Sembra certo: sparisce il torneo di Vina del Mar e il Cile perde il circuito ATP dopo 21 anni. Alvaro Fillol se la prende con i politici e l’intero paese. Non c’è ancora l’ufficialità, ma la Octagon avrebbe già scelto Quito.

Di Riccardo Bisti – 10 luglio 2014

 
Alvaro Fillol è stato un ottimo giocatore. Era il numero 1 del Cile finalista in Coppa Davis, battuto dall'Italia nel 1976. E’ anche un buon dirigente, ma con la racchetta era più bravo. Il suo grido di dolore di un mese fa è rimasto sostanzialmente inascoltato e il torneo ATP di Vina del Mar è lentamente morto tra le sue braccia. Una morte dolorosa perchè giunta dopo 21 anni, tante belle edizioni e decine di campioni. L’ultimo è stato Rafa Nadal, che aveva scelto proprio questo torneo per tornare dopo il famoso infortunio al ginocchio. E l’ultimo vincitore resterà Fabio Fognini, meraviglioso nella semifinale contro Nico Almagro e glaciale nella finale contro Leonardo Mayer. Una morte con tanti colpevoli, poichè Fillol aveva lanciato l’allarme più di un mese fa, dalle pagine del prestigioso El Mercurio, quotidiano più letto del Cile. “Abbiamo scarso appoggio, quindi non investiremo più nel torneo” disse. Diverse aziende si sono esposte a parole, su tutti il Ministero dello Sport, ma non sono seguiti i fatti. Non c’è ancora nulla di ufficiale, e probabilmente non ci saranno annunci fino allo Us Open, ma pare che Octagon (la società di management che detiene i diritti del torneo) abbia deciso di spostarlo a Quito, in Ecuador. “Ormai è tardi – ha detto Fillol – non abbiamo ottenuto risposte nè dal Governo nè da nessun altro. Nessuno ci ha dato una mano. Il paese ha dormito e ci hanno preso il torneo. Vista la nostra indecisione, Octagon aveva il dritto di spostarlo altrove”.
 
IL MINISTERO: "SIAMO DISPONIBILI"
Quando gli hanno chiesto se non c'è più nulla da fare, è stato tranciante. “Si, è un dato di fatto. Non c’è appoggio ed è difficile mantenersi”. I giochi sembrano fatti, anche se qualcuno accende un briciolo di speranza. Fillol si è pubblicamente lamentato con il Ministero dello Sport, dicendo di non essere mai stato ricevuto dalla Ministra Natalia Riffo. E qui scatta la polemica: “Non è vero – replica lei – Jaime è stato ricevuto. Mi sono personalmente interessata per farlo incontrare con Rodrigo Grimalt, responsabile per l’attività fisica. Lui è abituato ad affrontare questi temi. Il Ministero non è composto solo da una persona. In questi incontri abbiamo manifestato la volontà di trovare una soluzione. E la conversazione non è chiusa”. Quando i giornalisti le hanno detto che Fillol ritiene il torneo già perduto, ha detto: “Formalmente non ho ricevuto questa informazione. Noi abbiamo l’interesse ad appoggiarli, e lo abbiamo manifestato”. Le possibilità sono due: o è andata veramente come dice Fillol, e la licenza è già in viaggio per Quito, oppure le sue parole sono state un’estrema provocazione per convincere le istituzioni a investire. In fondo, finchè non c’è l’ufficialità, si può sempre trovare una soluzione. Che poi è facile: basta tirare fuori i soldi, e non solo i quasi 500.000 dollari di “financial commitment” per coprire il montepremi. In caso contrario, pare che Octagon abbia già trovato la soluzione alternativa. Quito ospita un torneo challenger dal 1995 e il circuito ATP sbercherebbe per la prima volta in Ecuador. Pur con meno tradizione, è un paese con un vincitore Slam (Andres Gomez), mentre i cileni non ce l’hanno mai fatta nonostante le finali di Marcelo Rios e Fernando Gonzalez, entrambe in Australia.

RIOS NO, GONZALEZ SI
L’Open del Cile ha una storia importante. Nato nel 1993, si è giocato a Santiago (presso l’Estadio San Carlos de Apoquindo) fino al 1998, poi si è trasferito a Vina del Mar nel 2000 dopo che l’ATP l’aveva spostato da novembre a febbraio. Nel 2010 e nel 2011 ci sono state due ulteriori edizioni a Santiago (stavolta presso l’Hacienda Chicureo), mentre nel 2012 è tornato definitivamente a Vina del Mar. Curiosamente, Marcelo Rios non l'ha mai vinto nonostante quattro finali (tre a Santiago e una a Vina del Mar). I padroni di casa si sono consolati con i quattro trionfi di Fernando Gonzalez, l’ultimo nel 2009. Anche Nicolas Massu vanta due finali. Tutti i migliori terraioli degli ultimi 20 anni sono passati dal torneo, dando vita a sfide memorabili. Magari non troppo ricordate, vuoi per la lontananza, vuoi perchè è un semplice ATP 250. Ma le prime due vittorie di Gonzalez, al termine di due finali-thriller contro Nicolas Lapentti (2002) e Guga Kuerten (2004) furono straordinarie. Ed anche quella del 2013, con Rafa Nadal sconfitto da Horacio Zeballos, è rimasta nella memoria. Per noi, ovviamente, resta l’immagine di Fabio Fognini che bacia la terra battuta dopo il trionfo di quest’anno. Un’immagine che oggi simboleggia un addio evitabile e doloroso. Se al posto di Fillol ci fosse stato Joao Lagos, forse, oggi non scriveremmo questo articolo. Lagos è il proprietario e direttore del torneo di Oeiras, dato per morto a un paio di mesi dal via e salvato per miracolo grazie alla sua intraprendenza. Magari potevano fargli una telefonata.