Nadal spiazza tutti: prima bastona Ferrer con un netto 6-0 6-2, poi annuncia che andrà a Indian Wells. “Il cuore mi dice che devo farlo”. Sarà il favorito per la stagione sul rosso.
Rafa Nadal ha già “morso” due trofei nel 2013
Di Riccardo Bisti – 3 marzo 2013
E’ difficile dire quale sia la notizia più clamorosa. Il 6-0 6-2 con cui Rafael Nadal ha massacrato David Ferrer nella finale di Acapulco, oppure la scelta di andare a Indian Wells dopo che i media di mezzo mondo avevano dato credito all’indiscrezione di Marca, secondo cui non avrebbe giocato i primi Masters 1000 stagionali? Non importa. Ciò che conta è che la geopolitica del tennis è cambiata nelle ultime 24 ore. Prima, accanto, al nome di Rafa, c’era un asterisco grosso così. Era tornato, ma non aveva mai convinto. Sembrava meno devastante, meno cannibale. E non passava giorno senza che ricordasse i problemi al ginocchio. Adesso il tennis ha ritrovato un protagonista. Non sappiamo se tornerà a lottare per il numero 1, ma sarà il favorito principale nella stagione sulla terra battuta. Tutto questo a prescindere dai risultati che coglierà a Indian Wells e (eventualmente) a Miami. Perché rifilare 6-0 6-2 a Ferrer è fantascienza. Ok, la superiorità del maiorchino sul valenciano è imbarazzante. I precedenti dicono 17-4 e sono simboleggiati dalla semifinale dell’ultimo Roland Garros, un massacro senza attenuanti. Ma se Ferrer aveva una chance di batterlo sul rosso, beh, era proprio ad Acapulco. In questo torneo non perdeva da 19 partite, aveva vinto le ultime 3 edizioni e persino Rafa gli aveva affibiato lo status di favorito. Ma i bookmakers ci vedono lungo e davano Nadal ugualmente favorito, anche se con una quota non troppo netta (1.54 contro 2.78). Purtroppo per lui, Ferrer nutre un complesso di inferiorità verso il connazionale. In parte è giustificato, in parte no. E’ giusto rispettare l’avversario, al limite anche temerlo, ma essere così remissivi è delittuoso. “Rafa è più forte di me, l’ho superato in classifica solo perché lui è stato assente” ripeteva a pappagallo in ogni intervista. Ferrer è l’esempio di come troppa umiltà (a volte) possa essere controproducente.
Nadal ha giocato una partita perfetta. Gli andava tutto bene. “E’ stata una delle settimane più felici della mia carriera” ha detto dopo il match, facendo la conta delle cifre. In tutto il torneo ha perso la miseria di 25 game (con una media di 2,5 a set) e ha ceduto il servizio in una sola occasione, al primo turno contro Schwartzman. “In finale ho giocato meglio che al mio miglior livello. E’ stata una delle migliori partite della mia carriera, non l’avrei mai immaginato. Me ne vado con gioia e con l’affetto della gente. In effetti ho giocato come se i sette mesi di stop non ci fossero mai stati. Tuttavia ci sono e dobbiamo tenerlo presente”. Adesso la curiosità è tutta su Indian Wells. Larry Ellison, Raymond Moore e il loro staff si fregano le mani: con l’arrivo di Rafa, il torneo assume un’importanza ancora maggiore. Come se non bastasse l’aumento di montepremi e l’ingrandimento previsto nel 2014. Dopo Wimbledon, sarà il primo torneo con in campo tutti i Fab Four. Se gioca come ad Acapulco, Nadal può arrivare almeno in semifinale (anche se nei quarti potrebbe trovare uno dei primi tre). “Indian Wells è uno dei miei tornei preferiti. Voglio continuare a competere perché il ginocchio sta bene e il mio cuore dice che voglio competere”. Nadal ha già vinto il torneo di Indian Wells nel 2007 e nel 2009 e l’anno scorso ha perso in semifinale contro Roger Federer. E’ un torneo che gli si addice, perché il cemento californiano è piuttosto lento. O almeno, lo è stato fino all’anno scorso. Quello di Acapulco è il 38esimo titolo sulla terra battuta (52esimo in tutto). Rafa è a due lunghezze da Thomas Muster e otto da Guillermo Vilas, i terraioli più vincenti di sempre. Ormai sono nel mirino. Una curiosità: di questi 38 successi, ben 7 sono arrivati battendo in finale Ferrer. Poveretto.
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