IL COMMENTO – Si avvicina alla conclusione il Processo d'Appello a carico di Bracciali e Starace. In attesa della discussione finale, ad oggi non sembrano emergere elementi probatori così pesanti. Però l'opinione pubblica li ha già condannati… 

ROMA – Non fosse che la sua Juventus era impegnata a Napoli, la battuta sarebbe sorta spontaneamente: non è che Luigi Chiappero ha abbandonato l'udienza d'appello per andare a seguire la sua squadra? L'attesa udienza del 26 settembre, infatti, è stata sospesa su istanza dell'avvocato che ha difeso la Juventus in varie vicende giudiziarie, da Guariniello in poi. In questo processo tennistico, Chiappero difende Potito Starace ma la sua istanza (un aereo già prenotato che lo avrebbe riportato a Torino) ha fatto slittare la discussione decisiva, rimandata al 2 ottobre. La storica decisione di Alfredo Biagini (al centro nella foto in alto. A sinistra, Mario Procaccini, a destra Luigi Supino) di ammettere TennisBest all'udienza ha garantito massima trasparenza al processo, ma ad oggi possiamo raccontarvi soprattutto di schermaglie su aspetti procedurali. E' ovvio che le strategie difensive comprendano un po' di ostruzionismo: il termine di 60 giorni per depositare la sentenza, pena la nullità del processo, era una chance troppo ghiotta. Per questo, ad oggi, il dibattimento non si è ancora posto la domanda cruciale: Daniele Bracciali e Potito Starace hanno davvero organizzato una combine per il match di Barcellona 2011? Se ne parlerà il 2 ottobre, quando l'udienza verterà esclusivamente sul merito, dopo che le questioni preliminari sono finalmente esaurite tra deduzioni, eccezioni, schermaglie e qualche frecciata.

BRACCIALI TRA PENSIONE ATP E RANKING PROTETTO
Chi la vive con più apprensione è Daniele Bracciali: incontrato fuori dal Palazzo delle Federazioni, era più che disponibile a quattro chiacchiere informali. Non sta giocando molto a tennis (“Ma mi tengo in forma con il calcio”), però non tutto gli gira male: oltre al piccolo Niccolò, gli arrivano buone notizie dall'estero. L'ATP gli ha garantito la classifica protetta perché non gioca da oltre sei mesi: “Mi trovo intorno al numero 85-86, non è male” ha detto, ingolosito dall'idea di poter tornare. Inoltre gli è stata riconosciuta la pensione dell'ATP perché, all'ultimo tuffo, ha acciuffato i top-40 di doppio per il quinto anno, minimo per accedere al piano pensionistico. “Pensate che ho trovato i punti necessari vincendo il primo turno a Mosca, proprio con Potito. Erano appena uscite le intercettazioni e in tanti mi hanno chiesto perché abbiamo giocato: il motivo è questo, quella partita rivestiva un'importanza enorme, altrimenti sarei rimasto fuori di un soffio dai top-40”. Per pensare al tennis giocato, tuttavia, dovrà ottenere l'assoluzione. Difficile fare previsioni. Qui potete leggere cosa è successo in aula.

COCCO: "SIAMO NOI A EFFETTUARE LE INDAGINI"
L'impressione, oltre a qualche schermaglia piuttosto divertente (la frase del giorno l'ha pronunciata Filippo Cocco: “Siamo noi della difesa a effettuare il lavoro d'indagine che dovrebbe spettare alla Procura”, in risposta a Massimo Ciardullo che contestava una tardiva e irrituale consegna del materiale proveniente da Cremona), è che l'impianto accusatorio si basi su indizi, come peraltro implicitamente ammesso dai tecnici di parte. “Riconosciamo che manca parecchio materiale, tuttavia riscontriamo una certa logica tra chat ed SMS”. Indizi, opinioni, ma la prova sembra non esserci. Usiamo il condizionale perché – chissà – potrebbero aver riservato l'asso della manica per la discussione finale.

ATTESA PER L'ULTIMA UDIENZA
C'è grande curiosità per capire come sarà affrontato l'argomento “Braccio 2”, a nostro parere il vero asse portante del processo. Il soggetto avrebbe organizzato la combine, ma la difesa sostiene che dietro quel nick non si celasse affatto Bracciali. In tutta onestà, gli elementi acquisiti ad oggi non ci sembrano sufficienti per una condanna, o almeno una condanna così pesante. A leggere la sentenza, il Tribunale Federale aveva dato un certo valore ad alcuni aspetti e meno ad altri (è corretto segnalare che nel collegio giudicante c'era almeno un ex procuratore federale: è quindi umano e naturale avere una forma mentis di un certo tipo), mentre la Corte Federale di Appello sembra molto attenta al contradditorio e ha ammesso testimoni inizialmente rifiutati. Sarà davvero interessante leggere le interpretazioni di Biagini, Supino e Procaccini.


GIORNALISMO TRASPARENTE

Noi continueremo a dedicare massima attenzione alla vicenda: il compito del giornalista, crediamo, è avvicinarsi il più possibile ai fatti: comprenderli, analizzarli e separarli dalle opinioni. Purtroppo, come spesso accade in Italia, l'opinione pubblica è fortemente condizionata dagli strilli iniziali. Per buona parte del pubblico Bracciali e Starace sono già colpevoli, senza appello. Dovessero essere assolti, non ci sarebbe mai una riabilitazione pari alla gogna mediatica subita ai tempi della pubblicazione delle intercettazioni, come testimonia l'incredibile disinteresse di quasi tutti i media sulla vicenda processuale: noi la pensiamo diversamente. Dovessero risultare colpevoli, saremo i primi a sottolinearlo. Ma lo faremo solo con certezze in mano. Ad oggi non ce ne sono. Idee sì, ci mancherebbe.