Roger fallisce le semifinali per il 2° slam di fila e scende al n.3. Sontuosa prestazione di Berdych che lo detronizza (6-4 3-6 6-1 6-4)…

da Londra Giorgio Spalluto

 

La classe è la capacità di giocare bene i punti importanti. Quante volte abbiamo ascoltato questo mantra associato a molti dei tennisti più talentuosi in circolazione, incapaci di tradurre in risultati l’immane genialità a disposizione. Tomas Berdych rappresentava lo stereotipo di questo tennista bellissimo a vedersi, ma eterno incompiuto, quantomeno fino a qualche mese fa, precisamente al Masters1000 di Miami. In quell’occasione il boemo pose fine alla striscia di 8 sconfitte di fila con Roger, annullando un matchpoint e mostrando scampoli di straordinario tennis, cui solo un ispiratissimo Andy Roddick poté opporsi in finale. La fresca semifinale colta a Parigi rappresentò il secondo indizio, il secondo vagito all’interno di un processo di metamorfosi che ha visto la definitiva consacrazione, la trasformazione in crisalide quest’oggi sul proscenio più prestigioso.


Dicevamo della classe. Ebbene il ceco ha vinto l’incontro più importante della sua carriera nel primo game del terzo set, dopo che Federer aveva recuperato il set di svantaggio (per 6-4 con unico break nel settimo gioco), dominando il secondo parziale, il cui risultato di 6-3 sta fin troppo stretto all’elvetico. Dopo aver strappato il servizio al ceco nel secondo gioco, grazie a uno straordinario passante di dritto in corsa, Roger non concretizza una palla break sia nel sesto che nell’ottavo game. Il solito occhio di falco cerca di metterci lo zampino, sul 5-3 30-0 valutando buono un dritto fulminante di Berdych chiamato out dal giudice di linea, con l’avallo dello stesso Federer che, incredulo, assiste alla tanto odiata irruzione dell’ausilio tecnologico. Dal possibile 40-0 si passa al 30 pari. Di rabbia Roger porta a casa i successivi due punti con il servizio, sottolineandoli con due furenti “C’mon”.

 

L’inerzia è tutta dalla parte dello svizzero all’inizio del terzo set, con il suo avversario che, sotto 0-15, si butta dissennatamente a rete, pronto a farsi infilzare dallo svizzero. La demi-voleè di dritto stoppata con cui salva il punto è talmente perfetta da essere aiutata dalla dea bendata che, come al solito, aiuta gli audaci. Non è audace Roger che, nel secondo gioco, non riesce a contrastare un perfetto attacco in back in diagonale del suo avversario, mandando in rete il passante di rovescio: 2-0 Berdych, con Federer che, due game più tardi, recupera da 40-0 a 40-40 ma, una volta ai vantaggi, si sposta per giocare il dritto dall’angolo sinistro, ahilui verso il dritto di Berdych. Qui l’allievo di Tomas Krupa trova un cross talmente acuto su cui Roger è troppo distante per arrivarci. La frustrazione per la precedente scelta non proprio brillante, porta il 6 volte campione di Wimbledon a cedere per la seconda volta il servizio nel sesto game (5-1), dopo una risposta di rovescio lungolinea fulminea del ceko.

 

Come prevedibile il quarto set vede Roger mettere subito il piede sull’acceleratore. Per due volte costringe il suo avversario ai vantaggi nei suoi turni di battuta. Ma in entrambe le situazioni di parità si esibisce in due risposte di rovescio troppo molli, su cui Tomas può avventarsi con il consueto dritto fulminante. Dopo aver annullato con un’ottima prima, una palla break nel quinto gioco, sul 3-2 Federer si porta 0-40 grazie anche a due gentilissimi omaggi del suo avversario, sotto forma di doppi falli. Sull’orlo del baratro, Tomas tira fuori il meglio dal suo immane repertorio: due prime e un’incredibile volée di rovescio bassa stoppata, annullano le prime 3 palle break; un ace esterno dice di no alla 4° palla del 4-2 per Federer. Per la terza volta di fila Tomas si salva al servizio (3-3). Niente lascia supporre il break che di lì a poco vedrà Roger capitolare, dopo aver sprecato ben 3 palle game. La frustrazione di Federer è palese soprattutto nelle risposte che sparacchia fuori anche sulle tante seconde che il ceko servirà da qui alla fine del match. Nel 10° gioco, giunge il momento della verità per Berdych, quello della definitiva consacrazione o dell’ennesima occasione sprecata. Il grande pallonetto e la susseguente volée di rovescio sulla riga, sul 15-30, sono gli ennesimi segnali della giornata di grazia di Berdych che, dopo aver mancato un primo matchpoint, è chiamato ad annullare una pericolosissima palla break. Roger mette in rete la riposta di dritto. E’ l’ultimo treno per Federer, impotente di fronte al servizio/dritto con cui Tomas Berdych raggiunge la sua seconda semifinale in uno slam consecutiva, diventando il terzo ceco nella storia ad issarsi al penultimo atto dei Championships, dopo Jan Kodes (1972-73) e Ivan Lendl.

 

Chiaramente adesso si apriranno le solite dispute sul declino del campione svizzero, incapace per il secondo slam di fila di giungere in semifinale, dopo esserci riuscito per 23 volte filate. E’ un fatto che Roger per la prima volta dal Novembre 2003, scenderà al terzo posto del Ranking Atp, scavalcato da Novak Djokovic, prossimo avversario di Tomas Berdych in semifinale, contro il quale ha vinto entrambi i precedenti. Ma il Berdych di oggi, è un altro giocatore e venerdì non partirà di certo sfavorito.

 


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