E’ questa la cifra necessaria per portare lo spagnolo al torneo ATP di Vina del Mar. La più grande società cilena di bevande è disposta a pagare, ma in cambio vuole la TV in chiaro.
Rafael Nadal non ha mai giocato a Vina del Mar
Di Riccardo Bisti – 13 dicembre 2012
Chissà se Rafael Nadal era consapevole del terremoto che avrebbero scatenato le sue dichiarazioni. Qualche giorno fa, in una delle tante interviste, ha detto che non escludeva una partecipazione più estesa ai tornei della Gira Sudamericana. Per tutelare le ginocchia martoriate, giocherà meno sul cemento e più sulla terra battuta, ed ha già ufficializzato la presenza ad Acapulco (che giocherà al posto di Dubai). Ha poi aggiunto di non scartare a priori la presenza ai tornei in Cile, Brasile e Argentina. E allora a Vina del Mar, San Paolo e Buenos Aires si sono messi in moto. Nei giorni scorsi, l’impresa organizzatrice del torneo di San Paolo ha detto di essere in contatto con l’entourage dello spagnolo. E’ di queste ore la notizia che anche a Vina del Mar si stanno organizzando, a dispetto di una data meno favorevole. Il torneo cileno, infatti, si giocherà dal 4 al 10 febbraio, subito dopo il weekend di Coppa Davis, dove la Spagna sarà impegnata a Vancouver contro il Canada su una superficie ultra-veloce. Non è dato sapere se Rafa sarà della partita. Sono invece usciti allo scoperto gli organizzatori cileni, il cui obiettivo è chiudere in bellezza l’esperienza a Vina del Mar prima che il torneo si trasferisca a Santiago. Il Gruppo Fillol e VTR (title sponsor) si sono già attivati per per trovare le risorse necessarie. Il problema è che la presenza di Nadal in un ATP 250 costa tantissimo. Per portarlo in Cile, dovranno garantirgli un ingaggio di 1.200.000 dollari (al netto delle tasse), il triplo dell’intero montepremi del torneo (410.200$). Si può discutere sulla moralità dell’operazione, ma non sulla legittimità. Da tempo, infatti, l’ATP ha legalizzato gli ingaggi per i tornei ATP, dando ufficialità a un fenomeno che è sempre esistito. Al contrario, sono ancora vietati nei tornei challenger in modo da evitare che il circuito minore possa fare concorrenza ai tornei ATP più piccoli. Se poi il divieto venga rispettato, beh, è un altro discorso.
Tra le aziende più interessate a portare Nadal in Cile c’è CCU (acronimo di Compania de las Cerverias Unidas), più importante distributore di bevande alcoliche e analcoliche del Cile. Tramite uno dei suoi brands (si vocifera di Cachantùn) sarebbe disposta a coprire buona parte della cifra necessaria, anche tutta. In cambio, vorrebbe che il torneo avesse un’adeguata copertura televisiva, con la trasmissione su una TV in chiaro. Una fonte vicina alle trattative dice: “Questo requisito è fondamentale, perché CCU punta a recuperare il suo investimento con un ritorno pubblicitario che potrebbe essere garantito soltanto dalla TV in chiaro”. Non sarebbe un problema, perché l’arrivo di Nadal scatenerebbe l’interesse dei media generalisti come accadeva ai tempi di Marcelo Rios e – in misura minore – di Fernando Gonzalez. TVN (la TV di stato), Mega e CHV hanno già espresso l’eventuale disponibilità. Attualmente, i diritti TV appartengono a VTR. Il canale trasmette via cavo e garantirà la copertura a prescindere dalla presenza di Nadal. Se Rafa dovesse andare per davvero a Vina del Mar, inizierebbero le trattative per la sub-cessione dei diritti.
Se il miracolo dovesse verificarsi, il torneo cambierebbe nome. Oggi si chiama VTR Open, mente potrebbe diventare VTR Open by Cachantùn. A livello ufficiale non trapela granchè. Alvaro Fillol, direttore del torneo (e avversario dell’Italia nella finale di Davis del 1976), dice: “Nei prossimi giorni prenderemo contatto con gli agenti di Nadal, ma non c’è ancora nulla di definito”. Molto dipenderà dalle condizioni di Rafa quando tornerà a giocare. Per ora, gli unici eventi certi sono l’esibizione di Abu Dhabi, l’ATP di Doha e l’Australian Open. Dovesse essere subito competitivo, magari già a livello di finale-semifinale Slam, potrebbe prendersi la consueta pausa post-Australia. In caso di sconfitta prematura, invece, il Sud America potrebbe essere la scelta giusta per ritrovare punti e fiducia in vista della stagione sul rosso. A Vina del Mar c’è un tabellone a 28 giocatori, il che significa che giocherebbe un massimo di quattro partite e non troverebbe avversari irresistibili. Due delle tre wild card sono già state promesse a Nicolas Massu e Paul Capdeville. Con buona pace dei giovani cileni (Garin si tutti), la terza è in ghiaccio. Nell’attesa che si sblocchi il mare di soldi che convinca Nadal a giocare per la prima volta il torneo cileno.
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