Le settimane che intercorrono tra Wimbledon e Us Open non sono le più importanti del tour, ma spesso offrono spunti di un certo interesse. La settimana appena trascorsa ha premiato tre giocatori di sicuro valore come Benoit Paire, Dominic Thiem e Bernard Tomic. Ecco com'è andata.
FINALMENTE PAIRE
Alzi la mano chi sapeva che Benoit Paire non aveva mai vinto un titolo ATP. Ex top-25 ATP, semifinalista Masters 1000, pieno di talento…eppure, a 26 anni, la casellina era ancora vuota. Imprevedibile come sempre, il francese ha assaporato il successo sulla terra rossa di Bastad. Il transalpino è il sesto giocatore ad aggiudicarsi il primo titolo ATP nel 2015: prima di lui ce l'avevano fatta Vesely, Estrella Burgos, Sock, Thiem e Istomin. Un successo più che mai meritato, visto che ha superato due specialisti come Pablo Cuevas (campione in carica) in semifinale e Tommy Robredo in finale. Sin dai primi giorni si era capito che aveva trovato il giusto feeling, soprattutto con il rovescio. A sorpresa, ha giocato molto bene nei punti importanti. Come nel tie-break del primo set, quando ha cancellato due setpoint allo spagnolo. Nel secondo gli bastava un break per sigillare il 7-6 6-3 finale. A dispetto della sua fama, è rimasto glaciale e ha chiuso con un ace. “E' stata una settimana perfetta, giocare una finale e vincerla contro un giocatore come Tommy è un sogno. C'era molta pressione ma credo di aver giocato bene. Spero che non sia il mio ultimo titolo”. Curiosità: nel 2015, Paire ha vinto sia un future, che un challenger, che un ATP. L'ultimo a raccogliere la curiosa tripletta era stato Steve Darcis nel 2006. Robredo resta a bocca asciutta, ma almeno non ha subito il contraccolpo psicologico della brutta sconfitta in Davis. “Sono felice, non mi aspettavo di arrivare in finale”. Certo, sarebbe stato meglio acciuffare il terzo titolo a Bastad dopo quelli del 2006 e del 2008. Ma ci si può anche accontentare.
THIEM VINCE SOTTO GLI OCCHI DI DJOKOVIC
L'accostamento è sin troppo facile: 20 anni fa, su quello stesso campo, Thomas Muster vinceva il Croatia Open di Umago per la terza volta. In una bella serata estiva, Dominic Thiem ha imitato l'illustre connazionale e si è preso il secondo titolo in carriera dopo quello vinto due mesi fa a Nizza. L'impresa, il l'ossigenato Dominic, l'aveva infilata in semifinale contro Gael Monfils. Nel match clou ha rifilato un secco 6-4 6-1 a Joao Sousa. In tribuna, accolto da un'ovazione, c'era Novak Djokovic. “E per questo è stato un giorno speciale – ha detto Them – di solito è lui a deliziarci, oggi si sono rovesciati i ruoli. Per me Umago è un torneo speciale: ci ho giocato diverse volte da junior e ho sempre sognato di vincerlo, giocando di sera in uno stadio pieno”. Il break spacca-partita è arrivato al settimo gioco, quando alcune palle corte di Thiem hanno tagliato le gambe al portoghese. Da lì in poi, ha vinto sette degli ultimi otto game e ha potuto esultare. E festeggiare. “Ma senza esagerare: Stasera farò una bella cena con i miei amici, ma non sarà una grande festa perché domani mi aspettano otto ore di macchina per arrivare a Gstaad”. Non si è certo montato la testa. Come Djokovic, che ha detto: “Sono venuto in nome dei vecchi ricordi. Adesso che sono uno spettatore inizio ad avere nostalgia…prima del ritiro tornerò di sicuro e giocherò un altra volta a Umago”. Per la gioia di un pubblico che è tra i più allegri ed entusiasti dell'intero circuito ATP.
TOMICA FA PARLARE DI SE' PER IL TENNIS
Una risposta sul campo era quello che ci voleva. Per una volta, si parla di Bernard Tomic per quello che ha fatto giocando a tennis. Niente polemiche con la sua federazione, niente arresti in hotel…no, stavolta “Bernie” esulta per il terzo titolo ATP in carriera, il secondo sul cemento di Bogotà, dove si era imposto anche l'anno scorso. Testa di serie numero 2, ha confermato i pronostici che lo vedevano favorito dopo l'eliminazione di Ivo Karlovic. In finale ha superato Adrian Mannarino, giustiziere del croato, con il punteggio di 6-1 3-6 6-2. Per lui è la nona vittoria su nove partite giocate a Bogotà, anche se ha avuto un tabellone non esattamente proibitivo. Prima di Mannarino, aveva battuto Adrian Menendez Maceiras, Tatsuma Ito e il 35enne Michael Berrer. Ma le partite vanno vinte, e lui l'ha fatto. “E' stata una stagione positiva – dice Tomic – sono partito intorno al numero 70 ATP e adesso sono vicino alla 20esima posizione. Proverò a giocare altrettanto bene nei prossimi tre mesi e magari chiudere tra i primi 15. Ogni titolo ATP si ricorda, sono orgoglioso di aver difeso il mio titolo”. Dopo il successo, Tomic ha incassato i complimenti via Twitter di Lleyton Hewitt e si è preso pure 124.325 dollari, cifra ben superiore agli 80.000 euro vinti da Paire e Thiem, che pure hanno avuto un percorso più difficile. “Bernard giocava basso, così è stato difficile giocare aggressivo. In altitudine non puoi sparare sulle palle basse – ha detto Mannarino – dovevo aspettare il momento giusto, ma non arrivava mai. Non ho trovato il bilancio nei giusti momenti. C'è sempre qualche rimpianto, il tennis è uno sport complicato, in ogni partita devi prendere migliaia di decisioni. Stavolta non ho preso quelle giuste, spero di fare meglio la prossima”.