rimproverarsi perchè è stata Serena ad alzare il livello nel momento del bisogno. E tutti sanno – Sara compresa – che l'americana sa toccare vette irraggiungibili per tutte. Ma questa partita è carburante (quasi quanto il panino!) per il morale in vista dei tornei più importanti della sua stagione: Roma e Parigi, dove dovrà difendere una finale e un quarto. La terra rossa sublima il gioco di Sara. La esalta, ne ha un bisogno quasi fisico. Sembra risorta dopo un periodo difficile anche per ragioni…para-tennistiche. A proposito di questo, Barazzutti sarà ben contento che il prossimo match sia previsto in febbraio (scopriremo l'avversaria il 3 giugno, il sorteggio si terrà a Parigi). Tra 10 mesi, un ritorno in gruppo di Roberta Vinci potrebbe essere gestito con più facilità. Oggi le scorie sono ancora fresche, e nessuno ha avuto il coraggio (o forse c'è stato pudore?) di fare il nome di Roberta Vinci. Ripartiremo dal World Group I, dove ci faranno compagnia avversarie tradizionali (Francia, Repubblica Ceca, Russia, Germania) e le new entry (Svizzera, Olanda e Romania). Ma cosa resterà di questo weekend? L'immagine più vivida riguarda sicuramente il pubblico: due muraglie umane, 4.000 spettatori che hanno mostrato una passione eccezionale. Capita spesso, è fisiologico, che al termine di un set o di una partita le tribune si svuotino. A Brindisi no, trovare posto era un'impresa. E tante persone si sono sedute sugli scalini pur di esserci.
ERRANI NON HUMANUM EST
Pubblico numeroso ma anche corretto: applausi anche al team americano e una certa deferenza per Serena, ammirata quasi come un'extraterrestre, anche se lo striscione più simpatico era dedicato alla Errani. Nel complesso, il migliore del weekend. “Errani non humanum est”. Ci ha anche provato, Sara, a perseverare. Ma è stata Serena a diventare diabolica. Lo è stata anche con la stampa: nonostante la prassi obblighi a una conferenza stampa dopo ogni match (la Errani è venuta a parlare con i capelli ancora bagnati post-doccia), ha cercato di evitare di parlare con i giornalisti. E' stata trovata una soluzione “ibrido”, con i soli cronisti della stampa scritta condotti fuori dallo spogliatoio americano per una chiacchierata da “not more than five question” all'aria aperta, mentre a 50 metri si sentivano i boati del pubblico che stava sostenendo la Pennetta. Ed è stata proprio Flavia la protagonista del weekend, ancor più di una Errani che è stata la migliore in campo in assoluto, anche nel doppio. Dopo il successo, si è concessa ai suoi concittadini dopo aver spruzzato bottiglie d'acqua a tutti, soprattutto a Barazzutti, tanto da arrivare in leggero ritardo davanti al plotoncino di guardoni professionisti. Mentre Karin Knapp ha fatto un gran tifo dalla panchina, alla festa sul campo è mancata Camila Giorgi, ufficialmente perchè non indossava la divisa del team. Ha dato baci e abbracci a tutti, poi è andata via. Ma questa vittoria è anche sua, perchè nel primo giorno ha messo in seria difficoltà Serena e ha fatto capire alle altre che l'impresa non era impossibile. Ha fatto vedere la strada, plasmata dalla Errani e sublimata da Errani-Pennetta nel doppio. L'Italia resta dove merita e il futuro immediato può ancora sorriderci. Per il medio termine, e per chi verrà dopo Barazzutti, la storia potrebbe essere diversa. Speriamo che il lavoro della bravissima Tax Garbin, responsabile delle over 18, possa dare i frutti sperati. Ma non è questa la sede per parlarne. Oggi è giusto gioire.
FED CUP – PLAY OFF WORLD GROUP I