COPPA DAVIS, FINALE – Come da pronostico, il doppio di Belgio-Gran Bretagna finisce nelle mani dei fratelli Murray, a segno su Darcis/Goffin. I belgi spaventano gli avversari nel terzo set, ma il carisma di Andy fa la differenza. Domani può chiudere i conti.Per averne la certezza ci vorranno ancora quasi 24 ore, ma la seconda giornata della finale di Coppa Davis ha parlato chiarissimo, consegnando ad Andy Murray uno dei match-point più importanti della sua carriera. Sicuramente non come quello del successo a Wimbledon, e probabilmente nemmeno come quelli che nel 2012 gli hanno fruttato la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra e il titolo allo Us Open, ma ugualmente pesantissimo. Il suo attaccamento alla bandiera è incredibile, e nel Regno Unito gli devono tutto. Senza di lui non sarebbero nemmeno nel Gruppo Mondiale, con lui, invece, sono a un passo da quell’Insalatiera che attendono di riabbracciare dal 1936. Ieri ha firmato il primo punto, oggi ha raccolto anche il secondo insieme al fratello Jamie, col quale aveva già vinto il doppio nei quarti e in semifinale. Contro Steve Darcis e David Goffin hanno giocato meno bene rispetto alle sfide con Francia e Australia, ma quello che conta è il successo e loro l’hanno portato a casa in quattro set: 6-4 4-6 6-4 6-2, riuscendo a far la differenza da metà match in avanti. Lo scatto è arrivato nel momento più complicato, quando la coppia del Belgio aveva preso un break di vantaggio nel terzo, e sembrava oggettivamente avere qualcosina in più, contro due avversari particolarmente sottotono. I Murray hanno palesato in più frangenti la scarsa abitudine a giocare l’uno a fianco dell’altro, ma la formula ‘lunga’ del doppio di Davis gli ha dato una bella mano. Nel circuito ATP, sulla breve distanza, senza vantaggi e col long tie-break al posto del terzo set, le sorprese sono all’ordine del giorno, ma in un doppio tradizionale alla lunga emerge la coppia più forte. Oggi sono stati loro, contro un Belgio che mai come stavolta può piangere l’assenza di due specialisti. Goffin ci ha messo la consistenza (a parte nel primo set), Darcis l’estro, e a tratti hanno fatto grandi cose, ma appena il secondo – eroe della semifinale contro l’Argentina, ma in campo dopo un’infiltrazione – è calato di una virgola l’ago della bilancia è virato verso l’altra metà campo.
 
IL PIÙ FORTE FA SEMPRE LA DIFFERENZA
Quando il match poteva sfuggire di mano, Andy ha alzato il livello, i meccanismi della coppia di Dunblane si sono oliati e il pubblico di Ghent ha capito che rimaneva ben poco da festeggiare. Dal 4-3 del terzo set non c’è più stata partita, con i belgi che hanno speso le loro ultime energie nel quarto game del quarto set, ma senza risultato. Con Jamie Murray al servizio (non proprio una garanzia oggi) hanno avuto la bellezza di sette chance per recuperare il break appena subito, ma una via l’altra se ne sono andate tutte, così come le speranze di rimanere attaccati agli avversari, complice anche un Darcis via via sempre meno incisivo. Alla luce di ciò, e visto quanto di buono mostrato ieri da Ruben Bemelmans (che aveva giocato il doppio in 8 degli ultimi 9 impegni di Davis del Belgio), forse il mancino di Genk un posto l’avrebbe meritato. Ma probabilmente sarebbe cambiato poco. La prestazione di Andy Murray ha confermato quanto si dice del doppio: gli specialisti sanno il fatto loro, ma un ottimo singolarista prestato alla disciplina sarà sempre più forte di un ottimo doppista, anche di uno che è arrivato in finale negli ultimi due Slam come Jamie. Quando serviva, il carattere del numero due del mondo ha fatto la differenza: anche nei suoi momenti peggiori ha sempre tenuto la battuta (tre volte su tre nel cruciale terzo set), giocando in maniera semplice ma efficace, per trascinare il fratello a un punto fondamentale. Non significa che da 1-2 non avrebbero potuto vincere comunque, ma così è tutto più facile, perché domani possono chiudere già nel terzo singolare, con Murray in campo. Visto quanto ha dato per questa Davis, è più che giusto che gli spetti il primo match-point, dalle 13 contro David Goffin. Andy non potrà fare dodici su dodici come riuscì a John McEnroe nel 1982, perché non ha giocato il doppio al primo turno contro gli Stati Uniti, ma può chiudere comunque da imbattuto nell’intera competizione, e andare a dipingere sull’Insalatiera anche l’ultima parte di Union Jack. C’è già il rosso e pure il bianco, mentre mancano gli otto spicchi blu. Ma la sua penna è ancora piena d’inchiostro.
 
COPPA DAVIS 2015 – FINALE
BELGIO-GRAN BRETAGNA 1-2
David Goffin (BEL) b. Kyle Edmund (GBR) 3-6 1-6 6-2 6-1 6-0
Andy Murray (GBR) b. Ruben Bemelmans (BEL) 6-3 6-2 7-5
Murray/Murray (GBR) b. Darcis/Goffin (BEL) 6-4 4-6 6-4 6-2