Secondo successo di fila per l'Italia nel torneo che "non sbaglia mai un pronostico". Dopo Filippo Baldi, vince Andrea Pellegrino. Tra le donne, vince la 13enne (!) Sofya Zhuk. 
Tutti i vincitori del Torneo dell'Avvenire 2013

TennisBest – 16 giugno 2013


Il tennis ha le sue particolarità: dopo 42 anni senza un successo italiano, gli azzurri piazzano una storica doppietta, la prima di sempre, al torneo Avvenire. Sui campi in terra rossa del Tennis Club Ambrosiano il pugliese Andrea Pellegrino succede a Filippo Baldi sul trono di Milano, in quello che è uno degli eventi giovanili più importanti al mondo (categoria 1 di Tennis Europe). Lo fa con una vittoria di spessore sull'argentino Franco Capalbo, solido e grintoso. “Ho giocato una buona partita – ha detto il ragazzo di Bisceglie a caldo – nonostante la stanchezza di una settimana molto tosta”. Tosta quanto la finale, durata due ore esatte. E’ finita 7-6 6-4, con un tie-break deciso sul filo di lana e messo in cascina con il punteggio di 8 punti a 6. Una chance era già arrivata sul 6-5, ma era stata annullata, mentre nel tie-break il sudamericano ha avuto un paio di setpoint quando si è trovato sul parziale di 6-4. Tutti annullati alla grande dall'azzurro, che non ha sprecato l'occasione sul 7-6 e ha chiuso i conti. Molto equilibrata anche la seconda partita, decisa soltanto al nono gioco. Al secondo match point, sul proprio servizio, l'azzurro seguito a Milano da Michele Mizzi, ha chiuso i conti ed è diventato il settimo italiano a iscrivere il proprio nome nell’albo d'oro della manifestazione, il terzo da quando (1969) il torneo è diventato internazionale. “Avevo un po' di male alle gambe – ha concluso Pellegrino – ma la felicità adesso è immensa. Ora punto a fare bene tra gli under 18 e nei tornei ITF”. L’azzurrino incide il proprio nome in una lista di cui fanno parte Borg, Lendl, Edberg, Ivanisevic, Del Potro, solo per citarne alcuni. Ora il cammino di maturazione deve proseguire nella consapevolezza di avere basi solide, ma rimanendo con i piedi per terra, perché il passaggio all’under 18 rappresenta sempre un ostacolo difficile. 
 
Nella finale femminile, la vittoria è andata alla giovanissima russa Sofya Zhuk, 14 anni da compiere il prossimo dicembre. Una biondina tutto pepe, apparentemente gracile nel fisico ma una piccola leonessa in gara. Con il successo sulla tedesca Anna Gabric, la moscovita riesce laddove persino la sua connazionale Maria Sharapova fallì, sconfitta in finale nel 2000 dalla cinese Shuai Peng. “Mia mamma Natalya conosce sia lei che il suo staff – ha commentato sorridendo – non mi dispiacerebbe seguirne le orme”. Nonostante i centimetri e i chili lasciati alla tedesca, Sofya ha sempre tenuto in mano le redini del match nonostante una partenza in salita, con due game persi. Di lì in poi un parziale di quattro giochi a zero e un set indirizzato “al sette”. Stessa musica anche nel secondo parziale, terminato solo al tie-break per sette punti a cinque. “Questo successo dev'essere un punto di partenza – ha chiuso -. Dal prossimo anno mi cimenterò nei tornei Under 18 e spero di giocare i tabelloni junior all’Australian Open e al Roland Garros”. È stata una settimana all'altezza del nome della kermesse, che il prossimo anno festeggerà la 50esima edizione. “Siamo più che soddisfatti – ha commentato il direttore del torneo Giorgio Di Pietro – perché tutto è andato per il verso giusto. Abbiamo avuto un migliaio di persone ad assistere alle finali e quasi cinque mila in tutta la settimana”. In archivio vanno, in otto giorni di gare, la bellezza di 279 partite giocate.