Anche Simone Bolelli gioca un buon match, ma si arrende in quattro set a Berdych. Con la Repubblica Ceca avanti 2-0, ora ci vorrebbe un miracolo. DI COSIMO MONGELLI
Corrado Barazzutti prova ad incitare Simone Bolelli
Di Cosimo Mongelli – 11 febbraio 2012
Non c’erano particolare aspettative per il secondo singolare di Repubblica Ceca-Italia. Non era nemmeno quotata la vittoria di Berdych contro Simone Bolelli. Doveva essere una passeggiata di salute per il gigante apatico e invece, eccezion fatta per il deprimente calvario finale, si è visto un incontro combattuto, di grandissimo livello, con colpi sensazionali da una parte e dall’altra. Ma alla fine gli unici spunti che si possono trarre da questo incontro, che porta il parziale sul 2 a 0 per i padroni di casa, sono il rammarico e la consapevolezza assieme che Simone Bolelli è un incompiuto con del talento che è destinato a rimanere un incompiuto di talento anche in futuro.
Il primo set è sostanzialmente equilibrato, l’unica palla break concessa da Bolelli permette a Berdych di conquistare il set, ma il ceco non dà affatto l’impressione di essere di un’altra categoria rispetto a Simone: con un po’ di cattiveria in più, l'azzurro avrebbe potuto riequilibrare il set in qualsiasi momento. Secondo set perfetto invece da parte di Bolelli che, a parte due palle break concesse sul 2 pari, gioca in maniera eccellente, senza sbagliare nulla o quasi. Le sue accelerazioni di dritto mettono spesso in difficolta Thomas, che non riesce a rispondere e pare persino innervosito dalla piega che ha preso l’incontro.Ed è Bolelli questa volta ad approfittare dell’occasione che conta, il set point sul 5 a 4 servizio Berdych, sfruttato senza alcun timore reverenziale e farsi tremare le gambe. Terzo set sulla falsariga del primo, due palle break annullate da Bolelli sull’1 pari, ma il set prosegue sostanzialmente in equilibrio. Anzi, è spesso Simone a comandare il gioco, ad avvicinarsi maggiormente a strappare il servizio all’avversario. E’ Simone a giocare i colpi più spettacolari. Ma la lampante dimostrazione del perché l’italiano è un eterna promessa e Berdych invece una promessa mantenuta la si ha sul 5 pari. Quando Bolelli, vicinissimo al tie break e alla possibilità di portarsi 2 set a 1, non solo smette di giocare alla grande, ma smette proprio di giocare. Concede malamente il break all’avversario, il quale ringrazia e va a conquistare il set, con un game a zero, per 7 a 5.
E qui finisce la partita. Bolelli non ha la forza, i geni e l’animo per ricominciare a lottare come se nulla fosse. E’ da questi piccoli particolari, che si giudica un giocatore. Perde subito il servizio all’inizio del quarto set, ed e il proseguio dell’incontro è il triste finale di un film già visto e già scritto. Pura esibizione quella di Berdych che spazzola le righe che è un piacere senza nemmeno far troppa fatica e conclude 6 a 2 tra il tripudio generale. “Penso di aver giocato un buon match, sono contento , ho lottato fino alla fine” le parole di Bolelli alla fine dell’incontro. Ed è forse proprio quello il problema. Contento, non dovrebbe esserlo affatto.
REPUBBLICA CECA – ITALIA 2-0
Radek Stepanek b. Andreas Seppi 4-6 6-4 6-3 3-6 6-3
Tomas Berdych b. Simone Bolelli 6-3 4-6 7-5 6-2
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