Vincendo il torneo ATP di Umago, Marco Cecchinato vola al numero 10 della classifica stagionale, valevole per le ATP Finals. L'ottavo posto di Kevin Anderson è (molto) distante, ma vederlo giocare sulla terra battuta è scoraggiante… per gli avversari. Dovesse mantenere queste sensazioni anche sul cemento…

1189. Soltanto qualche mese fa, sarebbe stato folle menzionare i punti che separano Marco Cecchinato dall'ultimo posto utile per le NITTO ATP Finals. È ardito ancora oggi, ma nulla sembra precluso al ragazzo di Palermo, magistralmente allenato da Simone Vagnozzi. I suoi numeri vanno contro ogni logica: con appena 23 successi nel circuito maggiore, vanta la semifinale al Roland Garros e ben due titoli ATP. L'ultimo è arrivato al Croatia Open di Umago, torneo che guarda molto all'Italia ma che per 26 edizioni non ci aveva dato particolari soddisfazioni. Poi sono arrivati i successi di Fabio Fognini (2016), la finale di Paolo Lorenzi (2017) e adesso la vittoria di Cecchinato. Nella notte croata, sotto gli occhi della popolare Kolinda Grabar-Kitarović (presidentessa del Paese), ha superato Guido Pella con un 6-2 7-6 che rispecchia più o meno fedelmente quello che si è visto in campo. Si sono riassaporate le sensazioni già vissute al Roland Garros. In questo momento, affrontarlo sulla terra battuta è tremendo. Non si trova una tattica efficace, un modo sicuro per fare il punto. Tocca ripetersi: il servizio è miglioratissimo (l'ace valso il 6-3 nel tie-break è la fotografia della nuova dimensione), il dritto è un colpo potente ed efficace, ma con qualcosa in più: l'imprevedibilità. È complicato da leggere, con Cecchinato che riesce a mascherare le intenzioni fino all'ultimo. Questo gli consente di disorientare gli avversari e rubare una frazione di secondo che fa la differenza. Questo fattore, unito ai miglioramenti con il rovescio e l'efficacia della palla corta, lo rende un giocatore pericolosissimo. Più volte, nel corso della finale, ci si domandava come Pella avrebbe potuto fargli il punto. Salvo gli errori gratuiti, Cecchinato possiede anche una qualità atletica che gli consente di non andare quasi mai in difficoltà.

NUMERO 10 NELLA RACE
Il primo set è stato una formalità, poi l'argentino ha alzato il livello. Ci teneva da matti a vincere il suo primo titolo ATP, a 28 anni e dopo due finali perse. Cancellate tre palle break in avvio, ha vissuto il miglior momento nel cuore del parziale, quando ha brekkato Cecchinato sul 2-2 ed è salito fino al 4-2. Niente da fare: l'azzurro non molla un punto e ha sempre avuto la fiducia necessaria per tenere vivo il parziale, anche quando arrivava qualche errorino. Tre game di fila lo portavano sul 5-4, poi il set si trascinava al tie-break. L'azzurro partiva forte (3-0, poi 4-1). Pella si avvicinava fino al 4-3, poi c'era il punto della partita e – probabilmente – dell'intero Magic Moment di Cecchinato. Scambio durissimo, molto impegnativo sul piano fisico. Con le energie al lumicino, “Ceck” si inventava una smorzata di dritto che moriva appena oltre la rete, facendo scattare in piedi persino l'impassibile Vagnozzi. L'ace nel punto seguente aveva altrettanto valore. Il secondo matchpoint era quello buono per sdraiarsi ancora una volta per terra, come 48 giorni prima contro Djokovic. Il nuovo ranking ATP lo vede al numero 22, ma ciò che impressiona è la Race to London, la classifica che tiene conto dei soli risultati ottenuti nel 2018. In questo momento, Cecchinato occupa una stratosferica decima posizione, davanti a gente come Nishikori, Dimitrov o lo stesso Raonic. Gli sta dietro anche Fabio Fognini, che pure è 14esimo nella classifica “tradizionale”. E allora è legittimo, inevitabile, fare pensieri arditi. In fondo, non più tardi di dodici mesi fa, Pablo Carreno Busta viveva una stagione simile e finiva per giocare davvero alla 02 Arena (sia pure grazie alla rinuncia di Nadal). I 1.189 punti che separano Cecchinato da Kevin Anderson sono dei “puntoni”; nel senso che dopo Amburgo (dove l'azzurro è inevitabilmente tra i favoriti: esordirà contro Gael Monfils) arriveranno i tornei sul cemento, laddove non ha ancora vinto una sola partita in un main draw ATP.

ATTESA PER IL CEMENTO
Ma ormai le statistiche fanno il solletico a Cecchinato: in questo 2018 gonfio di prime volte, non ci sarebbe da stupirsi di qualche exploit anche sul duro. In questo momento, azzannare un posto tra i primi 8 è da ritenersi impresa stratosferica, oltre la portata di Cecchinato. Volendo sognare, daremmo più chance a Fabio Fognini, uno che sul cemento (e anche indoor) ha vinto fior di partite. Però è davvero cambiato qualcosa nella testa del siciliano. Se ne accorgono gli avversari, se ne accorge il pubblico, se ne accorgono tutti. “Penso che sia il momento migliore della mia vita – ha detto dopo il successo a Umago – due titoli, la semifinale a Parigi, il numero 22 ATP… sono felice perché sto giocando molto, molto bene”. Quando c'è da spiegare le ragioni tecniche di questo momento d'oro, Cecchinato menziona il grande lavoro e l'efficacia trovata con il rovescio e la palla corta, svelando che: “Ogni volta che gioco un buon dritto, vinco il punto con la palla corta”. Se davvero vuole accarezzare il sogno londinese, dovrà raccogliere (tanti) punti ad Amburgo, lasciar perdere Kitzbuhel (lo ha già fatto: bravo) e poi cercare di fare del suo meglio a Toronto e Cincinnati, dove si presenterà con uno status inedito. Ad oggi, in virtù dei soli 103 punti da difendere da qui a fine anno, c'è da essere ottimisti per l'ingresso tra i top-20 e magari qualcosa in più, superando quella 18esima posizione che per anni è stata un tabù prima che fosse abbattuto da Fabio Fognini. “Ho bisogno di lavorare ogni giorno e restare concentrato: questa è la mia motivazione” ha detto Cecchinato, che durante la premiazione ha consolato un deluso Guido Pella. Dotato di una mente ben più complessa di tanti colleghi, l'argentino non ha finto soddisfazione e anche durante la premiazione ha ammesso di non avere molta voglia di parlare. Se non fonderà il cervello con troppi ragionamenti, 'sto benedetto primo titolo ATP arriverà. Lo merita più altri.

ATP UMAGO – Finale
Marco Cecchinato (ITA) b. Guido Pella (ARG) 6-2 7-6