TennisBest Magazine sbarca sul web. La qualità della nostra rivista a disposizione su computer, tablet e smartphone. Con i nostri top contributors riuniti per offrirvi il meglio. Gratis.

TennisBest – 29 agosto 2014

 

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Sono trascorsi quasi otto anni da quando è nato TennisBest. In questo periodo siamo cresciuti, giorno dopo giorno, e i risultati di tanto lavoro si vedono nel sito Internet che state leggendo. Ma a noi è sempre piaciuto distinguerci, essere pionieri di un nuovo modo di raccontare il mondo del tennis. Dal gennaio 2007 a oggi, TennisBest è stato il logo di tante iniziative. Il grande salto è stata l'uscita in edicola di TennisBest Magazine, che per quattro anni ha raccontato il tennis come forse non era mai capitato nel nostro paese. A fine 2012 però, abbiamo concentrato gli sforzi sul web. La carta non è morta (infatti continuiamo ad uscire con un Playbook annuale dedicato all’attrezzatura, senza contare il magazine interamente dedicato a Rafael Nadal che ha avuto un successo strepitoso), ma nel cosiddetto mondo digitale la notizia può essere più bella, più completa e più tempestiva. TennisBest Magazine è diventato una rivista per tablet e ipad, con implementazioni grafiche del tutto inedite. Ma adesso vogliamo fare di più: un nuovo magazine, da oggi disponibile su Internet. Gratis. All’indirizzo magazine.tennisbest.com troverete un’edizione speciale interamente dedicata allo US Open. Si tratta ancora di un lavoro work in progress che migliorerà di numero in numero, cercando di offrirvi quella qualità giornalistica che è sempre stato il nostro principale obiettivo. A fine novembre uscirà un nuovo numero che riassumerà la stagione 2014 e presenterà tutte le novità in termini di attrezzatura, poi da gennaio 2015 la cadenza diventerà mensile. E così avrete il meglio della nostra produzione, sempre a disposizione, sempre a portata di click: su computer, tablet e smartphone. E non solo, perché nel 2015 lanceremo anche l'applicazione smartphone del sito Internet.

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SUPER… MAGAZINE
Per farvi un’idea di cosa vi aspetta nel 2015, potete gustarvi il numero appena sfornato. 20 contributi, tanti quanti (anzi, di più…) rispetto a tanti magazine cartacei che toccano quattro tematiche: Magazine, Attrezzatura, Tecnica e Viaggi. Come sempre, il parco-contributors è di primissimo livello. La cover story l’ha scritta Federico Ferrero, che in questi giorni sta commentando l’Open degli Stati Uniti su Eurosport. Ci parla del defunto Super Saturday, il mega-panino che la CBS ha imposto al torneo nel 1984 per giustificare l’enorme investimento. L’inizio fu travolgente: in quel magico 8 settembre 1984, Lendl-Cash, Navratilova-Evert e Connors-McEnroe diedero vita alla più bella giornata di tennis di tutti i tempi. Ma le bestialità regolamentari (due su tutte: l’incertezza sull’orario d’inizio della finale femminile, e il palese svantaggio per il vincitore della seconda semifinale) sono emerse rapidamente. Il destino ha voluto che cinque edizioni consecutive, dal 2008 al 2012, terminassero al lunedì a causa della pioggia, convincendo anche i più testardi ad abbandonare il sabato dei sogni. La strepitosa penna di Marco Bucciantini, firma dell’Unità, ci ha raccontato il fenomeno Camila Giorgi, forse la giocatrice di cui si parla di più, indipendentemente dai risultati. Riccardo Bisti ha scavato nella storia e nella vita di Jo Wilfried Tsonga, l’unico giocatore capace di battere tutti i Fab Four in uno Slam. E potenziale protagonista proprio a New York. Quando si parla di US Open, è impossibile dimenticare gli straordinari racconti di David Foster Wallace. Il compianto scrittore, morto suicida, ha regalato ai posteri la sua mistica esperienza all’edizione del 1995. In Italia non c’è nessuno che conosca Jimmy Connors quanto Cino Marchese, ex top manager IMG, che ne ha dipinto un ritratto straordinario. Il direttore Lorenzo Cazzaniga ha rintracciato la fenomenale Taylor Townsend, per cui nutre un debole (tecnico, s’intende!), realizzando una bella intervista. Gianluca Roveda, l’esperto dei pronostici, ha accettato l’invito dello US Open e ha “giocato” il suo torneo, partita per partita. Flushing Meadows significa anche Arthur Ashe Stadium: con il suo libro “Il successo è un viaggio”, Alessandro Mastroluca ha offerto un eccezionale spaccato del mitico Ashe. Gli abbiamo chiesto di raccontarcelo ancora una volta, e non ha tradito.

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ALL IOWA LAWN TENNIS CLUB
TennisBest Magazine significa anche tecnica ed attrezzattura. In quest’ultimo settore, vi spieghiamo come fare per personalizzare al 100% la vostra racchetta. Il fenomeno Zus è raccontato da Corrado Erba, che ci ha anche elencato le 10 cose trash da evitare su un campo da tennis. Quelle che non vorremmo mai rivedere. Il nostro team di tester si è occupato di due telai Head decisamente ben riusciti, la Graphene Extreme MP e la Graphene Extreme PRO. Dopo aver letto i nostri test, capirete se saranno le racchette giuste per voi. Un pizzico di moda non manca mai, ed ecco la descrizione dettagliata di tutti gli outfit Nike indossati dai top players a New York. Per la prima volta, il baffo americano ha destinato una collezione a Grigor Dimitrov. Peccato che Rafa Nadal abbia dato forfait: era già pronto il ritorno allo “smanicato” dei primi successi.

Sul piano tecnico, il nostro ospite d’onore è Diego Nargiso. L’attuale coach di Filip Krajinovic (nonchè dei giovani Mager e Basso) ci spiega come allenarci con l’handicap, simulando una situazione piuttosto usuale nel golf. Brad Gilbert, dal suo straordinario “Vincere Sporco”, insegna a gestire al meglio il palleggio di riscaldamento, forse il momento più sottovalutato di un match. A chiudere, Philip Mason ci ha raccontato le peripezie per migliorare il suo servizio di tennista amatoriale, offrendo un messaggio molto importante: per migliorare sul serio, bisogna essere disposti a perdere qualche partita.

Il magazine si chiude con l’area Viaggi. Qui Lorenzo Cazzaniga si è sbizzarrito, raccontandoci la storia del campo da tennis presso la Casa Bianca (da non perdere la photogallery), oggi “deturpato” da Barack Obama, che ha voluto metterci righe da basket e canestri. Se poi fate un salto a New York, vi descriviamo gli otto posti più belli dove giocare a tennis nella Grande Mela, compresi gli unici (e splendidi) campi in terra battuta. A chiudere, la meravigliosa storia di Mark Kuhn, l’uomo che ha deciso di ricreare l’atmosfera di Wimbledon a Charles City, una sperduta città dell’Iowa. E ci è riuscito. Non ci credete? Andate a Chicago, guidate per cinque ore e troverete…l’AILTC (All Iowa Lawn Tennis Club). Vi sembrerà che abbiano inventato il teletrasporto.