dal nostro inviato a Londra Gabriele Riva – foto Ray Giubilo
I Seppi in campo oggi sono stati due. Uno, a inizio match. L’altro da metà del secondo in avanti. Alla fine l’altoatesino ha perso il suo match di secondo turno che lo vedeva opposto al qualificato tedesco Tobias Kamke. Un match che a Wimbledon si era già visto: finito in quattro set, nel 2008, a favore di Andy. Oggi il conto è andato pari, anche per quanto riguarda i set. Pensare che la prima ora di gioco, Seppi l’ha affrontata alla grande. Con la testa giusta e con il tennis solido che già aveva mostrato contro Almagro martedì pomeriggio. Solido di diritto, con un’altissima percentuale di prime palle, seconde inattaccabili. Bene a rete, bene nelle accelerazioni. Bene in tutto. A dimostrarlo lo score del primo set che, al di là del 6-3, ha messo in bella mostra una serie di palle break infinita (8), oltre a rovesci al volo da metà campo, volée smorzate e vincenti da fondocampo. Era il Seppi che voleva vedere coach Max Sartori, quello che si è allenato sul campo 8 questa mattina con concentrazione e serenità.
Il problema che dalla metà del secondo set in poi quel Seppi è sparito. E’ come se si spegnesse sul doppio fallo commesso che ha consegnato, nel quarto gioco della seconda partita, il break di vantaggio a Kamke. Col suo braccio velocissimo armato dalla più classica delle Prestige, il tedesco antistereotipo (non alto e non biondo) salta subito addosso al match. Adesso è lui che comanda e dirige le operazioni. I colpi vincenti arrivano da lui, Andreas sbaglia tanto e non è più capace di imporsi. Sebbene la possibilità di rientrare in corsa ci sia subito, non viene sfruttata grazie a un buon rendimento al servizio di Kamke. Che di palle break vere e proprie ne concede soltanto una, sul 4-2 in suo favore. Il diritto di Seppi si spegne sul nastro e con quello anche le chance di rientrare. Nel game successivo, pur servendo con palle nuove, l’atleta di Caldaro subisce il break a quindici: è 6-2 Kamke.
Terza e quarta partita assomigliano pericolosamente alla seconda. Il punteggio va a scalare 6-2 6-3 6-4. Alla fine Kamke trema un po’, un filo di “paura” gli rallenta il braccio. Non sfrutta il primo match point che Seppi gli offre sul proprio servizio. Ne ha altri tre quando è lui alla battuta, mai una prima e un paio di diritti fuori di metri. Poi quello buono e braccia al cielo dopo 2 ore e 39 minuti di incontro. Un dato su tutti che dimostra la presenza di due Seppi in campo: prendiamo la percentuale di prime palle buone. Il totale di fine match dice 55%. Ma è più interessante leggere questa percentuale set-by-set, di parziale in parziale. Alla fine del primo era 77, nel secondo 55, poi 54 e infine 46. Un grafico in picchiata. Se contro Almagro Andreas era rimasto mentalmente ad alti livelli per tutta la durata dell’incontro, con continuità, oggi, sul campo 16, a livello mentale c’è stata solo una continua discesa…
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