ATP UMAGO – Buon esordio di Fabio Fognini. Vince un delicato primo set contro Albert Montanes e poi fila via liscio. Sotto gli occhi di Barazzutti, ha ritrovato il suo gran dritto in corsa. Che sia un segnale? br />
Dall’inviato a Umago, Riccardo Bisti – 25 luglio 2014
Prima di affrontare Albert Montanes sul Centrale di Umago, Fabio Fognini aveva giocato ben 356 partite nel circuito ATP. Tante erano più importanti rispetto al primo turno di un ATP 250. Però l’attesa era grande. La sfida era delicata perché arrivava dopo un momento difficile, in cui la glorificazione dell’anno scorso e di inizio 2014 si era trasformata nella solita cantilena di critiche. L’azzurro si è imposto col punteggio di 7-6 6-0 e ha provato a cancellare i fantasmi degli ultimi tornei, dove la pressione (perché poi è la pressione…) gli ha fatto perdere punti importanti, e dove il suo comportamento non è stato sempre impeccabile. In un completo nero, perfetto per le sessioni serali, l’azzurro è partito benino (1-0 e 0-30 sul servizio dello spagnolo), ma lì Montanes ha trovato il meglio di sé. Un paio di ace e qualche errore di Fabio lo hanno portato addirittura in vantaggio di un break. E lì, ahinoi, qualche segnale di nervosismo c’è stato. Però Fognini ha capito che questo torneo può ridare ossigeno al morale e alla classifica. E sotto gli occhi di Corrado Barazzutti (nel suo angolo, attorniato da papà Fulvio e dalla sorella Fulvia), testimone di alcune delle sue più belle partite, si è rifatto sotto. La tattica troppo difensiva dei primi game ha via via lasciato spazio a un po’ di aggressività e il break del 4-4, puntuale, è stato accompagnato da un bel “Vamos!”. Tuttavia, vincere il primo set è stato fondamentale in virtù di quanto accaduto nei game successivi: sul 5-4 e 15-30, ha sbagliato un dritto che lo avrebbe issato a setpoint e si è fatto riacchiappare. Nel game successivo è stato bravo a tenere il servizio nonostante Montanes gli abbia tirato un vincente con una corda rotta. E nel tie-break ha dominato, chiudendo 7-2 con ben tre punti conquistati a rete. Nel secondo, lo spagnolo è uscito dal match e si è aggiudicato la miseria di tre punti.
GRANDE CONCORRENZA
Abbiamo indugiato nella cronaca perché – giustamente – si sottolinea come Fognini si faccia spesso travolgere dagli eventi. Stavolta, nonostante qualche difficoltà, non si è fatto condizionare e ha battuto un giocatore sempre ostico, lo stesso con cui aveva giocato il memorabile ottavo del Roland Garros 2011. Ma era un altro Fognini. Quello di oggi è ambizioso e punta sempre più in alto, per quanto la concorrenza sia temibile. Adesso che è sceso al numero 20 ATP, sentirà meno la pressione per questi “benedetti” top-10 che gli chiedono a gran voce sin da gennaio. Tutti dicono che Fognini ha il “potenziale” per riuscirci. E’ certamente vero, ma davanti a sé ha una delle migliori top-10 di sempre. Provateci voi a inserirvi con costanza tra gente come Ferrer, Berdych, Tsonga, Dimitrov, Raonic e Gulbis. Insomma, l’impresa è più difficile di quel che sembra. Umago è un torneo “amico”, dove Fabio è considerato una star e il tabellone non sembra irresistibile. Nei quarti, ad esempio, affronterà il giovanissimo Borna Coric, piccola-grande sorpresa della settimana. Il 17enne croato, nello stesso stadio dove aveva esordito in Coppa Davis (perdendo da Murray), ha battuto Roger Vasselin e Zeballos. Diventerà forte, non c’è dubbio, ma Fognini non può permettersi di sbagliare, magari cercando di imitare Ferrer, che sei giorni fa ha ridimensionato la stella di Alexander Zverev.
QUEL PICCOLO SEGNALE
A Umago non c’è coach Josè Perlas, ma Fabio non è solo. Corrado Barazzutti ha deciso di seguirlo per monitorarlo da vicino anche in attesa di una semifinale di Coppa Davis che dista una cinquantina di giorni. La trasferta in Svizzera si presenta proibitiva, ma non prepararla a dovere sarebbe delittuoso. Fabio sembra tranquillo, il fisico risponde a dovere e poi c’è un piccolo segnale che fa ben sperare: per la prima volta, dopo qualche mese, lo abbiamo visto giocare il suo gran dritto incrociato in corsa, un colpo che era diventato un marchio di fabbrica e che lo aveva un po’ abbandonato in un periodo non troppo semplice. Un bel risultato a Umago potrebbe dargli slancio per una stagione americana dove i punti da difendere sono zero. Lo ripetiamo: ZERO. E per questo valgono doppio. Si spiega così, anche in chiave futura, il titolo che abbiamo scelto. Non ce ne vogliano i Cilic e i Robredo, ma Fabio ha davvero un gran bisogno di fiducia. Sarebbe molto importante, al di là dei 250 punti offerti dal Vegeta Croatia Open.
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