Fabio Fognini e Simone Bolelli mancano il titolo a Shanghai, battuti con un doppio 6-3 dalla coppia Klaasen/Melo. Ma l’importante era tornare a far bene dopo un periodo di buio e garantirsi le ATP Finals, dove possono puntare a un risultato di prestigio.Partiamo dal bicchiere mezzo vuoto: Fabio Fognini e Simone Bolelli hanno mancato di nuovo il primo titolo in un Masters 1000, come già a Indian Wells e Monte Carlo, questa volta per mano della nuovissima coppia composta dal sudafricano Raven Klaasen e dal brasiliano Marcelo Melo. Due doppisti navigati, nel circuito da tempo, ma che non avevano mai giocato insieme prima della scorsa settimana. Il gigante Melo (2 metri e 3 centimetri) ha fatto quasi tutta la stagione con Ivan Dodig, vincendo pure il Roland Garros, mentre Klaasen ha cambiato un paio di partner prima di sposare la causa del carioca. Ed è stato un successo: titolo all’esordio a Tokio sette giorni fa e bis a Shanghai, con la ciliegina sulla torta del trofeo ritirato dalle mani di Rod Laver. Per i due fanno otto incontri senza sconfitte, l’ultimo chiuso con un doppio 6-3. Sono risaliti da 0-2 in entrambi i set per archiviare la pratica in poco più di un’ora, grazie a una maggiore lucidità nei rapidissimi punti tipici del doppio e a un Fognini particolarmente giù di corda, tanto da scusarsi con Bolelli pure nel discorso durante la premiazione. Ma per Fabio e Simone c’è anche un bicchiere mezzo pieno. Se la si guarda da un altro punto di vista, la loro finale allo Shanghai Rolex Masters (dove sugli spalti è comparsa pure una bandiera tricolore) mostra due aspetti positivi molto interessanti: il primo è che sono tornati a ottenere un ottimo risultato dopo aver raccolto pochissimo dal Roland Garros in avanti, il secondo che si sono garantiti un posto alle ATP World Tour Finals. Non è quasi mai stato in discussione, ma nemmeno una certezza, e gli appena 270 punti messi insieme dopo Parigi non erano affatto un bel segnale. Invece ora è sicuro grazie ai 600 raccolti al Qizhong Tennis Center, che permettono ai due azzurri di salire al quinto posto della Race e di staccare il biglietto per l’O2 Arena. Il titolo gli avrebbe regalato il podio, ma in chiave Masters cambia poco.
 
A LONDRA PER UN GRANDE RISULTATO
Per i vincitori dell’Australian Open il doppio rimane sempre e comunque in secondo piano, ma non hanno mai nascosto l’obiettivo ATP World Tour Finals. Anzi, ci tenevano particolarmente, sicuri di potersi presentare in riva al Tamigi per sognare il bottino pieno. A patto che non riescano a qualificarsi pure Jack Sock e Vasek Pospisil (dovrebbero recuperare oltre 600 punti a Bopanna/Mergea), i ‘Chicchi’ saranno l’unica coppia di singolaristi prestati al doppio presenti al maxi-evento dell’O2 Arena, e potrebbe essere un bel vantaggio. Perché? Perché a differenza di tutti gli altri, abituati a giocare sempre esclusivamente il doppio, gli azzurri si troveranno in una situazione tutta nuova. Per la prima volta potranno concentrarsi solamente sulla specialità, allenandosi in funzione di quella. Visto che dal punto di vista prettamente tennistico saranno i migliori giocatori in gara, è lecito attendersi un bel risultato. In più, la loro prima volta da doppisti arriverà nel contesto ideale. Spesso anche i match importanti dei tornei più prestigiosi vengono programmati su dei campi secondari, senza troppo pubblico. Alle Finals, invece, il doppio viene trattato esattamente come il singolare. Per la formula (due round robin da quattro, poi semifinali e finali), per la presentazione dei giocatori e pure per l’attenzione mediatica che riceve in termini di comunicazione e programmazione, con gli incontri fissati sempre prima dei match di singolare. Vuol dire respirare la stessa aria che respirano Novak Djokovic e compagni, spesso davanti a un pubblico quasi pari. Il contesto ideale per sentirsi protagonisti e non comparse, come invece (purtroppo?) accade nei tornei del circuito. Ultimo punto a favore: la storia recente del torneo. Lo scorso anno il titolo è andato ai Bryan, ma nelle due stagioni precedenti vinsero Marrero/Verdasco e Granollers/Lopez. Due team sorpresa, peraltro con un singolarista puro, capaci di dribblare le coppie più esperte. Significa che giocare senza alcuna pressione, come faranno Fabio e Simone, conta un sacco.
 
MASTERS 1000 SHANGHAI – Finale doppio
Klaasen/Melo (RSA/BRA) b. Bolelli/Fognini (ITA) 6-3 6-3