Nadal soffoca le chance di Ferrer con un netto 6-3 6-2 6-3. Non lo ferma neanche un invasore armato di fumogeno. Per lui è il 12esimo Slam: a Parigi sembra imbattibile.
Una scena a cui siamo stra-abituati: Nadal sdraiato a terra dopo l’ottavo successo a Parigi
Di Riccardo Bisti – 9 giugno 2013
In assenza di una vicenda agonistica degna di tale nome, buona parte delle chiacchiere si focalizzeranno sull’episodio avvenuto sul 6-3 5-1 per Rafa Nadal, che un’oretta dopo avrebbe vinto il suo ottavo titolo al Roland Garros. Un tizio seminudo, armato di fumogeno, ha fatto irruzione in campo, ricordando quanto accaduto quattro anni fa durante la finale tra Roger Federer e Robin Soderling, quando il “mitico” Jimmy Jump, invasore di professione, riuscì ad avere un contatto fisico con Roger Federer. Stavolta la paura – per quanto breve – è stata più intensa. Rafael Nadal, metodico all’inverosimile, ha avuto la percezione del pericolo e si è subito precipitato verso gli spogliatoi. Peccato che le guardie del corpo, subito piombate addosso all’invasore, andassero proprio in quella direzione. Hanno fatto egregiamente il loro dovere, spedendolo nel dimenticatoio in pochi secondi. E un bodyguard si è subito messo accanto a Rafa per proteggerlo, prendendosi in omaggio una pacca sulla spalla e una stretta di mano. Un fatto di cronaca andava scritto, per carità. Ma sarebbe un peccato se l’umido pomeriggio del Roland Garros fosse ricordato solo per questo. Perché Rafa ha tirato fuori una prestazione mostruosa, mettendo in un angolo un discreto Ferrer. Ci sono volute poco più di due ore, senza reali interruzioni per pioggia. Ha giocato benissimo, mostrando una metamorfosi impressionante rispetto ai primi tre turni, dove aveva sofferto contro Daniel Brands, Martin Klizan e Fabio Fognini. E non si può neanche dire che Ferrer non avesse qualche arma per metterlo in difficoltà. Il 6-3 6-2 6-3 con cui Rafa ha scritto un’altra pagina di storia è esclusivamente merito suo. Ferrer ha provato a giocare, ma ogni tentativo è stato frustrato dalla superiorità nadaliana.
In realtà, ci sono stati un paio di momenti in cui la partita avrebbe potuto prendere un piega diversa. Non tanto da mettere in discussione l’esito finale, ma almeno creare un po’ di tensione agonistica. Dal 3-2 Ferrer nel primo set, Rafa ha dato il primo calcione alla finale, aggiudicandosi sette game consecutivi che lo hanno portato sul 6-3 3-0. Con grande fatica, Ferru ha interrotto la serie e ha avuto alcune palle break che lo avrebbero potuto portare sul 2-3 (e servizio a disposizione). La terza è stato il simbolo della partita e – forse – della rivalità (?) tra il maiorchino e il valenciano. Scambio durissimo, di quelli che ti stanchi solo a guardarli. Le diavolerie tecnologiche ci hanno rivelato che i due hanno coperto quasi 100 metri in un solo punto. Sotto gli occhi di Usain Bolt, non avrebbe potuto essere altrimenti. Ferrer era riuscito a mettere in difficoltà Rafa con un grande incrociato stretto, costringendolo ad accorciare. Ma ha drammaticamente sbagliato direzione dell’attacco, fornendo a Nadal un assist per il facile passante di rovescio. La partita, intesa come incertezza del risultato (?) è finita lì. Sul 5-1 c’è stato l’episodio dell’invasione che ha mandato in confusione entrambi (pessimo turno di servizio di Nadal, subito restituito da Ferrer), poi il match è tornato sui binari. Ferrer ha recuperato un break di svantaggio e sul 3-3 si è trovato 30-40 sul servizio di Nadal. Sarebbe potuto andare in vantaggio, magari allungare la partita. Invece ha commesso un banale (per lui) errore in lunghezza, e l’ha pagato tutto. Break nel game successivo e trionfo nadaliano nel nono game, suggellato dall’ennesimo dritto anomalo vincente, che gli ha regalato un mucchio di punti.
Chi sperava di vedere Rafa in lacrime, è rimasto deluso anche stavolta. A differenza di altri giocatori (Federer, Djokovic e Murray su tutti), lo spagnolo non ama mostrare in pubblico le sue debolezze. Ha detto più volte di essere scoppiato a piangere negli spogliatoi di Wimbledon, dopo la finale del 2007, persa in cinque set contro Roger Federer. Ma nessuno l’ha visto. E non poteva esserci un’occasione migliore per frignare in diretta durante la premiazione, dopo che Usain Bolt gli aveva consegnato la Coppa dei Moschettieri e mentre gli altoparlanti suonavano per l’ennesima volta l’inno spagnolo, sotto gli occhi del "principito heredero" Felipe. Se abbiamo capito qualcosa di Nadal, in quei momenti avrà pensato alle delusioni e alle sofferenze di sette mesi di stop che avevano dato il là a speculazioni di ogni tipo. Le labbra hanno tremato, gli occhi si sono arrossati, ma Rafa è riuscito a resistere. E’ stato più difficile che rincorrere i disperati attacchi di Ferrer, coraggiosi ma poco incisivi. Questa vittoria lo proietta ancora una volta nella storia: nessun giocatore aveva mai conquistato una prova del Grande Slam in otto occasioni. Lui ce l’ha fatta ed è salito a quota 12, superando due leggende come Rod Laver e Bjorn Borg, fermi a quota 11. Adesso è terzo nella classifica di tutti i tempi, alle spalle di Roger Federer e Pete Sampras, a pari merito con Roy Emerson, l’uomo che più di ogni altro ha beneficiato della distinzione tra dilettanti e professionisti. Ma i record non finiscono qui: quella contro Ferrer è la 59esima vittoria al Roland Garros, che gli consente di superare le 58 di Nicola Pietrangeli, Guillermo Vilas e Roger Federer. Con il dettaglio, affatto trascurabile, che ne ha persa soltanto una. Ad appena 27 anni, promette di vincere ancora parecchio. Se non lo ha fermato nemmeno la Sindrome di Hoffa, chi può bloccare il Rafa furioso? Gli avversari non sono in grado, il destino neanche, l’invasore è stato puntualmente bloccato (per fortuna, anche se non sembrava animato da cattive intenzioni verso i giocatori). Forse solo lui, quando deciderà di ritirarsi, metterà fine al dominio rosso. Ma quel giorno sembra ancora lontano.
ROLAND GARROS UOMINI – FINALE
Rafael Nadal (SPA) b. David Ferrer (SPA) 6-3 6-2 6-3
GRANDE SLAM – I PLURIVINCITORI
Roger Federer – 17
Pete Sampras – 14
Rafael Nadal – 12
Roy Emerson – 12
Rod Laver – 11
Bjorn Borg – 11
Bill Tilden – 10
Ken Rosewall – 8
Andre Agassi – 8
Ivan Lendl – 8
Fred Perry – 8
Jimmy Connors – 8
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