E' la percentuale degli internauti che tiferanno Italia nel difficile weekend di Ginevra. E forse sono anche le chance di scippare tre punti a Federer e Wawrinka. Ma c'è qualcosa a cui possiamo appigliarci.

Di Riccardo Bisti – 8 settembre 2014

 

Di solito gli “underdog” sono visti con simpatia, magari vengono pure tifati. Non sarà il caso di Svizzera-Italia di Coppa Davis, grande evento del prossimo weekend. L'ultima volta che l'Italia ha giocato una semifinale risale al 1998: con Paolo Bertolucci in panchina e Francesco Ricci Bitti presidente, andammo a Milwaukee con legittime speranze. Le assenze di Pete Sampras, Andre Agassi e Jim Courier lasciarono gli americani in braghe di tela e gli azzurri ne approfittarono. Stavolta ci vuole un'Impresa con la I maiuscola, poiché Roger Federer e Stan Wawrinka hanno stretto un patto d'acciaio a inizio anno: vogliono portare la Davis in Svizzera per la prima volta. E con loro, la gente del Palexpo di Ginevra e i milioni di tifosi di Federer sparsi in giro per il mondo. Da qualche tempo, il sito della Coppa Davis consente ai tifosi di esprimere il proprio tifo per i vari match: beh, per Svizzera-Italia la percentuale è imbarazzante: 94% di sostegno ai rossocrociati contro il 6% per gli azzurri. Il divario così enorme è dovuto all'immensa passione per Roger Federer. E' probabile che abbiamo votato i tanti seguaci della Religione Federer, un virus che non conosce confini né bandiere. Anche per questo, i 18.000 posti messi a disposizione a Ginevra nel centro espositivo noto per ospitare il Salone dell'Auto sono andati esauriti in poche ore. Non ci sarà un clima da fredda Svizzera, ma sembrerà di essere al Maracanà di Rio de Janeiro.


QUEGLI STRANI PRECEDENTI

Il 6% di tifo può tradursi anche in un 6% di chance di centrare l'impresa. Perchè – siamo onesti – portare via tre punti a Federer e Wawrinka a casa loro, sul sintetico indoor, sembra impossibile. Tuttavia gli azzurri hanno qualcosa a cui aggrapparsi. Intanto il poco tempo che Roger Federer dedicherà agli allenamenti: inizierà a palleggiare soltanto mercoledì, mentre Stan Wawrinka, Marco Chiudinelli e Michael Lammer sono già al Palexpo. Dopo le fatiche di New York possiamo sperare che il Re non sia al 100%, anche se in passato ha fatto trasferte ancora più dure subito dopo lo Us Open: nel 2009 proprio contro l'Italia, a Genova, e nel 2011 a Sydney contro l'Australia. Ma l'età avanza e i tempi di recupero, chissà, possono essere un filo più lunghi. E poi – incredibile ma vero – sembra proprio che gli svizzeri abbiano qualche problema nei match interni. Anche loro sentono la pressione, il peso delle aspettative. Esistono un paio di precedenti a cui appigliarsi: due anni fa Federer decise di provarci sul serio. A Friburgo, sulla terra indoor, arrivarono gli Stati Uniti privi di Bob Bryan. E successe l'imponderabile: Fish battè Wawrinka, Isner superò addirittura Federer. E il doppio americano firmò un clamoroso 0-3. Un patatrac incredibile, senza alcuna logica tecnica. Quest'anno hanno rischiato di fare ancora peggio: contro il Kazakistan degli oriundi, gli svizzeri si sono trovati 1-2 dopo la seconda giornata in virtù della sconfitta di Wawrinka contro Golubev e di una clamorosa sconfitta in doppio. Si sono rimessi in pista in tempo, ma senza dare la sensazione di invulnerabilità che ci si aspetterebbe.


IL DUBBIO DI BARAZZUTTI

Lo scorso aprile si giocava proprio al Palexpo, stessa sede di Svizzera-Italia. Per questo match, Swiss Tennis ha scelto il Rebound Ace, superficie gommosa su cui si è giocato per una ventina d'anni l'Australian Open. L'hanno sostituita nel 2008 col Plexicushion perchè il caldo asfissiante l'aveva resa appiccicosa e pericolosa per i giocatori. Al coperto questo problema non si presenterà: il campo sarà favorevole agli svizzeri, ma non così ingiocabile. Se in casa elvetica il team è bello che fatto (Federer e Wawrinka giocheranno sempre, salvo fattori esterni), Corrado Barazzutti dovrà sciogliere qualche dubbio. Dando per scontata la presenza di Fabio Fognini come primo singolarista (status conquistato con le vittorie nei turni precedenti), dovrà decidere tra Andreas Seppi e Simone Bolelli per il singolare. Entrambi rendono bene sul rapido e apprezzano le condizioni indoor. Seppi garantisce un buon rendimento, ma il Bolelli attuale è in forma strepitosa. Nemmeno lui si aspettava di tornare così rapidamente tra i top-100. E allo Us Open ha giocato un ottimo torneo, arrivando ad un passo dal battere Tommy Robredo. Tenendo conto che, il primo giorno, il nostro secondo singolarista affronterà Roger Federer, c'è curiosità per vedere se Barazzutti farà la stessa scelta di cinque anni fa a Genova, quando preferì Bolelli e Starace e Fognini per il rispetto che Roger nutre nei confronti del bolognese, con il quale si è allenato in più di un'occasione . Forse, dovendo sperare nel miracolo, Bolelli sembra avere qualche arma in più rispetto a Seppi, che contro Federer ha un bilancio di 21 set persi e uno solo vinto. Sull'eventuale 2-2, situazione più che auspicabile, la solidità di Seppi potrebbe invece essere più indicata per lanciare la sfida a Wawrinka. Ma si deciderà tutto negli allenamenti di queste ore: l'obiettivo è scrollarci di dosso quel 6% che dà fastidio.