Chicago è divisa in tre grandi aree. North Side, West Side e South Side. Quest'ultima, circa 800.000 abitanti, di cui il 93% di colore, è tristemente nota per il suo degrado. Razzismo, povertà, criminalità. Un luogo malfamato, dove è ambientata anche una serie TV (Shameless) in cui viene descritta una difficile realtà, senza troppe licenze poetiche. Da qualche mese, tuttavia, South Side è famosa per un altro motivo. È lì, nel cuore del ghetto, che Kamau Murray ha deciso di provare a costruire un sogno. Un luogo dove il tennis possa diventare uno strumento di riscatto, che possa cambiare l'immagine di questo posto. La notorietà mondiale è arrivata quasi per caso, grazie alla partnership con Sloane Stephens. Ragazza della California, abituata a tutte le comodità di un mondo patinato, si è ritrovata ad allenarsi in un'accademia piena di bambini disagiati, dove è in vigore una scala mobile che renderebbe orgoglioso Enrico Berlinguer. Una lezione collettiva non costa più di 80 dollari all'ora, ma i costi sono stabiliti in base al reddito della famiglia dell'allievo. E parecchi non pagano. Grazie al trionfo della Stephens allo Us Open, il progetto di Murray è diventato famoso in tutto il mondo. Il progetto iniziato tanti anni fa sta per vedere la luce. In un certo senso è già operativo, nel senso che l'accademia XS Tennis è già pronta, con i suoi 32 campi da tennis (16 indoor e 16 all'aperto, tra cui 4 in terra battuta). Ha dovuto lottare con le istituzioni, ci sono stati mille rallentamenti, ma alla fine l'impianto è ultimato. A marzo sarà operativo al 100%, poi a luglio ci sarà la grande inaugurazione, cui prenderanno parte diversi professionisti. C'è da credere che ci sarà anche Sloane Stephens. E non mancherà Billie Jean King, che fa parte del consiglio di amministrazione ed è una viva sostenitrice di Murray. “È fantastico avere qualcosa del genere a South Side – ha detto la King – nel mondo è pieno di bambini che non hanno la possibilità di giocare a causa del luogo e delle condizioni in cui sono nati. Però Kamau è una delle persone migliori che abbia mai conosciuto”.
TAYLOR TOWNSEND APRE LA STRADA
Murray ha sentito la vocazione dell'insegnamento sin da bambino. Pur essendo un nero di Chicago, viene da una famiglia di discreta collocazione. Sua madre faceva l'insegnante, suo padre era un avvocato. A tennis giocava bene, tanto da ricevere una borsa di studio per andare frequentare la Florida A&M University. In quel periodo divenne assistant coach della squadra, salvo poi tentare a fare il professionista. L'avventura è durata tre mesi, tempo necessario per rendersi conto che non aveva la qualità necessaria. Nel 2005 è tornato a Chicago, dove aveva trovato lavoro come rappresentante della casa farmaceutica Pfizer. Nel tempo libero dava lezioni di tennis ai giovani della zona. Tra loro emerse una ragazza che in poco tempo sarebbe diventata la numero 1 del mondo tra le Under 18: Taylor Townsend. I successi di Taylor hanno fatto uscire il suo nome dal ghetto di Chicago. E così, grazie a un prestito del padre, ha acquistato per 90.000 dollari l'unico progetto tennistico presente a South Side. È iniziata così l'utopia chiamata XS Tennis. Per la prima volta, il nome della Contea è uscito dal ghetto per ragioni diverse da violenza, povertà e razzismo. Capitava che i suoi bambini battessero spesso e volentieri i bianchi in giro per gli Stati Uniti. Il suo nome circolava sempre di più, così come i suoi obiettivi. Per ogni bambino che mette piede nella sua accademia, Murray ha tre traguardi: tenerlo lontano dalla criminalità, farlo crescere e farlo vincere. Negli ultimi anni, 40 ragazzi di XS Tennis hanno ottenuto una borsa di studio per le varie università americane. La più brava di tutte è stata Zoe Spence, prima afroamericana di sempre a ottenere una borsa di studio completa per accedere alla Notre Dame University.
IL MIRACOLO DI SLOANE STEPHENS
Non è una novità che ottimi giocatori emergano da South Side. Per intenderci, gli unici n.1 junior americani degli ultimi 30 anni sono emersi proprio da lì: oltre a Taylor Townsend, c'è stato anche Donald Young. XS Tennis ha poi prodotto un miracolo chiamato Sloane Stephens. Se è vero che dopo lo Us Open non ne ha più imbroccata una, il successo dell'anno scorso passerà alla storia come uno dei più sorprendenti dell'Era Open. Sybil Stephens, mamma di Sloane, ha detto che l'incontro con Murray è stata una specie di tempesta perfetta. “Per lei è importante avere Kamau al suo fianco, aveva bisogno di un mentore”. Prima della finale dello Us Open contro Madison Keys, a Sloane venne un attacco d'ansia. Contravvenendo alle loro abitudini, ovvero chiudere ogni contatto dalla fine dell'allenamento fino al giorno dopo, l'hanno chiamato nella stanza di Sloane per tranquillizzarla. Una volta arrivato, ha preso carta e pennarello e si è messo a disegnare delle X e delle O. Il disegno mostrava la tattica che avrebbe dovuto tenere in finale, cercando spesso il dritto della Keys. “Ma sei pazzo? Lei ha uno dei migliori colpi del tour”. Ma Kamau aveva capito che Madison non ama colpire correndo verso destra. Insistendo da quella parte, l'avrebbe fatta uscire dalla zona di comfort. Sloane ha eseguito alla perfezione e il miracolo è avvenuto. “Va tutto bene anche oggi” dice Murray, alludendo ai sei mesi di sconfitte della Stephens. Il problema, forse, è un altro. Aiutare una giocatrice a vincere uno Slam non era il suo obiettivo principale. Lui voleva, vuole e vorrà dare una mano ai ragazzi neri di South Side. Ogni vita strappata alla criminalità, ogni borsa di studio, beh, offre meno popolarità. Ma è ben più importante.