Ci sono persone, come Garbine Muguruza, che ti trasmettono qualcosa sin dal primo momento in cui le vedi. Non ti lasciano indifferente. Ricordo di essermi fermato per un po’ quando l’ho vista giocare per la prima volta. Aveva già il suo mezzo sorriso, quello sguardo a metà tra il dolce e l’assassino. Mi ha impressionato. Garbine è già una realtà. Sin dalla finale a Wimbledon dell’anno scorso è sotto l’occhio dei riflettori: è giovane, gioca bene, possiede una buona energia e la testa ben centrata. Il tennis femminile ha bisogno di giocatrici giovani, facce nuove, leader che lo possano rilanciare a livello del tennis maschile. Lei ha tutto questo potenziale. L’industria del tennis ha bisogno di una ricambio generazionale con grandi leader. La generazione attuale può riuscirci e, con la vittoria a Parigi, Garbine si è collocata in pole position davanti alle future rivali come Madison Keys e Simona Halep. Dovesse realizzarsi, il futuro è entusiasmante. Per la Spagna arriverà aria nuova, spero che la sua rivalità con Carla Suarez Navarro possa rilanciare il nostro tennis in modo che tante ragazzine vogliano iniziare a giocare.
Ciò che distingue il suo gioco è l’aggressività. Non si preoccupa di come gioca l’avversaria, lei attaccherà sempre e comunque. E’ lei che vuole conquistare i punti. Tuttavia, i suoi colpi possono migliorare, soprattutto il servizio e le volèe.
Ha un piano ben chiaro, e con la maturità potrà essere ancora più costante nei suoi attacchi per conservare energia, in modo da applicare in modo migliore la sua tattica e scegliere il momento giusto per ogni colpo.
Qui fa la differenza: ha lavorato molto nella forza e nella resistenza e i risultati si vedono. Può mantenere una certa aggressività senza stancarsi e abbassare il livello. Può migliorare i cambi di ritmo. E’ molto completa per la sua altezza e l’ampiezza dei movimenti.
E’ una privilegiata. Non ha paura di niente, affronta le situazioni con disinvoltura, gestisce bene le difficoltà, trova sempre il modo di continuare a fare quello che le riesce bene e questo fa la differenza. La sua aura in campo, il modo di camminare e il linguaggio del corpo la rendono temibile, perché la grande fiducia nel suo tennis mette soggezione all’avversaria.
Adesso dovrà assimilare questo successo in modo corretto e tranquillo. L’anno scorso, dopo la finale a Wimbledon ha vissuto un’estate difficile, irregolare, ha cambiato coach e tutto questo ha influito sui risultati. Adesso deve godersi il momento. L’erba si adatta al suo gioco, specie se arriverà bene sul piano fisico. Non si può rilassare e deve arrivare a Londra fresca per continuare su questo livello. Deve essere cosciente di essere arrivata al numero 2 del mondo, e che davanti a sé ha un’occasione unica per diventare la migliore. Forse non ci riuscirà a Londra, nemmeno se dovesse battere Serena, ma se mantiene la forma e gioca una buona estate fino allo Us Open, beh, avrà la sua possibilità. In caso contrario, sarà solo questione di tempo.