Intervistato dalla CNN, Roger Federer non è riuscito a trattenere le lacrime ricordando il suo primo, importante coach: Peter Carter, scomparso nel 2002 in un incidente stradale: «Sono stato fortunato ad avere di fianco le persone giuste al momento giusto»Si è emozionato fino alle lacrime, Roger Federer, nel ricordare il suo primo coach importante, quel Peter Carter che è scomparso in un incidente stradale nel 2002, mentre era in viaggio di nozze in Sud Africa: «Era venuto nel mio club, l’Old Boys di Basilea per una gara a squadre. Ho avuto l’opportunità di fare qualche lezione con lui». Carter era di Adelaide, Australia, come Darren Cahill che, in quel periodo, stava allenando un altro ragazzino di belle speranze, un certo Lleyton Hewitt: «Spesso si chiamavano e Peter gli diceva: ‘Sto allenando questo ragazzino che è davvero speciale’. E Darren da Adelaide gli rispondeva la stessa cosa! Con Lleyton ci siamo affrontati a 14 anni, poi a 16, 18, 20 e quindi per l’intera carriera. Chi pensava saremmo entrambi diventati campioni di Wimbledon e numeri uno del mondo. Peter è stata una persona molto importante nella mia vita: se ho questa tecnica e questo stile di gioco, il merito è suo».
Quando a Federer è stato chiesto cosa avrebbe pensato Carter della sua carriera, dei suoi venti titoli dello Slam, lui che è scomparso un anno prima che Federer diventasse uno Slammer, vincendo a Wimbledon nel 2003, lo svizzero non è riuscito a trattenere le lacrime: «Spero che ne sarebbe stato orgoglioso. Non voleva che sprecassi il mio talento. La sua scomparsa mi ha svegliato e ho cominciato a lavorare duramente. Penso di essere stato molto fortunato ad avere al fianco le persone giusto al momento giusto, i coach giusti al momento giusto»Lo stesso Federer si è detto molto emozionato sul suo profilo Twitter.
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