Lo svizzero si aggiudica il più bel match del torneo, rimontando due set a Gasquet. Hanno tirato 150 vincenti. Stanislas ha fatto l'ultimo step, Richard ci sta ancora lavorando.
L’abbraccio tra Stanislas Wawrinka e Richard Gasquet
Di Riccardo Bisti – 4 giugno 2013
Dei 128 giocatori iscritti al Roland Garros, ne sono rimasti otto. Due dati balzano all’occhio: l’età media, superiore ai 29 anni (il più giovane è Novak Djokovic, 26 anni), e la rinascita del rovescio a una mano. Sarà pure un colpo in via d’estinzione, eppure lo gioca il 50% dei superstiti. E non è un caso che il match del giorno sia stato il derby francofono tra Richard Gasquet e Stanislas Wawrinka, due dei più brillanti esponenti del colpo. Si è imposto 6-7 4-6 6-4 7-5 8-6 lo svizzero, più solido sul piano fisico. Gasquet ha sofferto di crampi per tutto il quinto set, ma ha combattuto fino all’ultima palla. Si sono visti la bellezza di 149 colpi vincenti (92 di Wawrinka, 57 di Gasquet), una cifra astronomica. Ma c’è stato di tutto: qualità, intensità e il tifo del pubblico, acceso ma corretto. Non sono mancate le palle contestate, soprattutto da Wawrinka. Sotto di due set, si è inferocito più volte per le chiamate dei giudici di linea. Ma lo svizzero, seguito in panchina dal neo-coach Magnus Norman e dal capitano di Davis Severin Luthi, ha una grande qualità: sa azzerrare le memorie negative e gioca ogni punto a mente fresca. “E’ stato un match folle – ha detto a caldo – Richard mi ha obbligato a giocare al top. C’era un’atmosfera simile alla Coppa Davis. Sinceramente non so come ho fatto a vincere”. Il match avrebbe potuto prendere una piega diversa in avvio, quando Gasquet ha cancellato sette palle break nel primo set e lo ha vinto al tie-break, peraltro recuperando da 1-3. Il francese era carico come non mai, anche con la gestualità. Si era stufato di perdere sempre negli ottavi di uno Slam.
Perso anche il secondo, Wawrinka era sempre più infuriato per le chiamate dei giudici di linea, tanto da chiedere espressamente la sostituzione di un elemento. Ha coinvolto il giudice arbitro ma la sua richiesta è stata respinta, rendendolo ancora più nervoso. “Suvvia, non ha commesso un piccolo errore. Lo ha commesso enorme”. Persino Gasquet ha provato a calmarlo. Nonostante le polemiche, è rimasto concentrato e si è aggiudicato il terzo set con un gran dritto. Nel quarto, il francese ha avuto la grande chance sul 4-4, quando si è procurato una palla break che lo avrebbe mandato a servire per il match. Non l’ha sfruttata, e il suo match è virtualmente finito lì. Nel quinto, in preda ai crampi, è storicamente rimasto in partita fino al 6-6, ha avuto anche un paio di situazioni favorevoli, ma si è dovuto arrendere. Ma le parole non bastano per raccontare uno spettacolo eccezionale. Nella fasi calde, abbiamo visto una dozzina di colpi vincenti di fila. Libidine tennistica.
I due sono quasi coetanei, ma Wawrinka è cresciuto di più. Vissuto all’ombra di Roger Federer, era noto per giocare male nei momenti importanti…o giocare bene e perdere. La sconfitta contro Djokovic in Australia, unita a quella in Davis contro la Repubblica Ceca, è stata una mazzata durissima. Per sconfitte del genere, c'è chi non si è più rialzato. Invece Stan ha elaborato la delusione ed è diventato ancora più forte. E’ tornato tra i top 10 e salirà ancora, aiutato da un giovane demiurgo come Norman. Esce bene anche Gasquet. A sostenerlo c’era la strana coppia Grosjean-Piatti, che gli ha dato continuità e un minimo di stabilità fisica. La strada è giusta, perchè fino a un paio d’anni fa sarebbe crollato. Invece, nonostante i crampi, ha avuto due palle break sul 5-5 al quinto (annullate alla grande dallo svizzero). Gli manca ancora qualcosa, ma la strada è giusta. Nemmeno lui pensava che sarebbe stata così lunga. Magari l’anno prossimo non chiederà più agli organizzatori di farsi collocare sul Campo Lenglen per avere meno pressione. Wawrinka è un uomo nuovo. Gasquet sta lavorando per diventarlo, ma non ce l’ha ancora fatta. Per questo è finita così.
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