WIMBLEDON – Non bastano nemmeno due interruzioni per pioggia a fermare Roger Federer. Batte Gilles Simon in tre set e si prende la decima semifinale nel Tempio. Unica macchia il break subito nel secondo set: non cedeva il servizio da otto match.Se l’unica pecca di match importante è un misero e inutile break subito, significa che è andata benissimo. A sorridere è ancora una volta Roger Federer, che nel primo quarto di finale del torneo di Wimbledon si è sbarazzato di Gilles Simon con un rapido 6-3 7-5 6-2, scacciando via in un colpo solo tutti i fantasmi dei due precedenti confronti Slam. Nel 2011 a Melbourne e due anni dopo a Parigi, il francese l'aveva fatto soffrire trascinandolo al quinto set, stavolta non è mai riuscito a obbligarlo ai suoi schemi, finendo per arrendersi molto rapidamente. Dall’inizio alla fine dell’incontro sono passate tre ore, ma solo perché la pioggia ha obbligato a due interruzioni, di una quarantina di minuti ciascuna. In tutte le tre fasi del match c’è stato solo tanto Federer, determinato ad accorciare gli scambi il più possibile per non rischiare di cadere nelle trappole di Simon. Si è capito sin dall’inizio, da quel secondo game, il più lungo del match, strappato con i denti, dopo aver salvato tre palle dell’1-1. In un altro frangente, Roger l’avrebbe lasciato al rivale, ma stavolta no. Ha forzato sin dall’inizio per mettere subito le cose in chiaro, e il suo tentativo è andato a buon fine. Col 3-0 iniziale, preludio alla prima pausa, si è preso il primo set, mentre ha dovuto sudare un tantino in più nel secondo, contro un Simon un tantino più aggressivo. Al servizio sul 5-4 Roger ha pescato un brutto game e si è lasciato riprendere, cedendo la battuta a zero e concedendo a Simon un pizzico di gloria. Roger non perdeva infatti il servizio dal secondo set del primo turno di Halle contro Philipp Kohlschreiber, per un totale di otto match e 116 turni di battuta inviolati. La striscia si è interrotta nel peggiore dei modi, quando lo svizzero sembrava in totale controllo, ma non è cambiato nulla. Un nuovo break sul 5-5 ha sistemato le cose, e al rientro in campo dopo il secondo stop Roger ha ammazzato il match. Con due ace si è preso il set, con un break in apertura di terzo ha chiuso i conti.
 
7 ORE E 46’ PER CINQUE INCONTRI!
Totale: 1 ora e 34 minuti di passeggiata per un quarto di finale Slam. Gli organizzatori gli hanno dato il Campo 1 nel giorno in cui nel Royal Box del Centrale c’erano l’erede al trono britannico William e la moglie Kate, lui ha ricambiato lo ‘sgarbo’ prendendosi un lusso che non capita tutti i giorni. A conti fatti, ha raggiunto la semifinale rimanendo in campo appena 7 ore e 46 minuti: un’ora e mezza a incontro di media. Dovesse mantenerla costante, chiuderebbe il torneo in 10 ore e 52 minuti, meno dello storico match Isner-Mahut del 2010. Una suggestione statistica divertente ma inverosimile, anche se c’è un altro dato che fa sperare i tifosi dello svizzero: nelle nove semifinali giocate a Wimbledon, Federer non ha mai perso, lasciando per strada appena uno dei 28 set disputati dall’edizione 2003 in poi. Lasciando da parte i numeri, è innegabile che le tante energie risparmiate nei primi cinque incontri gli torneranno utili venerdì, con Andy Murray dall’altra parte della rete e il pubblico diviso fra l’idolo di casa e il signore incontrastato (o quasi) del Tempio. C’è aria di battaglia, ma questo Federer, centrato, aggressivo e soprattutto freschissimo, sembra leggermente favorito. Per prendersi la finale numero dieci, certo, ma anche per dare ragione a coach Stefan Edberg, che all’inizio del torneo lo vedeva pronto per mettere di nuovo le mani sul trofeo più ambito. Le premesse non mentono, e il traguardo sembra più vicino degli ultimi anni. Ma guai a preparare anzitempo le bandiere. Porta male.
 
WIMBLEDON – Quarti di finale
Roger Federer (SUI) b. Gilles Simon (FRA) 6-3 7-5 6-2