L’INTERVISTA. A 20 anni appena compiuti, Federico Gaio fa il punto sulla sua crescita. “So bene quello che devo fare, devo solo metterlo in pratica. Sogno i top 20”.


Federico Gaio tira il rovescio a una mano: "E' un colpo su cui non transigo"
(Foto GDV Pixel)


Di Riccardo Bisti – 24 aprile 2012

 
Ci sono città dove il seme del tennis è più rigoglioso che mai. Tra queste c’è indubbiamente Faenza. Da questo angolo di Romagna proviene il numero 1 del tennis mondiale, il presidente ITF Francesco Ricci Bitti, senza dimenticare due campioni come Raffaella Reggi (n. 13 WTA) e Andrea Gaudenzi (n. 18 ATP e finalista in Coppa Davis). Una tradizione importante che oggi resta viva grazie a un ragazzo dall’educazione antica e la parlantina sciolta. Federico Gaio si è fatto conoscere qualche anno fa, quando è giunto in finale al Trofeo Bonfiglio. Il pubblico di Roma l’ha poi ammirato nelle qualificazioni degli Internazionali, quando per un set diede spettacolo contro Juan Ignacio Chela. “Spettacolo” è il termine che meglio si addice al tennis di Gaio. E’ un tennista brillante, completo. Lo vedi e pensi: “Accidenti, gioca proprio bene”. Il passaggio ai professionisti è stato difficoltoso, ma Federico sta lentamente emergendo. Questa settimana è salito al numero 353 ATP, sua miglior classifica, ed è sedicesimo nel “Teen Ranking”, classifica che tiene conto dei soli giocatori nati dopo il 1 gennaio 1992. A parte i fenomeni Tomic ed Harrison, gli altri sembrano essere alla portata di Gaio. Ma i conti si faranno a fine anno, quando il faentino vorrebbe essere abbondantemente tra i primi 200. Reduce dalla preparazione invernale a Tandil e una serie di tornei tra Sudamerica, Italia e Turchia, ha usufruito di una wild card al challenger di Napoli. Ha perso contro il francese Jonathan Dasnieres de Veigy (n. 226 ATP) ma non si abbatte, anche perché da giugno in poi avrà pochi punti da difendere e potrà soltanto salire. Tra un impegno e l’altro, Gaio si è concesso una chiacchierata con TennisBest.
 
Hai da poco compiuto 20 anni. Come procede la tua crescita? Credi di essere in linea o in ritardo rispetto ai tuoi coetanei?
La mia crescita è lineare. Potrei essere più avanti, ma non credo di essere in ritardo. Ci sono alcuni giocatori che mi stanno davanti come Tomic ed Harrison, ma non devono essere presi come paragone. Ci sono tanti giocatori che oscillano tra la 200esima e la 250esima posizione: con loro si può fare un confronto, ma credo di essere grossomodo allo stesso livello. Insomma, credo di essere in linea.
  
Tempo fa avevi detto che dovevi migliorare in fase difensiva. Lo hai fatto?
Sto cercando di farlo. Di sicuro so giocare meglio a tennis. La cosa che devo imparare a fare meglio è trasformare la fase difensiva in offensiva. Quando sarò in grado di uscire brillantemente dalla fase difensiva avrò fatto un bel salto di qualità.
 
Com’è andata la preparazione invernale in Argentina? Com’era la vostra giornata tipo?
Si lavorava tantissimo. Facevamo cose un po’ diverse rispetto a Tirrenia, ma neanche troppo. C’erano tante opzioni: ci allenavamo in un circolo con campi in diverse superfici. C’era un campo da rugby, uno di hockey su prato…La giornata-tipo era simile a quella di Tirrenia: atletica e tennis sia al mattino che al pomeriggio. E poi ci facevano correre molto. Il vantaggio di Tandil era l’opportunità di lavorare all’aperto e in diverse situazioni. E poi si giocava sulla terra battuta: a me piace giocare sul rapido, ma sulla terra puoi fare una gran varietà di esercizi…puoi lavorare sulla resistenza, sugli spostamenti laterali e altro ancora.
 
Tu e Giannessi siete partiti un po’ piano. Può essere dovuto alla durezza della preparazione invernale?
E’ vero, non sono partito benissimo. Anche l’anno scorso avevo centrato una semifinale, poi sono andato un po’ a rilento. Io sono così. Credo che un po’ sia dipeso dalla preparazione, un po’ perchè io sono un diesel e non un benzina. Per Giannessi il discorso è un po’ diverso perché ha bisogno di fare punti. Da giugno in poi gli scadranno un bel po’ di cambiali, mentre io ho due vittorie Futures a maggio e poi non difendo granchè.
 
