L’originale inserto de “La Stampa” sceglie il tennis, in particolare Roger Federer, per il numero che anticipa Wimbledon. Lo svizzero viene analizzato da diverse prospettive e si concede in un’intervista con Stefano Semeraro.ORIGAMI, L’INSERTO DE LA STAMPA

A pochi giorni da Wimbledon, il torneo dei tornei, la scelta è stata facile. Il 34esimo numero di “Origami”, originale e coraggioso progetto editoriale de “La Stampa”, si è dedicato esclusivamente al tennis. Sembra quasi anacronistico, il progetto Origami. Niente pubblicità, un costo “importante” (1,50 euro) e un formato inedito: carta apribile, come se fosse la piantina di una metropolitana. Si apre e si chiude, si chiude e si riapre. Si parla di tennis, ma soprattutto di Roger Federer. Lo speciale è sublimato da un’intervista con il diretto interessato, realizzata da Stefano Semeraro durante gli Internazionali BNL d’Italia. Ma non solo: c’è una serie di articoli dedicati alla leggenda svizzera e, più in generale, al nostro sport. La presentazione di Federer è affidata alla nota firma di Tom Perrotta, che ne delinea la semplicità menzionando la sua scelta di andare in Finlandia, in pieno novembre, per salutare l’addio al tennis dell’amico Jarkko Nieminen. “Sono questi gli eventi che mi spingono ad andare avanti” dice Roger. Il giovane Gabriele Pino ha realizzato un’infografica con la carriera e le fasi salienti della vita di Roger Federer. Immancabile l’articolo – ironico, come sempre – di Gene Gnocchi, mentre Giulia Zonca ha raccontato l’evoluzione del look dello svizzero, dalle ribellioni giovanili fino alla perfezione attuale. Il tennis viene trattato in modo più generale da altri interventi: Michela Tamburrino narra come sono cambiati usi e costumi del gioco (specie nell’abbigliamento), mentre la rassegna stampa è affidata ad Andrea Cortellessa. A suo dire, la scrittura legata al nostro sport ha un “prima” e un “dopo” rispetto a due pietre miliari: David Foster Wallace e John McPhee. Mostrando un opinione non così popolare, Cortellessa definisce “sopravvalutato” Open, l’autobiografia-cult di Andre Agassi. C’è poi spazio per dieci icone del tennis, scelte in base a chissà quale criterio. Menzionati Rod Laver, Bjorn Borg, John McEnroe, Andre Agassi, Jack Kramer, Bill Tilden, René Lacoste, Rafael Nadal, Laurence & Reginald Doherty (non sapete chi sono? Pensate a come si chiamano i cancelli d’ingresso a Wimbledon…) e Novak Djokovic. Manca qualcuno e non ci sono le donne…ma pazienza. Il clou di questo Origami è l’intervista di Stefano Sereraro. Poco spazio per noiose nozioni tecniche, più luce sulla figura di Roger Federer. Un 35enne consapevole del suo ruolo, ma così normale nei comportamenti. Adorabilmente normale. Ecco le frasi più significative di Roger, che a Wimbledon tenterà la difficile impresa di vincere il 18esimo Slam, l’ottavo a Londra.



SUL RAPPORTO TRA TENNIS E ARTE
“Il tennis è uno sport estremamente elegante, se lo guardi al rallentatore e ci aggiungi un po’ di musica in sottofondo, ecco che diventa una danza. E il balletto è arte”.

SU DAVID FOSTER WALLACE
“L’incontro con David Foster Wallace fu strano, non sapevo se il nostro incontro avrebbe prodotto qualcosa di magico o di orribile. Alla fine fu pubblicato e piacque a tanta gete. Ricordo che dissi: “Ok, magari ha esagerato un po’…”. E sicuramente aveva esagerato un po’. Ma capita spesso, nello sport”

SULLA PROPRIA PERSONALITA’
“La mia forza è la capacità di staccare. Quando sono al tennis gioco a tennis, amo il tennis, respiro tennis. Ma appena lascio il circolo, non dico che sono una persona diversa, perché sono sempre lo stesso, sia che parli con i media, con i fan o con i miei quattro figli; però dimentico tutto ciò che riguarda il tennis mi considero una persona normalissima”.

SULL’ENORME POPOLARITA’
“L’anno scorso sono andato a Piazza Navona, alla Fontana di Trevi, sulla scalinta di Trinità dei Monti. Mi hanno riconosciuto solo in due. Perché ero solo, senza famiglia, giusto con qualche amico. E’ stato bellissimo”.

SULLE PROPRIE ISPIRAZIONI
“All’inizio mi ispiravo agli sportivi, come capita spesso ai ragazzi. Poi, quando sono cresciuto, ho capito l’importanza e la grandezza di Nelson Mandela. Oggi, stranamente, non sento la necessità di conoscere delle celebrità”.

SULLA POLITICA
“E’ interessante, seguo quella svizzera e quella mondiale, ma in futuro mi vedo più come manager o uomo d’affari”.

SUL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
“Non parlo della sfida tra Hillay Clinton e Donald Trump, ma ho visto la fatica di Obama durante la sua campagna, sei stanco morto e devi ancora iniziare. Fare il Presidente degli Stati Uniti è decisamente più complicato che essere Roger Federer”.