US OPEN – Una terrificante Serena Williams si abbatte come una valanga sulla povera Francesca Schiavone, che ha dovuto dare il meglio per conquistare il suo unico game.
“Gioco male?”. Con questo disperato sospiro, Francesca Schiavone ha fatto capire che aria tirava nella notte dell'Arthur Ashe Stadium. Lo ha detto quando era sotto 6-0 4-0 contro Serena Williams. La risposta è no. Francesca ha provato a giocare la sua partita, si è impegnata dalla prima all’ultima palla, ma si è trovata di fronte una Williams tirata a lucido, una delle migliori di sempre. L’americana ha spazzato via le incertezze di Cincinnati e si presentata al 101%: fisicamente stava alla grande (il vento e le continue variazioni della Schiavone le hanno fatto il solletico, anzi, neanche quello), e ha giocato ogni punto con attenzione maniacale. Voleva portare a casa il “double bagel”, e non c’è riuscita solo perchè la Schiavone ha giocato un grandissimo game, portato a casa nonostante due doppi falli. Sulla palla game (l’unica di tutta la partita!), la Williams ha tirato una risposta a tutto braccio, ma Francesca ha giocato il suo migliore scambio, proiettandosi a rete e chiudendo con una bella volèe di dritto. Serena voleva prendere anche quella. Mica le è andata giù. Per questo, ha vinto con rabbia gli ultimi due game per un 6-0 6-1 che certifica il suo status di super-favorita. La Schiavone è rimasta in campo un’ora esatta, neanche tanto male. In effetti ha giocato alcuni ottimi scambi, facendo a pugni con una differenza di cilindrata imbarazzante. Ha provato a servire bene (e non c’è riuscita), ha variato tagli e rotazioni, ma non c’è stato nulla da fare. Serena si è presentata con una terrificante risposta di dritto, poi ha intascato il primo break con un altro dritto incrociato che Francesca non è riuscita a contenere. Il primo set è stato un massacro, violento e crudele. In 23 minuti, Francesca non ha avuto una sola palla game e ha chiuso con un solo vincente a fronte di sette errori gratuiti. Statistiche opposte per Serena. L’americana chiudeva addirittura con un ace di seconda.
Quando la Schiavone riusciva a entrare nello scambio, il disegno tattico di Serena era chiaro: allargare il campo sul lato destro di Francesca e finirla al colpo successivo, con il rovescio incrociato. E se l’azzurra ci arrivava, chiudeva con la volèe successiva. La rabbia agonistica di Serena, vestita di grigio con bordi fucsia, si è vista in avvio di secondo, quando ha strappato il servizio a Francesca al termine di uno scambio mozzafiato che le ha fatto alzare urlo e pugnetto. Al cambio di campo sul 6-0 3-0, un pizzico di frustrazione ha colto l’azzurra, che ha scaraventato il berretto sotto la sedia. Nel game successivo, sul 30-30, le due hanno giocato un super-punto di 21 scambi, vinto di forza dalla Williams nonostante una resistenza quasi commovente di Francesca. “Che c…. devo fare?” ha esclamato, mimando una fucilata. Già, l’unico modo per bloccare questa Williams era spararle addosso. Ma ci viene il sospetto che neanche il piombo sarebbe stato sufficiente. Lo sfogo serviva nel game successivo, in cui Francesca giocava benissimo e approfittava di un paio di errori di Serena per evitare il cappotto. A fine partita, le statistiche parlavano di 13 vincenti e 8 errori per la Williams, mentre il bilancio di Francesca era 3-18. Il fatto è che un mucchio di errori erano dovuti alla potenza di Serena. Chissà se continuerà a giocare così nei prossimi turni, magari a partire dal secondo, quando sfiderà Galina Voskoboeva. Il match è terminato appena in tempo prima che iniziasse a piovere (il maltempo ha poi rimandato a martedì Federer-Zemlja, spostando Isner-Volandri sul Grandstand). Il match è iniziato alle 20.20 americane, con oltre un’ora di ritardo rispetto all’orario programmato, perchè la cerimonia inaugurale del torneo si è prolungata parecchio, anche perchè c’era una star planetaria come Lenny Krawitz.
Il successo di Serena ha messo fine a una giornata perfetta per le americane di colore. In giornata, c’era stato il bel successo di Venus Williams, brava a rifilare un secco 6-1 6-2 a Kirsten Flipkens, che non è un fenomeno ma è pur sempre una top-15 e semifinalista a Wimbledon. Venus, reduce da una stagione molto complicata, ha mantenuto l’imbattibilità al primo turno dello Us Open, unico Slam in cui non ha mai perso all’esordio in ben 15 partecipazioni. Durante la conferenza stampa, ha detto che i consigli più preziosi della sua carriera sono arrivati da Serena “Ma li svelerò soltanto quando mi sarò ritirata”. Le due potrebbero trovarsi nei quarti di finale, scenario non così assurdo dopo aver visto Venus al primo turno. Vince anche Sloane Stephens, che ha sofferto le pene dell’inferno per battere la lussemburghese Mandy Minella, battuta con il punteggio di 4-6 6-3 7-6. Con il suo tennis scolastico, che prevede l’inusuale posizione affiancata nel colpire di dritto, la Minella ha messo in grande difficoltà la Stephens, seguita da un clan di almeno una dozzina di persone. Nel tie-break decisivo, la Minella è stata avanti 3-1 prima di perdere cinque punti di fila. Si è riavvicinata fino al 5-6, ma sul terzo matchpoint ha affossato una facile volèe che l’ha fatta scoppiare in lacrime. Sapeva che era una delle occasioni più importanti della sua carriera. La Stephens potrebbe affrontare Serena Williams negli ottavi, in una gustosa rivincita dell’Australian Open. Per quello che si è visto al primo turno, rischia di prendere una stesa epocale.
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