Conosci benissimo Alessandro Giannessi. Dove può arrivare?
Può diventare un giocatore molto importante. Anzi, secondo me lo è già. In tanti gli davano addosso, lo davano per finito ancora prima che iniziasse. Invece ha dimostrato di essere forte e non ci sono tanti giocatori della sua età al suo livello. Credo che abbia ottime prospettive. Quest’anno sarà difficile perché deve confermarsi, ma penso che nel 2013 sarà tutto più facile e potrà fare un ulteriore salto di qualità.
 
Com’è la tua situazione a livello di coaching?
Sono seguito dall’entourage federale. La base è Gabrio Castrichella (che è andato con lui in Turchia, ndr), che segue anche Giannessi. Capita di dividerci perché non sempre giochiamo gli stessi tornei, allora può esserci Renzo Furlan e a volte Eduardo Infantino.
 
Quanto è dura a livello economico? C’è qualcuno che ti aiuta?
La Federazione ci dà una mano, garantendoci un contributo a fine anno. Io sono fortunato, nel senso che a fine anno non devo fare troppi conti, ma mi rendo conto che per chi non ha aiuti è dura. Fare il tennista è molto faticoso e dispendioso.
 
A differenza di molti altri ragazzi che optavano per Ragioneria, tu facevi il Liceo Scientifico. Com’è andata? Hai idea di rimettere mano sui libri?
Come tutti quelli che fanno sport sono stato aiutato perché andavo in una scuola privata. Risultavo non frequentante, studiavo da privatista e a fine anno sostenevo gli esami. In "quinta" sono andato a scuola e sono passato con il mio “umile” 69. Si, penso di continuare a studiare. Potrei iscrivermi all’Università, mi piace molto il marketing.
 
Cosa ti manca per fare il salto di qualità?
Continuità dentro di me. Mi spiego: devo mettere più impegno nelle cose che so di dover fare. A livello teorico non ho problemi, so benissimo di cosa ho bisogno per crescere. Devo trasferire nella pratica tutti i buoni propositi.
 
Hai commesso un errore che non rifaresti?
Nei primi due mesi dell’anno ho cambiato racchetta, ed è stato un errore. Non ho trovato il giusto feeling e sono tornato al vecchio attrezzo, una Wilson K-Blade. Pensavo che il nuovo fosse migliore, ma non era così. Tutto sommato è un errore che ci può stare. Per il resto sono abbastanza contento di tutto quello che ho fatto.
 
Sappiamo che in camera tua c’è un poster particolare…
Si, è la locandina del torneo giovanile di St. Genevieve, in Francia. E’ un poster in cui ci siamo io, Gasquet e Mauresmo. L’anno prima ero giunto in finale e mi hanno messo nella locandina dell’edizione successiva. Per me era la prima volta: è stato un onore essere accostato a due campioni come loro. Allora me lo sono tenuto per ricordo e l’ho appeso in camera. Ovviamente è ancora lì.
 
Quale sarà la tua classifica a fine anno? Il tuo best ranking a fine carriera? E poi: preferiresti fare una carriera tipo Verkerk (finalista Slam e poi il nulla) o come Juan Monaco (a ridosso dei primi per tanti anni)?
Allora: il mio obiettivo di carriera è entrare tra i primi 20 del mondo. A fine 2012 vorrei chiudere intorno alla 150esima posizione. Sull’ultima…direi tipo Juan Monaco. Lui è sempre lì, a ridosso tra i migliori, il che non significa che non si possa fare meglio. Penso proprio che una carriera come Monaco non sarebbe male.
 
FEDERICO GAIO
Nato a Faenza il 5 marzo 1992
Destrorso – rovescio a una mano
ATP Ranking: 353
Best Ranking: 353 (23 aprile 2012)
Best Ranking Junior: 19 (25 maggio 2009)
Titoli Pro: 2 (i tornei Futures di Taraz e Almaty nel 2011)
Coach: Gabrio Castrichella
 
TEEN RANKING
(I migliori giocatori nati dopo il 1 gennaio 1992)

GIOCATORE NAZIONALITA’ ANNO CLASSIFICA
Bernard Tomic Australia 1992 35
Ryan Harrison Stati Uniti 1992 58
Denis Kudla Stati Uniti 1992 168
Javier Marti Spagna 1992 170
James Duckworth Australia 1992 179
Agustin Velotti Argentina 1992 235
Benjamin Mitchell Australia 1992 236
Facundo Arguello Argentina 1992 240
Guilherme Clezar Brasile 1992 284
Kevin Krawietz Germania 1992 296
Yuki Bhambri India 1992 308
Jason Kubler Australia 1993 312
Daniel Kosakowski Stati Uniti 1992 315
Jack Sock Stati Uniti 1992 328
Yasutaka Uchiyama Giappone 1992 342
Federico Gaio Italia 1992 353